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mercoledì 29 novembre 2017

Attività sui MRA a Verona



GRIS RICONSIDERAZIONE CONCLUSIVA

            I
Ho cominciato a interessarmi seriamente dello sviluppo dei Testimoni di Geova almeno dal 1979. In quegli anni ho pubblicato sul “Verona fedele” qualche articolo relativo, che fu visto dal fondatore del GRIS mons. Giovanni Marinelli (Ferrara); il quale mi contattò.. Cominciai a partecipare a Bologna alle adunanze del gruppo, che allora si chiamava Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette. Nel 1987 firmai con altri a Bologna l’atto notarile dell’istituzione del gruppo. – di cui fui per anni consigliere nazionale - mentre il gruppo fu riconosciuto dalla CEI nel 1990.  Nel 1987 riuscii a portare a Verona, al Centro mons. Carraro (dove allora risiedevo), la celebrazione di uno dei convegni nazionali dell’associazione. In alcuni volumi e in molti articoli ho scritto sui Movimenti Religiosi Alternativi, che superarono di gran lunga il cerchio dei Testimoni di Geova. Dopo mons. Marinelli, fu presidente nazionale mons. Minuti (Roma) e dal 2002 al 2005 e dal 2005 al 2008 fui presidente io sottoscritto. Il 13 giugno 2007 in circa 250 iscritti provenienti da tutta l’Italia partecipammo in Piazza san Pietro all’udienza pubblica del sommo pontefice Benedetto XVI.
Nel 1992 ebbe inizio il GRIS a Verona. e dal 1997 ebbe  una sede nella Curia vescovile.

Si trovano alcune notizie nel web:
GRIS Gruppo di ricerca – Home page – Chi siamo -  Diocesi di Verona
Dal mio lavoro “Patologia del sacro” è possibile riportare alla luce la mia bibliografia specifica (ma questa porta il segno di qualche dimenticanza)

            II
E’ necessario distinguere cosa significava, fino al 2002, GRIS nella struttura diocesana di Verona:
A – Ufficio GRIS  nella Curia vescovile, dalla quale dipende, con Direttore il sottoscritto
Le sue finalità, che sono pure quelle del seguente, sono soprattutto la funzione d’informazione per sacerdoti e fedeli, e l’apertura del Centro di ascolto (con uno o più d’uno operatori, come il sottoscritto e Beatrice Marazzi)

B – Gruppo diocesano, parte del GRIS nazionale, che da questo dipende, in collaborazione con l’Autorità diocesana
Presidente ero io – Segretario Antonio Fasol – Assistente ecclesiastico ancora il sottoscritto.

Quando fui eletto Presidente nazionale, proposi al Vescovo di nominare Presidente diocesano Antonio Fasol, e io sarei rimasto Assistente ecclesiastico. Qualche tempo dopo, chiesi al Vescovo Padre Flavio Roberto Carraro di nominare qualcuno al mio posto; ma nella sua saggezza egli mi rispose che sarebbe stato più utile da parte mia fare il nome di uno che fosse personalmente interessato al grave problema  (A dire il vero c’era un sacerdote che si era proposto per far questo,  però, non ritenendolo io adatto alla funzione, non ne feci parola col Vescovo).
Mentre in generale la collaborazione tra noi nominati era stata esemplare, forse per la bontà di un funzionario curiale (ma qualche volta chi è buono non è anche esperto….leguleio), si cambiò  “sensim sine sensu” l’etichetta all’entrata nell’ufficio, per cui risultava che  io non ero più direttore del medesimo (quando degli uffici curiali era sempre direttore un prete). Visto che ciò non concordava con quanto da me proposto al Vescovo, per un certo tempo sospettai che ci fosse da dire dantescamente “Odi malizia!”. Forse qualcuno avrà osservato che io alla mia età dovevo rassegnare le dimissioni; ma qui a tavola alla Casa del Clero, pranzavo con mons. Guglielmo Corbioli, che pur avendo due anni più di me, era ancora presidente della medesima e per di più direttore dell’ufficio economico.
Un altro gesto fatto da altra persona in quei tempi sospettai  che fosse….viziato alla radice; ma poi mi corressi e passai a più miti consigli.

            III
Un’altra e più consistente precisazione mi preme esternare. A quanto son giunto a concludere, il GRIS non è da convogliare precipuamente sul versante dell’ecumenismo, ma su quello della catechesi, della pastorale e della missione.. C’è addirittura chi….allegramente confonde ecumenismo con dialogo interreligioso.
Come altro è il servizio che fa il chirurgo e altro quello esercitato da una Dama della carità verso il malato, sono convinto che si debba distinguere nettamente l’atteggiamento spirituale dalla competenza verso chi erra aderendo a posizioni oggettivamente sbagliate. Penso che ci sia ben poco da…contrattare con chi nega pervicacemente la divinità di Cristo o la divina Trinità, oppure con chi, assorbito dall’endemico orientalismo, finisce col cadere nella corrente tiepida del panteismo. Non basta mettere sul corpo del malato di carcinoma dei caritatevoli pannicelli caldi, ma urge intervenire con scienza e coscienza sul tessuto malato.
Attenzione a non mischiare comprensione con approvazione. Il pastore e maestro (quale è il prete) deve prevenire, avvisare, istruire quei poveri fedeli che hanno una base veramente misera di conoscenza biblico-teologica, e in fine prendere delle decisioni anche dure e spiacevoli, ma fatte coll’unica finalità di “servirli”.
Si evita in questo modo di scivolare nel buonismo, sincretismo, fino all’agnosticismo.

E’ questa una mia fisima personale, oppure la posso ritrovare in documenti autorevoli e incancellabili, che stanno alla base della nostra identità e condotta cristiane?
Ho avuto a Roma come professore il padre benedettino dom Emmanuel Lanne, che fu tra gli estensori del decreto conciliare “Unitatis redintegratio”. Anche per questo ritorno spesso a leggere (di questo documento) i numeri 4 (Ench. Vaticanum 509, 513) e 9 (Ench. Vaticamum 529).
Mi hanno sempre insegnato che la prima Carità è la Verità.. Quando ho paura di non essere “à la page”, rileggo quelle forti e dure espressioni di San Giovanni, l’apostolo della Carità, soprattutto nella sua prima lettera.

Nonostante l’acidulo di queste note, conservo sempre la nostalgia per il lavoro che (bene o male….) ho fatto nel GRIS nazionale e diocesano.

Verona, 26 novembre 2017
                                                                         
                                                                    Antonio Contri
                                             per sempre presbitero della santa Chiesa veronese.

mercoledì 17 settembre 2014

L'origine delle sètte (seconda redazione)



EZIOLOGIA DELLE SETTE

Cerchiamo di renderci conto delle cause (aitìa = causa) culturali da cui nascono le sètte (o movimenti religiosi alternativi: MRA)
Dopo aver visto l’analogia delle sètte con le storiche eresie (precisando alcune derivazioni nei MRA), incontreremo le cause generanti o condizioni favorenti, sia antiche che recenti, sia esterne che interne.
NB. Terremo presente, ove si verifichi l’occasione, anche qualche sovraesposizione espressiva di alcuni nuovi movimenti religiosi (NMR.) o atteggiamenti similari.

