mercoledì 29 novembre 2017

Attività sui MRA a Verona



GRIS RICONSIDERAZIONE CONCLUSIVA

            I
Ho cominciato a interessarmi seriamente dello sviluppo dei Testimoni di Geova almeno dal 1979. In quegli anni ho pubblicato sul “Verona fedele” qualche articolo relativo, che fu visto dal fondatore del GRIS mons. Giovanni Marinelli (Ferrara); il quale mi contattò.. Cominciai a partecipare a Bologna alle adunanze del gruppo, che allora si chiamava Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette. Nel 1987 firmai con altri a Bologna l’atto notarile dell’istituzione del gruppo. – di cui fui per anni consigliere nazionale - mentre il gruppo fu riconosciuto dalla CEI nel 1990.  Nel 1987 riuscii a portare a Verona, al Centro mons. Carraro (dove allora risiedevo), la celebrazione di uno dei convegni nazionali dell’associazione. In alcuni volumi e in molti articoli ho scritto sui Movimenti Religiosi Alternativi, che superarono di gran lunga il cerchio dei Testimoni di Geova. Dopo mons. Marinelli, fu presidente nazionale mons. Minuti (Roma) e dal 2002 al 2005 e dal 2005 al 2008 fui presidente io sottoscritto. Il 13 giugno 2007 in circa 250 iscritti provenienti da tutta l’Italia partecipammo in Piazza san Pietro all’udienza pubblica del sommo pontefice Benedetto XVI.
Nel 1992 ebbe inizio il GRIS a Verona. e dal 1997 ebbe  una sede nella Curia vescovile.

Si trovano alcune notizie nel web:
GRIS Gruppo di ricerca – Home page – Chi siamo -  Diocesi di Verona
Dal mio lavoro “Patologia del sacro” è possibile riportare alla luce la mia bibliografia specifica (ma questa porta il segno di qualche dimenticanza)

            II
E’ necessario distinguere cosa significava, fino al 2002, GRIS nella struttura diocesana di Verona:
A – Ufficio GRIS  nella Curia vescovile, dalla quale dipende, con Direttore il sottoscritto
Le sue finalità, che sono pure quelle del seguente, sono soprattutto la funzione d’informazione per sacerdoti e fedeli, e l’apertura del Centro di ascolto (con uno o più d’uno operatori, come il sottoscritto e Beatrice Marazzi)

B – Gruppo diocesano, parte del GRIS nazionale, che da questo dipende, in collaborazione con l’Autorità diocesana
Presidente ero io – Segretario Antonio Fasol – Assistente ecclesiastico ancora il sottoscritto.

Quando fui eletto Presidente nazionale, proposi al Vescovo di nominare Presidente diocesano Antonio Fasol, e io sarei rimasto Assistente ecclesiastico. Qualche tempo dopo, chiesi al Vescovo Padre Flavio Roberto Carraro di nominare qualcuno al mio posto; ma nella sua saggezza egli mi rispose che sarebbe stato più utile da parte mia fare il nome di uno che fosse personalmente interessato al grave problema  (A dire il vero c’era un sacerdote che si era proposto per far questo,  però, non ritenendolo io adatto alla funzione, non ne feci parola col Vescovo).
Mentre in generale la collaborazione tra noi nominati era stata esemplare, forse per la bontà di un funzionario curiale (ma qualche volta chi è buono non è anche esperto….leguleio), si cambiò  “sensim sine sensu” l’etichetta all’entrata nell’ufficio, per cui risultava che  io non ero più direttore del medesimo (quando degli uffici curiali era sempre direttore un prete). Visto che ciò non concordava con quanto da me proposto al Vescovo, per un certo tempo sospettai che ci fosse da dire dantescamente “Odi malizia!”. Forse qualcuno avrà osservato che io alla mia età dovevo rassegnare le dimissioni; ma qui a tavola alla Casa del Clero, pranzavo con mons. Guglielmo Corbioli, che pur avendo due anni più di me, era ancora presidente della medesima e per di più direttore dell’ufficio economico.
Un altro gesto fatto da altra persona in quei tempi sospettai  che fosse….viziato alla radice; ma poi mi corressi e passai a più miti consigli.

            III
Un’altra e più consistente precisazione mi preme esternare. A quanto son giunto a concludere, il GRIS non è da convogliare precipuamente sul versante dell’ecumenismo, ma su quello della catechesi, della pastorale e della missione.. C’è addirittura chi….allegramente confonde ecumenismo con dialogo interreligioso.
Come altro è il servizio che fa il chirurgo e altro quello esercitato da una Dama della carità verso il malato, sono convinto che si debba distinguere nettamente l’atteggiamento spirituale dalla competenza verso chi erra aderendo a posizioni oggettivamente sbagliate. Penso che ci sia ben poco da…contrattare con chi nega pervicacemente la divinità di Cristo o la divina Trinità, oppure con chi, assorbito dall’endemico orientalismo, finisce col cadere nella corrente tiepida del panteismo. Non basta mettere sul corpo del malato di carcinoma dei caritatevoli pannicelli caldi, ma urge intervenire con scienza e coscienza sul tessuto malato.
Attenzione a non mischiare comprensione con approvazione. Il pastore e maestro (quale è il prete) deve prevenire, avvisare, istruire quei poveri fedeli che hanno una base veramente misera di conoscenza biblico-teologica, e in fine prendere delle decisioni anche dure e spiacevoli, ma fatte coll’unica finalità di “servirli”.
Si evita in questo modo di scivolare nel buonismo, sincretismo, fino all’agnosticismo.

E’ questa una mia fisima personale, oppure la posso ritrovare in documenti autorevoli e incancellabili, che stanno alla base della nostra identità e condotta cristiane?
Ho avuto a Roma come professore il padre benedettino dom Emmanuel Lanne, che fu tra gli estensori del decreto conciliare “Unitatis redintegratio”. Anche per questo ritorno spesso a leggere (di questo documento) i numeri 4 (Ench. Vaticanum 509, 513) e 9 (Ench. Vaticamum 529).
Mi hanno sempre insegnato che la prima Carità è la Verità.. Quando ho paura di non essere “à la page”, rileggo quelle forti e dure espressioni di San Giovanni, l’apostolo della Carità, soprattutto nella sua prima lettera.

Nonostante l’acidulo di queste note, conservo sempre la nostalgia per il lavoro che (bene o male….) ho fatto nel GRIS nazionale e diocesano.

Verona, 26 novembre 2017
                                                                         
                                                                    Antonio Contri
                                             per sempre presbitero della santa Chiesa veronese.

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