LA SACRA SCRITTURA E’ LA FONTE PRINCIPALE DELLA
PREDICAZIONE E CATECHESI
Diamo per scontato che Parola di Dio è
sia quella oralmente proclamata che quella scritta sotto ispirazione (Bibbia).
Concilio ecumenico Vaticano II - Dalla Costituzione
sulla sacra Liturgia “Sacrosanctum concilium”
24. Nella
celebrazione liturgica la
sacra Scrittura
ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture che vengono
poi spiegate nell'omelia e i salmi che si cantano; del suo afflato e del suo
spirito sono permeate le preghiere, le orazioni e i carmi liturgici; da essa
infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici. Perciò, per
promuovere la riforma, il progresso e l'adattamento della sacra liturgia, è
necessario che venga favorito quel gusto saporoso e vivo della sacra Scrittura, che è attestato dalla
venerabile tradizione dei riti sia orientali che occidentali.
52. Si
raccomanda vivamente l'omelia, che è parte dell'azione liturgica. In essa nel
corso dell'anno liturgico vengano presentati i misteri della fede e le norme
della vita cristiana, attingendoli dal testo
sacro. Nelle messe della domenica e dei giorni festivi con
partecipazione di popolo non si ometta l'omelia se non per grave motivo.
21. La
Chiesa ha sempre venerato le divine
Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai,
soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia
della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme
con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema
della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta
per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare
nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È
necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione
cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra
Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con
molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi;
nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno
e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il
nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò
si deve riferire per eccellenza alla sacra
Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed efficace è la parola di Dio »
(Eb 4,12), « che ha il
potere di edificare e dare l'eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cfr. 1 Ts 2,13).
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis (e. a. postsinodale) [ 22-II-2007 ]
46. In relazione all'importanza della Parola di Dio si pone la necessità di migliorare la qualità dell'omelia. Essa infatti « è parte dell'azione liturgica »; (139) ha il compito di favorire una più piena comprensione ed efficacia della Parola di Dio nella vita dei fedeli. Per questo i ministri ordinati devono « preparare accuratamente l'omelia, basandosi su una conoscenza adeguata della Sacra Scrittura ».(140) Si evitino omelie generiche o astratte. In particolare, chiedo ai ministri di fare in modo che l'omelia ponga la Parola di Dio proclamata in stretta relazione con la celebrazione sacramentale(141) e con la vita della comunità, in modo tale che la Parola di Dio sia realmente sostegno e vita della Chiesa.(142) Si tenga presente, pertanto, lo scopo catechetico ed esortativo dell'omelia. Si ritiene opportuno che, partendo dal lezionario triennale, siano sapientemente proposte ai fedeli omelie tematiche che, lungo l'anno liturgico, trattino i grandi temi della fede cristiana, attingendo a quanto proposto autorevolmente dal Magistero nei quattro ‘pilastri' del Catechismo della Chiesa Cattolica e nel recente Compendio: la professione della fede, la celebrazione del mistero cristiano, la vita in Cristo, la preghiera cristiana.(143)
Nella prassi.
Il buon senso e il senso pastorale consigliano
- di proporre idee e comportamenti (al massimo due) ricavati dalla Bibbia proclamata e pregata (convinti che ciò interessa molto più di quanto possa ricavare da essa qualche illustre omileta);
- di chiederci a quale stadio storico della rivelazione essi appartengano (evitando di assolutizzare certe affermazioni storicamente "datate" specialmente dell'Antico Testamento);
- di spiegarli in un linguaggio che sia contemporaneo e comprensibile al comune fedele;
- di applicarli alla situazione concreta della vita dei fedeli che ascoltano.
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