Per rilevare il filo rosso di questa complessa esposizione è utile tener presenti due chiavi di lettura:
- E’ cambiato il mondo culturale (la società da semplice è passata a complessa, da nitida a fuligginosa, da solida a liquida, e inoltre si dipana in un’alternanza di progressi e involuzioni, di proposizioni e reazioni); è cambiato il mondo religioso intra-ecclesiale (Vaticano II, Papa Francesco) ed extra-ecclesiale (esplosione delle sètte)
- La devianza sta nelle esasperazioni e contrapposizioni, mentre la soluzione sta nell’equilibrio


I – Via della riflessione teologica

Il motivo del distacco da una realtà religiosa può riguardare i contenuti teologici (eresia) o  le strutture sociologiche (scisma). Si può dire che la struttura in cui si concretizzano le sètte è analoga a quella che nella storia religiosa connotava le  “eresie”.
Eresia (cfr il verbo hairéo = prendo, scelgo, eleggo) deriva dal greco hàiresis = scelta, elezione, setta, eresia, partito. L’eresia è quindi un errore dell’intelletto commesso nell’enfatizzare una metà della realtà-verità e atrofizzare l’altra.
NB. Analogamente la colpa (peccato) è un errore della volontà  che, nella libertà, opera una scelta sbilanciata tra il bene e il male.
Nella storia eresiologia del pensiero cristiano si riscontrano, in rapporto alla realtà e verità, due tendenze che alterano l’equilibrio dell’ortodossia (retta fede), comprimendo o la divinità o l’umanità di Cristo. E’ facile rilevare che le due eresie antiche mettono in dubbio i dogmi più caratteristici del Cristianesimo: Trinità e Incarnazione.

A – Una tendenza a ridurre il trascendente (divino) alla misura della creaturalità
Nel caso della Trinitaria e Cristologia, si può pensare al subordinazionismo, all’arianesimo: il Verbo (Lògos) non è “Dio vero da Dio vero” (secondo la definizione del I concilio di Nicea, nel 325), ma la più nobile creatura, un “dio”di secondo rango, subordinato all’unico Dio, praticamente solo un uomo eccezionale, il più grande dei profeti di Dio (per gli islamici, il primo dopo Muhammad).
Quindi non si può credere nel Dio Uni-trino
Il concilio ecumenico I di Costantinopoli (anno 381) ci dà la sintesi in Trinitaria:
“Una sostanza del Padre, Figlio e Spirito Santo….in tre perfette sussistenze (ipostasi) cioè persone”

Esempi di riduzione nelle sètte:
- I Testimoni di Geova; i quali citano solo le affermazioni bibliche di una Cristologia in evoluzione (per esempio alcune frasi del vangelo secondo Marco) e le opinioni teologiche che danno a loro ragione (per esempio di alcuni autori protestanti estremisti o addirittura miscredenti); non citando oppure distorcendo le affermazioni della Cristologia conclusiva del NT (per esempio il vangelo secondo Giovanni)
- Il complesso mondo della magia, astrologia, spiritismo; per il quale la realizzazione-salvezza dell’uomo viene da potenze superiori all’uomo, ma non divine

B – Una tendenza a esagerare la realtà divina, trascurando o limitando l’umana
Nel caso della Cristologia, il monofisismo professava la fede in Gesù Cristo, che ha essenzialmente una sola natura (physis), quella divina; è un Dio in “vestito” (quasi un’apparenza) umano, che “fa un’escursione” transitoria nella storia degli uomini; e che ritornando a Dio Padre abbandona quel “vestito”.
Ciò rende difficile comprendere come un Dio non unito “sostanzialmente” e perpetuamente all’uomo (unione ipostatica) –  sul modello del mistero dell’Incarnazione - possa essere realmente il Salvatore dell’umanità.
La sintesi della fede cristologica nella Chiesa dei primi secoli viene ottenuta – dopo un lungo e fruttuoso confronto tra la scuola di Antiochia e quella di Alessandria - nel IV concilio ecumenico, a Calcedonia (anno 451):
”Insegniamo di professare….un unico e medesimo ….Gesù Cristo, ….veramente Dio e veramente uomo, ….da riconoscersi in due nature,…. essendo conservata la proprietà di ciascuna delle due nature, ciascuna concorrente in una sola persona e una sola ipostasi”

Esempi di compressione dell’umano e di esagerazione del divino (vero o presunto tale)
-         I Mormoni, che – all’opposto dei Testimoni di Geova - concepiscono le tre Persone divine come separate e indipendenti (sul modello di tre diverse persone umane)
-         Molti gruppi di matrice orientale o gnostica, che ti dicono: “Tu devi scoprire il divino che è nascosto in te e costituisce la tua essenza (scintilla spirituale della divinità), liberandoti dalla zavorra della corporeità (o reprimendola)
-         I gruppi del “potenziale umano” – quali Dianetica-Scientologia, New Age – che, lasciando agnosticamente Dio nella sublimità dei cieli, riconoscono nell’uomo l’artefice essenziale, totale e progressivo della propria realizzazione (auto-soterìa; cioè salvezza procurata dal soggetto); promovendolo quindi alla dignità di Demiurgo (auto-divinizzazione). Questi gruppi di per sé non sarebbero da definire come religiosi.


II – Schematizzazione delle mutazioni e convulsioni nella storia della modernità

            Presentiamo questo schema, per amor di brevità ridotto all’osso (accettando quindi le approssimazioni del caso)

1 – Reazione al prevalente verticalismo (verso Dio), cioè teocentrismo, del Medio evo, in due scansioni:
a) Dalla convivenza pacifica tra Ragione e Fede (Umanesimo e Rinascimento)
b) si passa all’esclusione della Fede per assolutizzare solo la Ragione (Illuminismo).
Si giunge così a un antropocentrismo esasperato e si perde la prospettiva del passato, della tradizione (classicità)
- Aggiungiamo che, con la diffusione popolare della cultura, abbiamo avuto un forte aumento di “scrittori” anticlericali, anticristiani, antireligiosi.

2 – Reazione all’assolutismo della Ragione, in due scansioni:
a) Dalla convivenza tra Ragione ed Emotività (Romanticismo)
b) si passa all’esclusione della Ragione, lasciando in campo solo l’Emotività  (dionisismo di Nietzsche, pansessualismo di Freud).
Si giunge così a uno zoo-vitalismo esasperato e si perde la prospettiva del futuro (finalismo)

3 – Reazione all’assolutismo dell’Emotività, in due scansioni
a) Dalla riduzione dell’uomo a capacità di misurazione attiva e passiva (scientismo), con buona pace della metafisica, specialmente quella a base statico-ontologica,
b) si passa all’uomo macchina (tecnicismo); si vede l’uomo come fatto non per pensare, ma per calcolare e produrre.
Quindi: indistinzione dell’uomo dall’animale, perdendo la prospettiva presente della persona (nichilismo antropologico)
- Coi grandi mezzi di comunicazione sociale oggi le idee antireligiose raggiungono ogni casa e ogni uomo.

