lunedì 11 settembre 2017

Passione ancora da completare?



Colossesi 1,24

San Paolo ci stupisce spesso per la novità del suo pensiero e per la stringatezza del suo linguaggio. Molti commentatori si dichiarano in difficoltà per capire un famoso versetto, che viene reso nelle forme più diverse, specialmente perché si osserva: come si può pensare che la passione di Gesù abbisogni di un “supplemento” per trovare la sua piena efficacia salvifica.? L’ultima versione della CEI per la liturgia lo traduce così:
“Ora (nyn) io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa”.
Siccome la pericope precedente, nella Bibbia nominata, porta questo titoletto: Partecipazione dei Colossesi alla salvezza, si capisce che l’Apostolo vuol sottolineare la specificità del suo contributo alla comunicazione della salvezza: quella del “diàkonos” che compare all’inizio del versetto seguente.

Tento di dare una spiegazione sufficientemente logica partendo dalla scaletta dei quattro “corpi” di Cristo che avevo elencato (senza tanta fatica) in un vecchio mio articolo: “Corpo di Cristo”: una quadruplice modalità, in Settimana del Clero, 1984, n. 3; e altrove
1 – Corpo terreno, dall’Annunciazione alla Morte
2 – Corpo celeste, dal Risuscitamento all’eternità
3 – Corpo ecclesiale (della Chiesa pellegrinante), dalla Pentecoste alla Parusia
4 – Corpo eucaristico, presente non solo durante la celebrazione

Una traduzione da cui sono partito per tentare vie o viottoli nuovi è quella di R. Fabris, in Le lettere di Paolo, vol. 3, Borla, p. 93
“Ora io trovo la mia gioia nelle sofferenze che sopporto per voi. Così cerco di completare nella mia povera persona umana le tribolazioni di Cristo che devonono ancora essere affrontate per la salvezza del suo corpo, che è la chiesa”
Paolo offre di completare nella persona del ministro le sofferenze che  il Corpo del Cristo ecclesiale offre al Padre durante la storia, specialmente nel sacrificio dell’Eucaristia.

Alcune evidenze:
-          Paolo, che si presenta nella sua “situazione di carne”, non si riferisce al Corpo terreno, nel quale Gesù come Sacerdote perfezionato (Eb 5,9; 7,28) ha subìto la Passione; né al Corpo celeste, nel quale egli non può più morire (Rom 6,9s)
-          Paolo parla di sé come ‘ministro’ del Corpo ecclesiale, e dei ministri del Corpo eucaristico, quelli che hanno il compito di annunciare “la morte del Kyrios, finché egli venga” (1Cor 11,26)
-          L’apostolato di Paolo è presentato allora come sacrificio

Osserviamo infine che il richiamo principale sarebbe quello all’appellativo della vocazione: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (At 9,4), dove quel pronome personale viene a indicare il Cristo glorioso, vivente però nella Chiesa pellegrinante.

Grande è l’intuizione di B. Pascal: “Gesù sarà in agonia sino alla fine del mondo: durante quel tempo, non bisogna dormire” (Pensieri, a cura di Serini, Einaudi, p. 352)

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