domenica 15 ottobre 2017

Prima Corinzi terza lezione



L’IDENTIA’  DEL  CRISTIANO
I lettera ai Corinzi  -  Lezione terza   -  Capitoli III e IV

Nei capitoli precedenti abbiamo sentito san Paolo che distingue sapienza umana da sapienza cristiana e l’abbiamo visto che rimprovera ai cristiani di Corinto di dividersi in vari “gruppi” di credenti, cioè di non aver compreso l’unità essenziale della comunità cristiana (=Chiesa). Conseguentemente tratta della funzione, distinta per il “servizio”ma non per la superiorità, dei “ministri”(servitori, diàkonoi) della Chiesa, che allora erano “apostoli”-annunciatori (e oggi sono pastori-maestri); che non sono fonti dell’acqua, ma “tubi dell’acquedotto”
Qui l’Apostolo se la prende con la contrapposizione tra il gruppo di Paolo e il gruppo di Apollo (suo collaboratore nel “costruire” la comunità)
Sapienza significa per lui “filosofia pratica di vita” (e la sapienza umana è per lui “follia”)

3,1-4
Paolo parla della “maturità” del cristiano e dice:
-          rimanete ancora bambini-neonati se siete “carnali”, cioè se vi comportate secondo criteri (semplicemente) umani, se appartenete ai “partiti” nella comunità, se vi lasciate guidare da invidia e discordia
-          sarete maturi, cioè perfetti cristiani, se sarete “spirituali”, se vi lascerete guidare dallo Spirito santo (cioè vivrete nella vera sapienza)

3,5-9
Gli apostoli fondatori sono a servizio:
-          Paolo e Apollo hanno piantato e irrigato
-          Dio fa crescere
-          Noi siamo collaboratori di Dio
La Chiesa è: campo, edificio

3,10-17
La costruzione della Chiesa:
-          Dio dà la grazia a Paolo
-          Paolo pone il fondamento
-          Un altro erige i muri
I cristiani sono il tempio di Dio, dove abita lo Spirito di Dio
Fondamento è Cristo

3,18-23
Tutto nella Chiesa è orientato a Dio (Paolo è teocentrico):
-          i ministri e tutto il resto sono (a servizio) di Cristo
-          Cristo stesso è (a servizio) di Dio

4,14-21
- Paolo è fondatore perché genera i cristiani come figli carissimi, mediante il “vangelo”
- Paolo è da imitare (non dice: obbedire)
Notare che “evangelo” non è (solo) nei gesti-parole di Gesù durante la vita terrena (come appare soprattutto dai primi tre “vangeli”), ma è Cristo stesso soprattutto nel Mistero pasquale: Morte, Risurrezione, effusione dello Spirito.

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