L’antropologia della Bibbia non è né pessimistica, né ottimistica: è realistica. Il poetico salmo VIII dice a Dio:
- “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita…. , che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi…?” (vv. 4-5)
- “Davvero l’hai fatto poco meno di un elohìm (essere divino)….” (vv. 6-9).
Lo aveva inteso bene dunque B. Pascal:
“Che cos’è l’uomo nella natura? Un nulla rispetto all’infinto, un tutto rispetto al nulla”. “L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura;  ma una canna che pensa”.

L’uomo contemporaneo raccoglie in sé molti errori delle epoche precedenti; come, ad esempio, una canoa che, scendendo per cascata dallo specchio d’acqua superiore, denuncia tutte le ammaccature procurate dall’urto con gli spuntoni rocciosi.
E’ l’uomo del “pensiero debole”, dell’agnosticismo-relativismo e nichilismo, per il quale si sono liquefatti i concetti di vero, buono, bello. E' l'uomo del "pensiero unico", non raramente patologico,che dal modello di alcune sètte è passato a gruppi come quello dei jihadisti. E’ l’uomo che rivendica il totale assolutismo ed egocentrismo della sua natura e libertà (a-nomìa); che rifiuta ogni eredità culturale proveniente dalla tradizione o dalla comunità.. E’ l’uomo che si è annoiato del “sacro” bene orientato e si orienta verso un sacro malato o comunque immanentistico.
I protestanti mettevano in evidenza la fede, noi cattolici la religione; a queste l’uomo post-moderno preferisce la ricerca autogestita della “spiritualità”
Preoccupa un’ansiosa ricerca del sensibile e sperimentabile: corsa a improbabili luoghi di “apparizioni” e lettura di interminabili e leggere “confessioni” che rivelerebbero l’esperienza altrui

Il “peccato originale” del pensiero moderno sta nel rifiuto di una metafisica statica, senza sostituzione con una metafisica dinamica. Portiamo un’esemplificazione basata su un recente dato di cronaca, la discussione enfatizzata sull’orsa Daniza uccisa nel trentino: non si giunge a una considerazione oggettiva chiedendosi: “Qual è la sua struttura di essere?”; mentre si concentra l’attenzione sulla risonanza emotiva soggettiva che si ha sulla folla: “Quali sentimenti mi provoca?” Con la conclusione che si arriva alla mobilitazione delle masse fino a chiamare in causa il potere politico, da parte di quelle persone che non vogliono percepire la differenza essenziale tra un aborto o infanticidio e l’uccisione presumibilmente occasionale di un appartenente all’ordine animale.


III - Mancanze e ritardi del nostro mondo cattolico

Nella storia del Cristianesimo si sono verificate due principali scissioni, mentre noi cattolici abbiamo deplorato e combattuto le ragioni della lacerazione, senza chiederci se, per caso, questa avesse avuto motivi quali le nostre lacune

A - Nel 1054 siamo giunti alla conclusione della rottura tra Chiesa d’Oriente e Chiesa Occidentale. E noi non abbiamo compreso la ricchezza della spiritualità dei nostri fratelli dell’Est.

- Abbiamo trascurato la teologia dello Spirito Santo. Il cattolico Congar dice che le avevamo sostituito la devozione all’adorazione eucaristica, alla Madonna e al Papa (A quest’ultimo proposito vedi i  riposizionamenti di Papa Francesco)
- Abbiamo insistito su una presentazione della Chiesa come corpo istituzionale, letto in chiave di giuridismo, trascurando la fondamentale dimensione misterica (che verrà posta alla base della costituzione “Lumen gentium” del Concilio Vaticano II)
- Abbiamo ignorato la profondità della loro Liturgia, sostituendola con un fragile e melenso devozionismo. Abbiamo ignorato una preghiera continua e ritmata, di orientamento contemplativo, come la “preghiera a Gesù (o di Gesù, o del cuore)”, fiorente (benché contestata) coll’esicasmo nel XIV secolo, accontentandoci di un arido ritualismo.
- Abbiamo quasi del tutto escluso il ricorso continuo alla dimensione mistica del nostro rapporto con Dio, tanto presente nella Chiesa orientale (ignorando così l’esigenza mistica anche non religiosa). Anche noi abbiamo avuto la nostra mistica cattolica, ma questa era di ambito elitario e fortemente sospettata; basta pensare ai casi di San Giovanni della Croce, imprigionato, e del domenicano Meister Eckhart (XIII-XIV secolo), che viene accusato di vicinanza con le idee proprie della mistica induista di Shankara (oggi si ritiene vissuto nell’VIII-IX secolo), terminante con l’assorbimento totale del soggetto in Dio
- Abbiamo ignorato la componente dell’emotività, dell’interiorità, della meditazione profonda
- Avendo assunto caratteristiche solo razionali, la nostra teologia ufficiale ha fatto a meno del grande codice del simbolismo (che sta alla base del linguaggio biblico)

B - Nel 1517 iniziava la rivoluzione protestantica. Noi abbiamo evitato di provvedere a colmare le gravi lacune che aveva la nostra impostazione cattolica
Ricordiamo che nel XVI secolo è nata la versione “evangelica” della Fede cristiana: attenzione solo alla Parola di Dio, con esclusione della Chiesa come sua mediatrice (individualismo protestanico).

- Tendevamo a sottovalutare l’importanza della posizione del soggetto di fronte a Dio, sovraccaricando la funzione della Chiesa istituzionale, che si dichiarava esclusiva mater et magistra
- Ne è risultato il concetto di una Chiesa come cittadella assediata, in lotta con altre cittadelle (non ecumenismo), con truppe d’assalto dislocate nella regione circostante (immatura missionarietà). Vediamo come oggi Papa Francesco ci prospetta una Chiesa aperta, umile, tollerante.
- Abbiamo tenuto alla larga il popolo di Dio dal contatto diretto con la Parola di Dio, sostituendola con testi quali il catechismo di Pio X (che talvolta sembra più una ‘sicura’ esposizione di religione e morale naturali), o con pie letture di visioni, apparizioni e rivelazioni. E il vigore del documento “Dei verbum” del Vaticano II non è stato ancora digerito dai gruppi conservatori
- Alla protestante corrente di un’esegesi biblica scientifica ma senza spiritualità (iniziata coll’Illuminismo) abbiamo risposto con un letteralismo ingenuo adatto a un lettore incolto
- Fino all’enciclica “Divino afflante Spiritu” (1943) di Pio XII - prigionieri di una concezione dell’ispirazione come “dettatura meccanica” che conduceva, negli anni 1905-1933, alle oggi improponibili decisioni della Pontificia commissione biblica – abbiamo escluso la necessità di seri studi esegetici ed ermeneutici, che applicano i metodi moderni (come quello “storico-critico”)

C - Perché abbiamo perso i rapporti con la modernità? (per esempio coi “mondi” della cultura, del lavoro, di una giusta presenza nella vita sociopolitica, della femminilità)
NB. Molti parlano di una post-modernità. Che farei iniziare con la “rivoluzione” del fatidico 1968, germinata
 sulla base di quattro principi (con le loro conseguenze):
- La fantasia al potere; quindi esclusione della tradizione
- Vietato vietare; quindi esclusione dell’etica e del diritto
- Ogni desiderio deve essere riconosciuto come diritto; quindi esclusione dei diritti dell’altro
- Una piccola minoranza ideologizzata e intraprendente è chiamata a dirigere la società; quindi esclusione della democrazia

