GRIS RICONSIDERAZIONE CONCLUSIVA
I
Ho cominciato a interessarmi
seriamente dello sviluppo dei Testimoni di Geova almeno dal 1979. In quegli anni ho
pubblicato sul “Verona fedele” qualche articolo relativo, che fu visto dal
fondatore del GRIS mons. Giovanni Marinelli (Ferrara); il quale mi contattò..
Cominciai a partecipare a Bologna alle adunanze del gruppo, che allora si
chiamava Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette. Nel 1987 firmai con
altri a Bologna l’atto notarile dell’istituzione del gruppo. – di cui fui per
anni consigliere nazionale - mentre il gruppo fu riconosciuto dalla CEI nel
1990. Nel 1987 riuscii a portare a
Verona, al Centro mons. Carraro (dove allora risiedevo), la celebrazione di uno
dei convegni nazionali dell’associazione. In alcuni volumi e in molti articoli
ho scritto sui Movimenti Religiosi Alternativi, che superarono di gran lunga il
cerchio dei Testimoni di Geova. Dopo mons. Marinelli, fu presidente nazionale
mons. Minuti (Roma) e dal 2002 al 2005 e dal 2005 al 2008 fui presidente io
sottoscritto. Il 13 giugno 2007
in circa 250 iscritti provenienti da tutta l’Italia
partecipammo in Piazza san Pietro all’udienza pubblica del sommo pontefice
Benedetto XVI.
Nel 1992 ebbe inizio il GRIS a
Verona. e dal 1997 ebbe una sede nella Curia
vescovile.
Si trovano alcune notizie nel
web:
GRIS Gruppo di ricerca – Home
page – Chi siamo - Diocesi di Verona
Dal mio lavoro “Patologia del
sacro” è possibile riportare alla luce la mia bibliografia specifica (ma questa
porta il segno di qualche dimenticanza)
II
E’ necessario distinguere cosa
significava, fino al 2002, GRIS nella struttura diocesana di Verona:
A – Ufficio GRIS nella Curia vescovile, dalla quale dipende,
con Direttore il sottoscritto
Le sue finalità, che sono pure
quelle del seguente, sono soprattutto la funzione d’informazione per sacerdoti
e fedeli, e l’apertura del Centro di ascolto (con uno o più d’uno operatori,
come il sottoscritto e Beatrice Marazzi)
B – Gruppo diocesano, parte del
GRIS nazionale, che da questo dipende, in collaborazione con l’Autorità
diocesana
Presidente ero io – Segretario
Antonio Fasol – Assistente ecclesiastico ancora il sottoscritto.
Quando fui eletto Presidente
nazionale, proposi al Vescovo di nominare Presidente diocesano Antonio Fasol, e
io sarei rimasto Assistente ecclesiastico. Qualche tempo dopo, chiesi al
Vescovo Padre Flavio Roberto Carraro di nominare qualcuno al mio posto; ma nella sua
saggezza egli mi rispose che sarebbe stato più utile da parte mia fare il nome
di uno che fosse personalmente interessato al grave problema (A dire il vero c’era un sacerdote che si era
proposto per far questo, però, non
ritenendolo io adatto alla funzione, non ne feci parola col Vescovo).
Mentre in generale la
collaborazione tra noi nominati era stata esemplare, forse per la bontà di un
funzionario curiale (ma qualche volta chi è buono non è anche
esperto….leguleio), si cambiò “sensim
sine sensu” l’etichetta all’entrata nell’ufficio, per cui risultava che io non ero più direttore del medesimo (quando
degli uffici curiali era sempre direttore un prete). Visto che ciò non
concordava con quanto da me proposto al Vescovo, per un certo tempo sospettai
che ci fosse da dire dantescamente “Odi malizia!”. Forse qualcuno avrà
osservato che io alla mia età dovevo rassegnare le dimissioni; ma qui a tavola
alla Casa del Clero, pranzavo con mons. Guglielmo Corbioli, che pur avendo due
anni più di me, era ancora presidente della medesima e per di più direttore
dell’ufficio economico.
Un altro gesto fatto da altra
persona in quei tempi sospettai che
fosse….viziato alla radice; ma poi mi corressi e passai a più miti consigli.
III
Un’altra e più consistente
precisazione mi preme esternare. A quanto son giunto a concludere, il GRIS non
è da convogliare precipuamente sul versante dell’ecumenismo, ma su quello della
catechesi, della pastorale e della missione.. C’è addirittura chi….allegramente
confonde ecumenismo con dialogo interreligioso.
Come altro è il servizio che fa
il chirurgo e altro quello esercitato da una Dama della carità verso il malato,
sono convinto che si debba distinguere nettamente l’atteggiamento spirituale
dalla competenza verso chi erra aderendo a posizioni oggettivamente sbagliate.
Penso che ci sia ben poco da…contrattare con chi nega pervicacemente la
divinità di Cristo o la divina Trinità, oppure con chi, assorbito dall’endemico
orientalismo, finisce col cadere nella corrente tiepida del panteismo. Non
basta mettere sul corpo del malato di carcinoma dei caritatevoli pannicelli
caldi, ma urge intervenire con scienza e coscienza sul tessuto malato.
Attenzione a non mischiare
comprensione con approvazione. Il pastore e maestro (quale è il prete) deve
prevenire, avvisare, istruire quei poveri fedeli che hanno una base veramente
misera di conoscenza biblico-teologica, e in fine prendere delle decisioni
anche dure e spiacevoli, ma fatte coll’unica finalità di “servirli”.
Si evita in questo modo di
scivolare nel buonismo, sincretismo, fino all’agnosticismo.
E’ questa una mia fisima
personale, oppure la posso ritrovare in documenti autorevoli e incancellabili,
che stanno alla base della nostra identità e condotta cristiane?
Ho avuto a Roma come professore
il padre benedettino dom Emmanuel Lanne, che fu tra gli estensori del decreto conciliare
“Unitatis redintegratio”. Anche per questo ritorno spesso a leggere (di questo
documento) i numeri 4 (Ench. Vaticanum 509, 513) e 9 (Ench. Vaticamum 529).
Mi hanno sempre insegnato che la
prima Carità è la
Verità.. Quando ho paura di non essere “à la page”, rileggo
quelle forti e dure espressioni di San Giovanni, l’apostolo della Carità,
soprattutto nella sua prima lettera.
Nonostante l’acidulo di queste
note, conservo sempre la nostalgia per il lavoro che (bene o male….) ho fatto
nel GRIS nazionale e diocesano.
Verona, 26 novembre 2017
Antonio Contri
per sempre presbitero della santa Chiesa
veronese.
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