Diverse concezioni della legge naturale
L’illuminismo immanentistico, come
presentato in alcune famose pagine di Kant, partendo dal suo caratteristico
culto della Ragione, ritiene che la legge naturale specificamente umana sia
fondata soltanto sulla libertà dell’individuo, a prescindere dalla molteplice
relazionalità della persona. La ragione ci è stata data non per sopraffare la
natura, ma per interpretarla; perché l’idea non crea l’essere, ma al massimo lo
rivela.
Ciò conduce l’essere umano
all’auto-nomia assoluta, con conseguenze prevedibili nella concezione delle
“comunità” sociali, civili e religiose.
Si può definire la libertà
dell’uomo come la capacità di scegliere con decisioni della volontà la via
della propria “naturale” realizzazione; con la precisazione però che, data la
nostra limitatezza creaturale, senza un aiuto esterno non possiamo conseguire
appieno tutti i nostri fini. Nella storia dell’umanità constatiamo che l’uomo –
decidendo in autonomia ciò che è bene e ciò che è male - può giungere ad
autodistruggersi.
Quel meraviglioso microcosmo
spirituale-fisico che è l’uomo può essere definito come un Io (persona) che si
rapporta pariteticamente:
-
con la natura fisica, in dipendenza da leggi fisiche,
nell’ambito che è proprio delle “scienze
naturali”;
-
con gli altri individui (Tu umani e Tu assoluto)
seguendo la sua natura spirituale, che è contrassegnata dal riconoscimento di
sé e degli altri, dalla libertà e dalle varie “culture” umane.
Ogni individuo umano non si crea
la sua natura, ma la riceve da altri e la consegna ad altri, in quel primo abbozzo
di comunità che è la famiglia
La legge naturale specifica
dell’uomo, che obbliga la sua volontà,
-
non proviene dalle scelte insindacabili della libertà
individuale; altrimenti si cade nell’auto-nomia, che mette a rischio le società
bene organizzate; arrivando in extremis all’assurdo di dichiarare lecito tutto
ciò che è ottenuto con la libertà.
-
ma dalla natura spirituale e relazionale, connotata da
rapporti paritetici coi Tu umani, nei quali si costituisce il “Noi”,
-
e da rapporti subordinati all’Assoluto.
L’uomo deve quindi desumere i
principi fondamentali e universali della morale dalla valutazione dei rapporti
con tutti i Tu, e le applicazioni “culturali” dai rapporti che si sono
stabiliti all’interno del “Noi” Le “culture” antropologiche e morali sono
molteplici, ma è necessario trovare un sostrato minimale comune a tutte.
Quando diciamo Tu assoluto non
intendiamo trattare della legge morale rivelata (Mosè, Cristo), ma di quella
depositata dalla Divinità nella natura specificamente umana.
I suoi ordinamenti fondamentali
sono ricavati dalla considerazione generale della natura pneumo-fisica di tutti
gli uomini.
Quelli aggiuntivi sono ricavati
dalla considerazione dei principi che reggono le diverse associazioni
“culturali” in cui si esprime il genere umano.
Questi pensieri mi sono sorti dopo la
lettura di R. LANGTHALER, Legge naturale, un tema da approfondire, in “il
Regno. Documenti”, del 1 gennaio 2014,
pp. 40-49.
CAMBIO DI CIVIILTA’?
Sono in atto tentativi per
eliminare i concetti della legge morale naturale e della natura stessa della
persona umana.
Si limita il concetto di natura
all’insieme degli esistenti infraumani – nel mondo dei quali regna il
determinismo – e si afferma che la natura umana è fondata costitutivamente
sulla libertà individuale; attribuendo con ciò all’uomo la facoltà di
determinare la propria essenza. Riteniamo invece che la natura umana sia
fondata sulla relazionalità della persona, col suo interscambio identificativo,
cognitivo e solidario; mentre la libertà della volontà è quella condizione
operativa della persona con cui si edifica la cultura nel rispetto della natura
umana. La quale ci è data, è interpretata dalla ragione, mentre quest’ultima a
sua volta si pone come guida della libertà.
Maschio e femmina si rivelano
come due esistenti uguali quanto alla natura, ma pari nella loro
complementarità; secondo una polarità che è diffusissima in natura e in cultura
(si pensi a tesi e antitesi, a bianco e nero, a vita e morte, a positivo e
negativo…..). Ogni individuo umano non si crea la sua natura, ma la riceve da
altri e la consegna ad altri, in quel primo abbozzo di comunità di diversi che
è la famiglia.
Viviamo in uno scontro drammatico
tra Dio creatore di tutto e uomo costruttore di sé stesso. Abbiamo il dovere di
contrastare questa svolta culturale epocale, orientata a demolire i concetti e
i valori basilari dell’umanità. Qualcuno dubita che questo sia un discorso che
compete a noi credenti. Ma la ragione non è forse un dono divino alla pari
della rivelazione?
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