- La Chiesa cattolica, fino al Vaticano II, ha ritenuto necessario presentarsi in posizione di conservatorismo. Vedi l’esagerata condanna del modernismo con Pio X
- Si attribuiva scarsa importanza al mondo e alla vita del presente “eone”, coll’esaltazione ascetica del dolorismo (“valle di lacrime”), rimandando la pienezza dell’esistenza a quello futuro (escatologismo). Provvidenzialmente è intervenuto poi il Vaticano II con la costituzione “Gaudium et spes”
- Si dava prevalente importanza alla dimensione spirituale dell’uomo, dimenticando la corporeità coi suoi valori, anche “sacramentalì” (angelismo). C’era il pericolo che la comunità cristiana fosse identificata con un monastero, se non proprio con un eremo
- Si nutriva scarsa attenzione alla mistica (parola coniugata con mystérion), anzi la si considerava sospetta. La gente si è quindi rivola a cercarla altrove, anche nel campo dell’esoterismo.
- La nostra teologia era chiusa nelle strettoie di una metafisica di astorica ontologicità (razionalismo teologico), incapace di affiancarsi alla simbolica teologia biblica e patristica. (Mio cugino filosofo Siro Contri parlava polemicamente di “archeo-scolastica”)
- Nell’annuncio si annetteva troppa importanza  alla religiosità ed etica naturali
- Solo con lo spartiacque del Vaticano II, siamo passati dalla difesa (talvolta battaglia) al dialogo (purché non sincretistico), mentre la maggioranza dei cattolici (non solo i fedeli!) era allora impreparata. Lo è ancor oggi?.






















sabato 8 marzo 2014

Testimoni di Geova



False sicurezze dei TdG

I Testimoni di Geova fanno uso del tetragramma (YHWH), erroneamente letto (Jehovah), come bandiera di combattimento e di trionfo a danno delle interpretazioni bibliche cristiane.
Sappiamo benissimo che il tetragramma, sul quale fondano ogni loro sicurezza, può venire  interpretato in una triplice chiave:
1)      Non è possibile dire il mio nome (int. apofatica)
2)      Sono colui che sono (int. essenzialista)
3)      Sono qui con voi per liberarvi (int. soteriologica).
Per l’ambiente semitico-biblico è questa l’interpretazione più congeniale (vedi nel Deutero Isaia la tematizzazione del Dio Salvatore)
Gli studiosi non danno sicurezza nemmeno sulla sua pronuncia nelle antiche sinagoghe.

A parte il fatto che è totalmente impossibile parlare di Bibbia con chi adotta una lettura fondamentalista, letteralista, controversistica e ideologizzata dei testi, cerchiamo di vedere se i testi danno loro ragione.

Capitolo III dell’Esodo
Vediamo nei veresetti i termini che vengono usati per esprimere il concetto “Dio” (uso la grafia della Traduction Oecuménique de la Bible)

1 – Montagna di Dio
2 – L’angelo del SIGNORE (cioè semplicemente il Signore)
4 – Il SIGNORE vide; Dio lo chiamò
6 – Io sono il Dio di tuo padre, Dio…Dio…Dio…; temeva di guardare Dio
7 – Il SIGNORE disse
11 – Mosè disse a Dio
12 – Io “sono” con te; servirete Dio
13 – Mosè disse  a Dio; Il Dio dei vostri padri
14 – Dio disse a Mosè; io “sono” colui che “sono”; Io “sono” mi ha mandato a voi
15 - Dio disse ancora, il SIGNORE, Dio dei vostri padri, Dio…Dio…Dio…; questo è il mio Nome
16 – Il SIGNORE, Dio dei vostri padri, Dio…Dio…Dio…
18 – Il SIGNORE, Dio degli ebrei; per sacrificare al SIGNORE nostro Dio.

Osserviamo che i termini sono praticamente due:
- SIGNORE (YHWH): ricorre sette volte (tre prima della “rivelazione”, ciò che dovrebbe far riflettere gli improvvisati esegeti);
- Dio (Elohim): ricorre ventitré volte.

Notiamo pure le espressioni caratteristiche.
- L’angelo del SIGNORE (v. 2), cioè semplicemente il Signore
- Sono (ehyeh) con te (v. 12)
- Io sono colui che sono (ehyeh ascer ehyeh) (v. 14)
- Io SONO (ehyeh) mi ha mandato (v. 14)
- Il mio Nome (shemì) (v. 15)

Ehyeh è usato:
- come voce letteraria del verbo (12)
- come spiegazione del nome proprio (14)
- come nome proprio di Dio che parla in prima persona (14).

Vediamo che questo nome proprio (v. 14) indica la stessa persona che è espressa con YHWH (v. 15): “egli è”
Quindi il vero nome personale del Dio della rivelazione è contenuto nel v. 14. YHWH in questo senso può essere inteso come “calco” per dire “egli è”. Ma la TOB annota: “non potrebbe esprimere totalmente il mistero di Dio”
Ciò riceve conferma dalle citazioni del NT:
-         Gv 8,24: “Se non credete che Io sono…”
-         Ap 1,4.8: “Colui che è, era e viene”
E potrebbe alludere addirittura a Mt 1,23: “Dio con noi” (se si accetta la chiave sopra descritta al n. 3)

Comprendiamo pure che abbiamo il dovere di sfiorare i testi biblici con molta prudenza e umiltà, se è vero che il tetragramma viene fatto risalire
-         agli albori dell’umanità dall’antica tradizione jahvista (da Gen 2,4b), che lo usa in tutta la storia dei patriarchi (da 4,1);
-         nella teofania del Sinai, secondo la tradizione elohista (Es 3,9-15), cui si adegua la tradizione sacerdotale (Es 6,2s); anche il più recente racconto P della creazione (da Gen1,1) fa uso di Elohim.

Notiamo che nella pagina jahvista i nomi YHWH Elohim ricorrono appaiati ben 20 volte; mentre Elohim appare soltanto 3 volte (nel dialogo tra la donna e il serpente).

Ma queste sottigliezze non si addicono a un ripetitore fondamentalista di un verbo che gli viene inculcato con tutti i mezzi della sudditanza intellettuale.

venerdì 4 giugno 2010

Sul New Age

VOGLIAMO RIDURCI A CREDERE NELLA DEA MADRE?

