sabato 8 marzo 2014

Testimoni di Geova



False sicurezze dei TdG

I Testimoni di Geova fanno uso del tetragramma (YHWH), erroneamente letto (Jehovah), come bandiera di combattimento e di trionfo a danno delle interpretazioni bibliche cristiane.
Sappiamo benissimo che il tetragramma, sul quale fondano ogni loro sicurezza, può venire  interpretato in una triplice chiave:
1)      Non è possibile dire il mio nome (int. apofatica)
2)      Sono colui che sono (int. essenzialista)
3)      Sono qui con voi per liberarvi (int. soteriologica).
Per l’ambiente semitico-biblico è questa l’interpretazione più congeniale (vedi nel Deutero Isaia la tematizzazione del Dio Salvatore)
Gli studiosi non danno sicurezza nemmeno sulla sua pronuncia nelle antiche sinagoghe.

A parte il fatto che è totalmente impossibile parlare di Bibbia con chi adotta una lettura fondamentalista, letteralista, controversistica e ideologizzata dei testi, cerchiamo di vedere se i testi danno loro ragione.

Capitolo III dell’Esodo
Vediamo nei veresetti i termini che vengono usati per esprimere il concetto “Dio” (uso la grafia della Traduction Oecuménique de la Bible)

1 – Montagna di Dio
2 – L’angelo del SIGNORE (cioè semplicemente il Signore)
4 – Il SIGNORE vide; Dio lo chiamò
6 – Io sono il Dio di tuo padre, Dio…Dio…Dio…; temeva di guardare Dio
7 – Il SIGNORE disse
11 – Mosè disse a Dio
12 – Io “sono” con te; servirete Dio
13 – Mosè disse  a Dio; Il Dio dei vostri padri
14 – Dio disse a Mosè; io “sono” colui che “sono”; Io “sono” mi ha mandato a voi
15 - Dio disse ancora, il SIGNORE, Dio dei vostri padri, Dio…Dio…Dio…; questo è il mio Nome
16 – Il SIGNORE, Dio dei vostri padri, Dio…Dio…Dio…
18 – Il SIGNORE, Dio degli ebrei; per sacrificare al SIGNORE nostro Dio.

Osserviamo che i termini sono praticamente due:
- SIGNORE (YHWH): ricorre sette volte (tre prima della “rivelazione”, ciò che dovrebbe far riflettere gli improvvisati esegeti);
- Dio (Elohim): ricorre ventitré volte.

Notiamo pure le espressioni caratteristiche.
- L’angelo del SIGNORE (v. 2), cioè semplicemente il Signore
- Sono (ehyeh) con te (v. 12)
- Io sono colui che sono (ehyeh ascer ehyeh) (v. 14)
- Io SONO (ehyeh) mi ha mandato (v. 14)
- Il mio Nome (shemì) (v. 15)

Ehyeh è usato:
- come voce letteraria del verbo (12)
- come spiegazione del nome proprio (14)
- come nome proprio di Dio che parla in prima persona (14).

Vediamo che questo nome proprio (v. 14) indica la stessa persona che è espressa con YHWH (v. 15): “egli è”
Quindi il vero nome personale del Dio della rivelazione è contenuto nel v. 14. YHWH in questo senso può essere inteso come “calco” per dire “egli è”. Ma la TOB annota: “non potrebbe esprimere totalmente il mistero di Dio”
Ciò riceve conferma dalle citazioni del NT:
-         Gv 8,24: “Se non credete che Io sono…”
-         Ap 1,4.8: “Colui che è, era e viene”
E potrebbe alludere addirittura a Mt 1,23: “Dio con noi” (se si accetta la chiave sopra descritta al n. 3)

Comprendiamo pure che abbiamo il dovere di sfiorare i testi biblici con molta prudenza e umiltà, se è vero che il tetragramma viene fatto risalire
-         agli albori dell’umanità dall’antica tradizione jahvista (da Gen 2,4b), che lo usa in tutta la storia dei patriarchi (da 4,1);
-         nella teofania del Sinai, secondo la tradizione elohista (Es 3,9-15), cui si adegua la tradizione sacerdotale (Es 6,2s); anche il più recente racconto P della creazione (da Gen1,1) fa uso di Elohim.

Notiamo che nella pagina jahvista i nomi YHWH Elohim ricorrono appaiati ben 20 volte; mentre Elohim appare soltanto 3 volte (nel dialogo tra la donna e il serpente).

Ma queste sottigliezze non si addicono a un ripetitore fondamentalista di un verbo che gli viene inculcato con tutti i mezzi della sudditanza intellettuale.

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