sabato 3 marzo 2018

Chiesa o Scrittura?



PRIORITA’ FONDATIVA DELLA CHIESA O DELLA SCRITTURA?

Chi vuol esaminare i poco conosciuti inizi della comunità cristiana si trova di fronte a due note obiezioni:
-          Gesù ha annunciato il Regno ed è nata la Chiesa (Loisy)
-          Gli inizi del Cristianesimo mancano di una base logica, perché la Chiesa è basata sul Nuovo Testamento e i libri di questo acquistano autorità in quanto scelti dalla Chiesa (Diderot)
Queste frasi "ad effetto" manifestano il difetto di considerare la Chiesa come una società esclusivamente “umana” da costituire con un atto singolo firmato davanti a un notaio.
Con Pascal dobbiamo accettare il limite fondamentale del pensiero dell'uomo: "Il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c'è un'infinità di cose  che la sorpassano". Quindi, se "das Wahre ist das Ganze", le conquiste della Ragione devono essere impreziosite dal "donum" della Rivelazione.
Noi riteniamo che la Chiesa, comunità di Verità e di Grazia, affondi le sue radici sovraumane nell’automanifestazione divina che veicola Rivelazione e  Salvezza. Ragion per cui il cuore della sua formazione è da riconoscere nel culmine dall’automanifestazione divina che è il Mistero pasqua-pentecostale. Per cui all’origine della Chiesa e della Scrittura dobbiamo riconoscere il “debar JHWH” (parola ed evento). Che in fondo è “in persona” il Signore Gesù, Alpha e Omega.


Basterà la seguente “scaletta” distribuita in tre periodi per argomentare sommariamente questa impostazione.

1.      Gesù di Nazaret annunciava che “si è fatto vicino” il Regno di Dio. Ma non si può provare che pensasse a costituire una “comunità”.
2.      I suoi discepoli diffusero ciò che egli “disse e fece”. Ma al suo arresto si dispersero.
3.  Gli stessi credettero a chi l’aveva “conosciuto” Risuscitato da Dio ed effusore dello Spirito, e testimoniarono questa fede, per la quale furono perseguitati come “gruppo” dalle autorità del Giudaismo.

4.      Il fariseo persecutore Saul incontra in visione il Risorto, che lo rimprovera perché da lui viene perseguitato in quel “gruppo” di testimoni, col quale mirabilmente s’identifica: “Perché mi perseguiti?”.
5.     Paolo ne deduce che il ”gruppo” è il “corpo”, cioè la “ekklesia” di Cristo, il sacramento chiamato a rendere presente il Regno di Dio per quanto è possibile in questo “eone”, nella beata speranza di quello che non ha mai fine. Il "buon annuncio" cristiano, prolungando la salvifica azione d’illuminazione veritativa e di aiuto spirituale inaugurata nel Mistero pasqua-pentecostale, raggiunge così, dopo le comunità giudaiche, anche molte popolazioni pagane del Mediterraneo.

6.      Alcuni discepoli – a imitazione degli agiografi del Primo Testamento (Scrittura ebraica) - mettono in scritto tre (seguiti da un quarto) libretti (Evangelo quadriforme) che espongono la comprensione delle “chiese” secondo gli sviluppi “teologici” verificatisi negli ultimi quattro decenni del primo secolo (o poco più oltre).
7.     Altri discepoli aggiungono soprattutto lettere di contenuto teologico, etico ed esortativo, che coi Vangeli formano il Nuovo Testamento. Questi nuovi agiografi ampliano progressivamente il centro assoluto costutuito dalla Cristologia fino a giungere all'esposizione di tutta la nuova Rivelazione definitiva. I responsabili delle chiese selezionano quei libri che esprimono la vera tradizione che era partita dai “detti e fatti” di Cristo e li riconoscono “ispirati” dallo Spirito che Gesù aveva promesso (attribuendoli a conosciute personalità ecclesiali).

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