Come aveva previsto il grande Dostoevskij, la civiltà moderna ha ucciso quel modello millenario di Padre che è il Dio dei monoteismi rivelati. Ma, siccome non è affatto facile concepire un essere cosciente e libero che non abbia un genitore (anche perché l’essere umano è costitutivamente “culturale”), la società post-moderna lo ha sostituito con la più primitiva figura della “dea madre” (come si vede nelle impressionati statuette conservate nel museo ittita di Ankara). La quale figura rappresenta la base della vetero-religione pagana del Mediterraneo.
Questa femminilità conduce a privilegiare nell’uomo l’elemento in-personale (il “non-Tu”), l’elemento emozionale, e sfocia nel “mare magnum” dell’indistinto e indefinibile.
L’uomo post-moderno – che “sente” di essere il “non-Assoluto”, il “non-solo-materia” – ha impellente bisogno di crearsi un elemento di “mistero”, che mostra ad evidenza la sua sete di quella dimensione antropica, prevalentemente fiorente nell’Oriente, che è il simbolismo.
Nel secolo precedente sono germinati qui da noi almeno tre tentativi di creare quella figura di “uomo nuovo” (che non vorrà mai riconoscere di dipendere culturalmente dalla “nuova creatura” inventata dal Cristianesimo). Il primo è stato quello del marxismo: l’uomo nuovo “senza pietà” (senza pure la “pietas” pagana) il quale – assolutizzando la classe del proletariato - ha condotto al baratro della distruzione dell’uomo nei campi di sterminio che, se avessimo il coraggio civile di essere criticamente sinceri, valuteremmo come molto più numerosi ed estesi di quelli hitleriani. Il secondo tentativo è rappresentato dalla troppo lunga epoca cocciutamente dominata dallo scientismo: l’uomo nuovo “senza autocoscienza” (né coscienza morale) presentato con sicumera ad un grosso pubblico che fa il tifo per tutto eccetto che per la metafisica; l’homo robot che, dopo le smentite promesse, arriva al tragico di manomettere la natura (che, come è noto, non perdona nessun errore). Il terzo è quello dello pseudo-ecologismo ideologico: l’uomo nuovo “senza persona”; perché la persona - questa luminosa invenzione della teologia cristiana - è costituita da una relazione paritetica (e con essa si manifesta), in modo tale che l’uomo, alla scuola sempre valida di Aristotele, è costitutivamente compreso come un animale sociale. Non deve dirci nulla la constatazione che i primi due tentativi sono finiti nel fallimento più carico di conseguenze per l’uomo?
Questa mentalità “New Age”, giunta alle estreme conseguenze, dopo di aver distrutto l’uomo-persona, passa allegramente a livellare la natura tutta, nell’olismo, per cui ogni essere è identico all’altro. Per cui quel “nuovo dio” che deve finalmente sostituirsi a quello rivelato - imboccando il vicolo cieco di tipo spinoziano: “Deus sive Natura” - ha la consistenza di una nebulosa spiritualità panteistica che conduce praticamente all’ateismo dell’immanenza più assoluta, perché se tutto è Dio, il Dio vero non esiste. Al posto di questi, la pseudo-spiritualità New Age propone fantasmagoricamente la fisima di un’Energia universale che, schiacciata dall’ondata di una deterministica emanazione, si espande dai componenti subatomici e finisce all’infinità delle galassie. Ma cos’è un mondo che segue una logica mancante di genere e differenza specifica, se non un amalgama incomprensibile e indecifrabile? E là dove latita la dimensione etica si arriva al tragico paradosso che chi voleva “adorare” la natura finisce col comprometterla miserevolmente e definitivamente distruggerla. A nulla serve la sdolcinata poesia con cui si paluda il pensiero (meglio: il sentimento) newagino., se non a riempire il desolante vuoto delle conversazioni salottiere del tè alle cinque della sera.

venerdì 7 maggio 2010

New Age

NEW AGE – RELIGIONE – CRISTIANESIMO


La New Age (NA) ha almeno queste matrici: antiche culture e religioni, spiritualità dell’Oriente, corrente esoterica antica e moderna, efficientismo ottimistico americano, movimenti contestatori di liberazione, percorsi fisici, psicologici, ecc. di una “nuova scienza”.


I - Perchè questa “rivoluzione” è nata nella seconda metà del XX secolo

La rivoluzione “moderna” ha portato al Culto della dea Ragione (1793); quella “post-moderna” ha proclamato “L’imagination au puvoir” (1968).

1 - L’uomo “moderno”, prodotto dell’Illuminismo, ha conosciuto i grandi fallimenti del “mondo” occidentale: dell’ideologia della ragione, della società e della scienza (Schema A). Attribuisce quindi – nel futuro (post-moderno) - una “chance” di salvezza rispettivamente all’emozionalità e alla mistica. E chiama tutto questo “spiritualità”.
L’infallibilità della mente umana – già gnoseologicamente ridotta da Kant al dominio del sensibile (razionalismo cosmologico) – viene del tutto contestata.
Si passa: a) dalla divinità della Ragione, alla divinità del Sentimento e dell’Esperienza (panvitalismo); b) dalla divinità di Dio alla divinità del Cosmo.

2 – L’uomo d’oggi, profondamente immanentista, va alla ricerca di una spiritualità/religione che lo realizzi totalmente in questo mondo, e considera utopia ogni proposta di speranza ultraterrena.
La NA è nata nel “mondo” americano, ricco e sazio, relativistico e sincretista. Forse la NA, in un’America sommersa dal materialismo, può sembrare una via d’uscita verso una “spiritualità” dai vaghi contorni e dagl’inconsistenti contenuti.
La NA è l’ultima tappa della visione auto-soterica dell’ateismo nato dalla modernità (Schema B).

3 – Mentre li contesta, la NA dipende inconsapevolmente da due movimenti della modernità: dall’Illuminismo (moto del progresso inarrestabile) e dal Positivismo (mondo costitutivamente intessuto di “energie”).

4 – L’uomo d’oggi, deluso dai vari messianismi secolari, se ne finge un altro, ispirato al simbolismo esoterico dell’Oriente, al di fuori di quello Cristiano. Se il post-moderno si risolverà in un’ulteriore delusione, interverrà la più nera e totale disperazione.


II- La NA è una visione della realtà:

1) sincretistica (proviene da molte matrici) e complessa (si esprime in diverse dimensioni); per cui è possibile trovarci diverse incongruenze
2) totalizzante (olistica, in quanto la realtà è vista come unica, e onnivalente, in quanto implica ogni aspetto della vita) e globalizzante (perchè i “No global”, idiosincraticmente antiamericani, sognano questo paradiso ?)
3) contraddittoria (si dice nuova e ricorre all’antico, si presenta come spiritualista e ha una visione materialista [Energia]) e superficiale (pensiero debole). La NA è il prodotto della fusione tra l’intuitivismo orientale e il prassismo nordamericano. Proviene ugualmente dalla profondità acosmica del Sè e dalla superficialità di una cultura materialistica e pragmatistica.
4) fondata sull’intuizione e l’emotività
5) ingenuamente ottimistica (Età dell’Acquario) e narcisistica (benessere dell’individuo: “Mi sento bene”)


III– La NA non s’identifica con la religione, con la religione rivelata e col Cristianesimo

Premetto alcune affermazioni della Weltanshauung cristiana:
+ L’essere creaturale è costituito dalla relazione: è chiamato all’esistenza dal Tu creatore.
+ L’essere personale è costituito dalla relazione: è chiamato per nome dal Dio personale.
+ L’essere cristiano è costituito dalla relazione a Cristo: a) nel cui modello è creato; b) che per la sua vita ha dato tutto se stesso.
Ora, la relazione suppone il dualismo, l’alterità.

