mercoledì 17 aprile 2019

Grande è il Mistero della Fede (II ed.)





In Coena Domini

L’istituzione dell’Eucaristia fa parte di un dramma molto più ampio di quello dell’Ultima Cena

Il peccato dell’uomo consiste nel rifiuto di Dio, nella ribellione a Lui come Padre, nell’abbandono dell’Alleanza.

I – Il Sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce.

Il Figlio incarnandosi offre a Dio Padre sé stesso, cioè il "Corpo" (natura umana individuale) che gli è stato preparato, per la santificazione dei suoi fratelli (Eb 10, 5.10)
Nel cap. 9 la Lettera agli ebrei inoltre
- ci presenta Cristo che col suo Sangue versato sulla Croce accede "una volta per sempre" al Santuario del Cielo,
- e interpreta questo come l’atto di suprema adorazione obbediente del Figlio primogenito al Padre che ottiene il perdono dei peccati di noi, figli secondogeniti.
Il sacrifico eterno del Capo sarà perennemente ripresentato nella vita terrena della Chiesa, suo "Corpo" comunitario nello Spirito.

II – Anticipazione profetico-simbolica del Sacrificio della Croce e istitutiva dell’Eucaristia

Nell’Ultima Cena Gesù dona ai discepoli e a tutti noi il suo Corpo
Dona anche il suo Sangue:
- per la nuova ed eterna Alleanza
- in remissione dei peccati
E ci comanda di ripetere questo gesto fondativo in sua memoria annunciando la sua Morte finché Egli ritorni nella Parusia (1Cor 11,26)

Nota. Nella mentalità ebraica la celebrazione della sera appartiene alla liturgia del giorno seguente. Il fatto che tre tratti del sacrificio (presentazione del Pane-Vino, loro consacrazione e offerta al Padre del Corpo-Sangue) siano celebrati oggi e che la comunione, che è il quarto, sia trasferita al Venerdì è un segno che Eucaristia e Croce devono essere considerati un unico sacrificio.

III – Esecuzione in forma di memoriale dell’ordine di Cristo nella celebrazione eucaristica: reiterazione sacramentale della Cena, ma non della Croce

Ogni cristiano deve riconoscere Dio come Padre ed è chiamato ad offrirgli tutta la sua vita “in unione al Figlio incarnato che continua ad offrirsi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo”. Si realizza qui l'Alleanza nuova nello Spirito, cioè della Legge scritta nel cuore dei fedeli (Ger 31,31-35), perché Dio e il suo Popolo "consentiranno nelle scelte".
La Chiesa rende presente e operativo il gesto dell’Ultima Cena in ogni celebrazione nel banchetto in cui tutti siamo figli del Padre e fratelli in Cristo. Per questo il Compendio del Catechismo può affermare: L'Eucaristia  "è il sacrificio stesso del Corpo e del Sangue del Signore Gesù, che egli istituì per perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce...."
Così nel Sacramento – che è anche dono dello Spirito Santo - Cristo ci lascia il suo Corpo nella presenza reale.

Nota. Il Concilio di Trento precisa che la presenza del Corpo e Sangue di Cristo deve essere nell’ordine dei “segni” veri e non soltanto esterni (Denzinger, nn. 1606 e 1651)

IV - Si può concludere affermando che il Mistero eucaristico è la sintesi della fede-vita ebraico-cristiana
- in quanto atto di adorazione e ringraziamento a Dio, come sintesi dei vari sacrifici del Levitico,
- in quanto ricomposizione del giusto ordine dei rapporti con Dio dell'umanità che si era allontanata col peccato, 
- in quanto partecipazione di Cristo come offerente e come offerta, come proclamazione della sua Morte e affermazione della sua presenza come risorto,
- in quanto comunione dei credenti con Dio e fra di loro nello Spirito.


In pratica. La celebrazione eucaristica, preghiera della Chiesa al Padre in unione a Cristo e nella comunione dello Spirito, non deve mai ridursi a una festa tra fratelli.

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