A) Non è una religione

1) Si passa insensibilmente da religione a spiritualità, e s’intercambia quest’ultima con la psicologia
2) Non riconosce alcun “dio” personale, creatore libero, distinto dal “creato”. La NA è un panteismo monistico per cui dire “dio” equivale a dire “essere” (a “dio” si attribuisce l’analogicità propria di quest’ultimo concetto), perchè tutto è “dio”: “dio interiore” = il Sè dell’uomo; “dio esteriore” = Energia
3) Dio è un uomo riuscito, e l’uomo è un “dio” in formazione (idea già nota alla teologia “materialista” dei Mormoni)
4) La NA riconosce nel “dualismo” il peccato originale del pensiero occidentale; compie un’unificazione di tutto il reale: nell’Energia; in “dio”. Il suo immanentismo porta fatalmente ad un “mondo chiuso”
5) E’ una vaporosa “spiritualità”: in quanto ha per centro l’Uomo (che presume di essere dio: “peccato d’origine” teorizzato nel cap. III della Genesi) e ha per fine il benessere “spirituale” dell’individuo
6) L’uomo della NA, proprio mentre tenta di evadere gnosticamente dal limo della materialità (in una strana “fuga dal mondo”), vi si trova sempre più costrittivamente avviluppato (Schema C).

B) Non è una religione rivelata

1) Non esiste un Tu che mi parla (rivelazione) e al quale io parlo (preghiera). La rivelazione è sostituita dall’introspezione.
2) Nega la rivelazione, che semmai è la presa di coscienza di essere dio da parte dell’uomo
3) Nega la tradizione (valenza del passato) come portatrice dell’evento fondante della rivelazione, avvenuta in un tempo e in uno spazio; è protesa esclusivamente al futuro (tensione apocalittica). Ma si tratta di apocalittica secolarizzata, disincantata, che prospetta un paradiso quaggiù, propiziato dall’influsso degli astri, non dall’azione salvifica di Dio. - NB. Dice O. Cullmann che un’apocalisse è giudaica se pone la cesura della storia nel futuro (giudizio), è cristiana se la pone nel centro del passato (mistero pasquale)
4) E’ una forma di esoterismo gnostico: la conoscenza salvifica è riservata ad alcuni “iniziati” e va alla ricerca delle “espressioni culturali primitive” di natura. Mentre la religione parla di una rivelazione esteriore, l’esoterismo prospetta un’elocuzione interiore. Mentre la religione pone Dio come creatore del reale, lo gnosticismo affabula dell’io che produce il divino.
5) Costruisce una mistica, che parte però dalle profondità del Sè, prescindendo totalmente dalla Parola, nel coltivare la quale lo Spirito è, per noi, il Maestro interiore. Anche per la spiritualità cristiana la Parola deve risuonare “dentro”, ma colui che parla è il Verbum quod caro factum est (cioè Parola udibile nella “carne”)
6) La sua componente “religiosa” si esplica nella “scalata” umana al divino, non nell’ascolto e nella fede (Gesù è un guru, un “avatara”, perchè ha esercitato l’introspezione, non perchè ha parlato del Padre).

C) E’ ben lontana dal Cristianesimo

1) Nega le maggiori conquiste del pensiero cristiano: la persona (l’individuo è sommerso nel “Sè Superiore”; viene retrocessa all’ultimo posto la ragione), la storia umana (che, invece di rivelare l’intervento libero del Padre, è una successione deterministica di ère, dove le vicende umane sono guidate dagli astri), la libertà (un movimento cosmico deterministico porta a un mondo migliore), l’etica (traggo solo benefici, senza accollarmi alcun impegno)
2) Perverte i concetti fondamentali dell’esistenza cristiana: la salvezza (che non viene dalla storia libera, ma da un cosmo evolutivo; che è data non dalla Grazia divina, ma dalle “tecniche” auto-soteriche), la carità (il dono, la tensione verso il Tu divino e i Tu umani), l’escatologia trascendente (pensa a un paradiso terrestre che è la riedizione della classica età dell’oro)
3) Il Cristianesimo invita a procedere oltre la razionalità, per i sentieri “nuovi” della Fede; la NA ingaggia una lotta soppressiva contro la razionalità, a unilaterale beneficio dell’intuitività.
4) Il paganesimo è la “religione” del futurum che si realizza per cicli naturali (spesso come ritorno alla mitica età dell’oro); il Cristianesimo è la religione dell’adventus offerto dall’intervento indeducibilmente gratuito di Dio, la religione della speranza. La NA rappresenta l’eterna illusione dell’uomo senza speranza: il miraggio del paradiso in terra, in un alone di ottimismo più chiaramente e solennemente smentito dalla realtà storica del “secolo breve”.


Conclusioni

Credo che la NA rappresenti un pericolo mortale per la fede e vita cristiane pari, se non superiore, a quello rappresentato dallo gnosticismo.

La NA è l’antitesi del Cristianesimo:
• nega l’etero-rivelazione della Parola (che è il messaggio di Giovanni)
• nega l’etero-soteria del Cristo (che è il messaggio di Paolo)

Se vogliamo assumere due figure femminili antiteticamente emblematiche:
• la NA è preconizzata da Helena Blavatsky, apostola dell’esoterismo della rivivificata Teosofia (vedi il mio studio in Religioni e Sette nel Mondo, numero 12 [dicembre 1997], 39-57)
• il Cristianesimo è eroicamente interpretato dalla carità di Madre Teresa di Calcutta


Nota di bibliografia minima

“Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul NA”, Libreria Editrice Vaticana, 2003
Del tema hanno trattato due numeri della rivista del GRIS or ora citata: numeri 5 (Marzo 1996) e 6 (Giugno 1996).
Suggerisco la lettera pastorale del Card. Danneels (Il Regno 13/1991), lo studio di A. Pennesi (Il Regno 18/1997) e la nota di A. Castaldini (Aggiornamenti sociali, 9-10/2001)


SCHEMA A
Precedenti progetti di “autosoterìa” (paradiso in terra)

Dopo l’avvento dell’Illuminismo, l’uomo moderno ha sognato più volte di essere giunto ad una soluzione definitiva e appagante (che qui molto schematicamente indichiamo):

1 – Liberismo delle plutocrazie
Idolo: individuo
Mito: benessere economico

2 – Comunismo della società socialista
Idolo: classe
Mito: uguaglianza sociale

3 – Scientismo della società tecnologica
Idolo: conquiste
Mito: onnipotenza

Falliti questi tentativi, ci si volge altrove:
New Age (Regno millenaristico)
Idolo: spiritualità
Mito: pace universale (utopia del ’68)


SCHEMA B
Concezione antropologica del Cristianesimo

L’uomo è il “re del creato”; ma è creato (limite essenziale)!
Ha inoltre molti limiti esistenziali (connessi alla sua temporalità)

L’uomo è un essere limitato, non-infinito (creaturalità)
L’uomo non raggiunge da sè il fine ultimo della sua esistenza (eterosotericità)
La sua realizzazione non è totale quaggiù (metatemporalità della salvezza)
La sua evoluzione verso lo “spirito” non si completa nella storia, nè si raggiunge senza lo Spirito di Dio (Vedi J. GUITTON, Poteri misteriosi della fede, Piemme)
Il paradigma di questa “realizzazione differita” è il Cristo Morto/Risuscitato (relazionalità evolutiva). L’evolutività (storicità) dell’uomo procede a sbalzi (cesure, anche dolorose):
• da feto a infante
• da fanciullo ad adolescente
• da vivente materiale a vivente spirituale.

L’infinità nel tempo (vita eterna) e nella qualità (piena realizzazione) è un dono che viene da Dio.
La risposta divina all’eterno peccato di presunzione dell’uomo (“Eritis sicut dii” : Gen 3,5) è la manifestazione della morte e della precarietà esistenziale ad etica.


SCHEMA C
La New Age è una nuova forma di gnosticismo

Premessa
I due fenomeni (Gnosticismo: GN; New Age: NA) sono analoghi anche perchè, essendo visioni generali della realtà e universalmente diffuse, non presentano un’unica espressione storica ed è impossibile “definirli” concettualmente.
Accettiamo che la NA non sia classificata come religione (che per definizione è teocentrata) ma come spiritualità (che può essere antrpocentrica).

Confronto
Proviamo ad analizzare lo gnosticismo in dieci punti, mettendo a confronto ciascuno dei quali con le affermazioni della NA

1) Sulla realtà lo GN ha una visione di dualismo ontologico (dualità essenziale tra spirito e materia), che diventa in realtà un monismo, in quanto lo spirito è la sola realtà positiva (monismo ottimistico) – mentre la materia è la negatività, la mancanza d’essere - e il superamento della fisicità non è escatologico ma interno a questa storia . Per la NA, pur prendendo l’avvio da una concezione pessimistica della materia, tutto si riassume nella concezione olistica: la realtà è unica (panteismo o panenteismo) e buona (monismo ottimistico).
2) Suo concetto del divino: esiste un Dio supremo che, insieme alle realtà da lui emanate, costituisce il Pleroma (buono); ma anche un “dio secondario” (avvicinato a quello dell’Antico Testamento; o alcuni enti intermediari) dal quale è creato il mondo materiale (cattivo). Per la NA Dio non è personale, creatore, nè tantomeno Amore.
3) Dio sta all’antitesi del cosmo. Nella NA troviamo un disprezzo generale per la materialità, tanto che la reincarnazione è vista come una progressione verso la spiritualizzazione. NB. Però si può notare una contraddizione: per essa il divino è essenzialmente “energia”, quindi una entità fisica.
4) E’ importante nello GN la descrizione del mito originario (o totale, o archetipo): l’anima umana è una scintilla divina caduta e rimasta prigioniera nella materia (un “dio in esilio”). La NA ripete spesso la formulazione della scintilla divina.
5) L’anima ignora questa sua origine divina, non facendo posto alla realtà del peccato e alla distinzione tra bene e male morale. Nella NA non si dà concetto di peccato e di distinzione tra bene e male.
6) Per lo GN l’uomo è per natura divino: al suo interno trova il Sè universale (ciò che dà spazio alla mistica). Anche la NA, che fa molto spesso riferimento alla “mistica”, parla di un dio all’interno di se stessi, per cui è sufficiente rivelare all’uomo il suo potere divino.
7) Una volta illuminato (presa di coscienza), l’uomo si salva da sè, con le sue sole forze (autorealizzazione). Nella NA sono di casa i concetti di autorealizzazione e di autosoteria: è l’uomo che ascende a Dio, non è Dio che si china amorevolmente sull’uomo.
8) La redenzione (salvezza) per lo GN consiste nella rivelazione riguardo alla propria origine (mito archetipo) e nell’orientamento (ascendere, ritornare) verso il Pleroma divino. La NA identifica spesso conoscenza (e salire a Dio) con salvezza.
9) La capacità di ricevere questa conoscenza (gnosi) è riservata a pochi iniziati (esoterismo). Anche la NA è profondamente esoterica e va alla ricerca di persone da iniziare ai “misteri”.
10) Il “redentore” scende in questo mondo in un corpo apparente e di conseguenza la “Storia della salvezza” non si fonda sulla storia di Gesù di Nazaret (l’opera dello Spirito è totalmente indipendente da Gesù). Cristo per la NA non è certo il supremo e il definitivo rivelatore-redentore, ma uno dei tanti individui che nella storia rendono presente il “Cristo cosmico”.

Conclusione
Se lo GN ha rappresentato per la Chiesa specialmente del II secolo un pericolo mortale di svuotamento essenziale dall’interno, non possiamo ignorare che questa sua nuova presentazione, contrariamente alle sètte che combattevano il Cristianesimo, costituisce il tentativo oggi più consistente di cancellare dalle radici questa nostra religione.

Qualche studio sullo gnosticismo (oltre gli articoli sui Dizionari):
H. JONAS, Lo gnosticismo, SEI
I.P. COULIANO, I miti dei dualismi occidentali, Jaca Book
U. BIANCHI, Il dualismo religioso, Ateneo Roma
G. FILORAMO, L’attesa della fine. Storia della gnosi, Laterza
G. FILORAMO, Il risveglio della gnosi, ovvero diventare dio, Laterza
G.C. BENELLI, La gnosi, il volto oscuro della storia, Mondadori



LA NUOVA ETA’ DELL’ACQUARIO

(Schema di lezione di don Antonio Contri)

Cos’è

1) Non ha un fondatore, non è un gruppo organizzato, nè accaparratore di denaro; è un “modo di pensare e di vivere” diffuso in tutti i mezzi di comunicazione
2) Non è anti-cattolico (setta); ma è a-cristiano (“movimento” o, meglio, mentalità)
3) Non è aggressivo nè apocalittico (come ad es. i Testimoni di Geova) nè controcorrente; ma è sincretistico (unisce Oriente, Teosofia, Spiritismo [channeling], mentalità americana, “scientismo” moderno,....; usa un vocabolario cristiano: es. angeli, mistica), ottimistico (pensiero positivo, rientrando nella classificazione del “potenziale umano”; si attende un’età utopistica in cui non esistono le divisioni e il male) e assecondante le “mode”.

Dice il card. Ratzinger (Fede, Verità, Tolleranza, Ed. Cantagalli, 2003, p. 134) che la New Age si presenta in una duplice forma:
• gnostico-religiosa
• ecologico-monista

Caratteristiche principali

1) Non è una religione (proveniente dall’alto, eterocentrata verso un Tu), non prevede nè vera preghiera nè vero codice morale); ma una spiritualità (proveniente dal basso, introversa, alla ricerca del Sè; l’uomo è una “scintilla” del divino: gnosticismo); finge di combattere il materialismo (ma tutto è Energia, Dio è una forza di cui posso fare uso); ha un concetto distorto di mistica (autoidentificazione con Dio, “olismo” o monismo, panteismo); ha un sottile disprezzo della materia (come lo gnosticismo)
2) Sulla salvezza: non è etero-soterìa, ma auto-soterìa (autorealizzazione)
3) Non si apre ad un umile ascolto della Parola, ma dà importanza alla presunzione di pochi “iniziati” o eletti (esoterismo)
4) Non parla di peccato nè propone una conversione (ritornare sulle proprie posizioni dicendo: “Ho sbagliato”); ma caldeggia un inserimento in un’onda universale, dicendo: “Segui l’orientamento generale”(e il peccato sta nel non accodarsi a questo flusso)
5) Non impegno libero della persona (sforzo etico, sorretto dalla Grazia), ma dipendenza deterministica da potenze sovra-umane (astrologia: passaggio da Ariete, a Pesci, ad Acquario)
6) Non proiezione escatologica verso un mondo meta-storico e trascendente (ignora il problema della morte individuale); ma proiezione immanentistica (trasformazione epocale di questo mondo).


Consigliabile:
Santa Sede, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva, Varie edizioni.

Satanismo

SATANISMO E POSSESSIONE DIABOLICA


Gli argomenti si collocano alla periferia della Fede e della Teologia
Spesso il problema non proviene dall’affermazione serena della fede o dalla prassi ordinaria della vita cristiana, ma da sovreccitazione dei “mass media”, i quali riescono a sollevare un interesse che è nello stesso tempo superficiale ed esagerato. Opera dannosa di certi giornalisti su psicolabili e giovani.
Si riteneva qualche decennio fa che il “sacro” fosse scomparso (desacralizzazione, razionalismo); adesso, in un ambito culturale sincretistico e relativistico, tutti riconoscono la permanenza del sacro, pur nella sua trasformazione (metamorfosi) e secolarizzazione (deconfessionalizzazione, deistituzionalizzazione).


SATANISMO

Premesse

La direzione del fenomeno è ascendente: (venerazione, culto, servizio, sudditanza) dall’uomo a Satana, anche nel caso che l’uomo moderno non vi presti fede (Satana come simbolo di ribellione).

Nei giovani scattano tre meccanismi:
• l’immaginazione (difficoltà di distinguere tra fantasia e realtà)
• la curiosità verso il misterioso, l’occulto, l’inesplorato
• il piacere del proibito, del delinquenziale, del rischioso (paura, ma anche richiamo; effetto vertigine; si pensi alle Bestie di Satana, ai Bambini di Satana…)

Il satanismo tende a isolare, specie i giovani, da ogni comunità educativa: famiglia, scuola, parrocchia; e a cullarli nell’illusione tragica di “dolci” violenze: sesso e droga
E’ molto facile entrare, ma estremamente difficile uscire (ricatti, omertà)
Certe ferite non sono rimarginabili (farfalla che circuisce una candela accesa…)

Suddivisione

Il Satanismo può essere di due tipi:
1) filosofico, razionalista, cultural-religioso. Es.: i due principi religiosi (dualismo) dell’Iran, l’Angelo ribelle contro Dio. Una forma estrema può essere il Luciferismo, per cui esistono quattro divinità: Geova, Lucifero, Satana e Gesù Cristo
2) delinquenziale, occultistico. Es.: satanisti per professione (Aleister Crowley, morto nel 1947, con la sua Legge di Thelema: “Fa’ ciò che vuoi!”), oppure posizioni letterarie (Goethe, Carducci)

Quest’ultimo può manifestarsi in quattro “quadranti” (M. D. Langone, in “Sette e Religioni”, rivista monografica del GRIS, anno 1992, n. 5)

E precisamente: due propri dei giovani
1) Di tipo amatoriale: Rock satanico, Fantasy games satanici. Si inventano i propri riti (spesso a danno di animali o di persone)
2) Con ritualità codificata: Gruppi riconosciuti. Si fa uso di droga, si possono programmare dei crimini; talvolta si uniscono gravi disturbi psichiatrici

Anche due propri degli adulti
1) Satanisti professionali. Es.: Chiesa di Satana (Anton La Vey), Charles Manson, Tempio di Set (Michel Aquino) da una scissione della Chiesa di Satana, Adolfo de Jesus Constanzo. Diffuso in America del Nord, ma può avere ramificazioni in alcune città europee (si ricordi il triangolo Lione, Praga, Torino)
2) Insospettabili (che di giorno esercitano le professioni più oneste…). Si distinguono in satanisti solitari (spesso con turbe mentali) e in gruppi maniacali coinvolti in abusi sessuali, con riti vergognosi o pericolosi (spesso a danno di giovani sottomessi)
In questi gruppi si richiede quasi sempre un’adesione dichiarata con sottoscrizione nel sangue e rafforzata con minacce di tortura o di morte.


Forme particolari

1) Messe nere
2) Rock satanico


POSSESSIONE DIABOLICA


La direzione del fenomeno è discendete: influenza da Satana, o dai demòni (considerati certamente esistenti) sull’uomo

Per alcuni autori, si dovrebbe precisare così la terminologia:
• Tentazione: azione sull’anima
• Infestazione: azione sui luoghi
• Ossessione: azione sul corpo (esterna)
• Possessione: azione sul corpo (interna)

Talvolta il dominio dello spirito del male è conseguenza di un patto di scambio stipulato da un satanista al fine di ottenere qualche beneficio: Soldi, Sesso, Successo (i tre “S”)
Talvolta i fenomeni si presentano come “sdoppiamento di personalità”, “scrittura automatica”
Quanti fenomeni di violenza e frode ci fa conoscere ogni tanto la cronaca! Quanti danni psicologici, morali, economici e sociali vengono arrecati dalle persone che sarebbero le meno indicate per trattare argomenti così seri e dolorosi!

Nel 2001 la CEI ha emanato “Rito degli esorcismo e preghiere per circostanze particolari”
In questo documento si trovano:
• esortazioni a trattare l’argomento con molta prudenza, con adeguata scienza e avvalendosi dell’apporto di specialisti in psicologia, psicopatologia, sociologia, metapsichica (studio del paranormale), ecc.
• indicazione di segni che di solito accompagnano il fenomeno; che deve essere considerato molto raro
• la proposta del ricorso a mezzi gradualmente adottati: preghiera di liberazione, recezione dei Sacramenti, lettura della Bibbia, benedizione, ed (extrema ratio!) esorcismo
• la limitazione all’esercizio dell’esorcismo al solo sacerdote a ciò espressamente autorizzato dal Vescovo

Sembra che alcuni famosi esorcisti, qualche emittente televisiva o radiofonica, qualche casa editrice siano tropo disposti a percorrere la strada della spettacolarità e della suggestione “apocalittica”, espedienti molto efficaci sull’animo della gente che è troppo semplice e suggestionabile, o troppo ignorante in religione, o dedita alle forme più strampalate di superstizione, occultismo, o magia
Purtroppo questi cattolici fondamentalisti accusano chi non la pensa come loro di…mancanza di fede.

Ricordiamo quello che scriveva G. Chesterton: “Non credendo più in Dio, l’uomo moderno si è condannato a credere a tutto!”.
Il New Age fa oggi un grande uso…degli “angeli” (ma sono ben diversi dalle figure di cui parla la Bibbia e la vera Tradizione cristiana”. Precisiamo solo questo: non tutte le volte che la Bibbia parla di angeli o di demoni vuol significare l’esistenza reale di esseri spirituali obbedienti o disobbedienti a Dio.

Nota
C’è un mio studio introduttivo nel volume “Esorcismo e preghiera di liberazione”, a cura dell’Istituto Sacerdos dell’Ateneo pontificio Regina Apostolorum, e del GRIS, Edizioni Art e Shalom, Roma 2005