Cari amici (preti e diacono),
non pensate che io, vecchio e
acciaccato come sono, voglia fare il saccente, ma desidero e ritengo utile solo
aggiungere altre considerazioni a quelle che abbiamo svolte oggi a pranzo sulla
Domenica, sulla Celebrazione eucaristica, sul Mistero pasquale. Per vedere
quanta acqua è passata sotto i fiumi (Adige e Tevere) dai contenuti della
formazione presbiterale pre-conciliare a quella post-
Uso queste sigle:
DV = Dei verbum;
SC = Sacrosanctum concilium;
CPX = Catechismo di Pio X (oggi totalmente
dimenticato)
CCC = Catechismo Chiesa Cattolica.(oggi
abbastanza dimenticato)
Denz. = Enchiridion symbolorum
Nota generale. Io mi riferivo non alle lezioni teoretiche di
qualche parroco (che eventualmente
teneva tutta l’omelia sul sacro dovere di pagare la sedie acquistate per la
chiesa….), ma alla valutazione (il “peso”!) dato nella pratica pastorale e di
pietà.
In generale parlavo della “paura”
della Bibbia, di molti preti (e non solo….) di allora, dopo le preoccupazioni espresse dal Concilio di Trento e la controriforma:
non tradurre la Bibbia
e non
organizzare società bibliche (Clemente XII; Benedetto XIV; Pio VII; Leone XII; Gregoriio XVI; Pio IX. Vedi Denz. 2710; 2771; 2783s.) Mentre nel sec. XIX
nascevano a centinaia i nuovi gruppi protestantici-contestatori, ad es. i
Testimoni di Geova!
Chi volesse vedere quante strade accidentate, quante muraglie e quante autostrade si è trovato davanti ogni biblista italiano può leggere: ANGELO TAFI, Mezzo Secolo a servizio della Chiesa in Italia, Associazione Biblica Italiana, Treviso 1985
I – Sul Mistero pasquale. Che
comprende almeno Morte-Risurrezione (o meglio: dall’Ultima Cena a Pentecoste)
“Quest’opera della redenzione
umana e della perfetta glorificazione di Dio….è stata compiuta da Cristo
Signore specialmente per mezzo del
mistero pasquale….” (SC 5). Si è voluta superare l’impostazione medievale latina
che parlava dell’Incarnazione e della Morte redentrice (salvezza da), mentre la Chiesa orientale ha
sempre dato grande importanza alla Risurrezione e allo Spirito Santo, fino a
proporre nella “divinizzazione” la salvezza per.
Nota critica: Posso dire che – essendomi innamorato, a partire
della mia tesi di laurea, della teologa orientale - mi sarei aspettato, su
questo duplice orientamento, molto di più dal n. 654 del CCC?
La chiesa apostolica dava il
primato al Mistero pasquale (dal kérygma);
poi, nei secoli IV-V, si dovette difendere nei grandi concili l’identità divina
di Gesù che veniva fatta risalire a prendere l’avvio dall’Annunciazione-Incarnazione.
Leggere anche il n. 6 (molto
ricco e quindi lungo)
“Gesù…..specialmente con la sua
morte e gloriosa risurrezione di tra i morti, e infine coll’invio dello Spirito
di verità, compie e completa la
rivelazione….” (DV, 4)
In teologia cattolica si
classificava la
Risurrezione in Apologetica, come “prova del nove” della
divinità di Gesù Cristo, e non cellula germinale di fede, vita e pietà
cristiane.
Se avete il CPX, leggete i nn. 25-26
(dove non compare mai la
Risurrezione) e i nn. 76-94 (dove essa non riveste alcuna
importanza teologica)
II – Sulla Celebrazione
eucaristica. Noi latini, dopo le crisi teologiche del secondo millennio,
insistevamo molto più sull’adorazione privata o pubblica; donde vengono
sviluppate le belle e utili devozioni, per es. del Sacro Cuore di Gesù (nata
nel XVII secolo!); ma queste, che sono come le foglie, vengono ritenute
pastoralmente insostituibili proprio quando vengono meno le radici dell’albero
(la fede).
Quando io ero chierichetto, …secoli
or sono, si recitava il Rosario “a sirene spiegate” durante la Messa domenicale (!) perché
le comari non parlassero dei…pulcini; si diceva nella catechesi che è
preferibile chi perde la Messa
a chi perde le Funzioni della “Quarta classe” (perché qui avrebbe saputo che doveva
“ascoltar Messa”)
III – La Domenica
“Ogni settimana, nella….domenica,
(la Chiesa) fa
memoria della risurrezione del Signore….” (DV, 103)
Leggere anche il n. 106 (molto
ricco, e quindi lungo)
Purtroppo una volta “Udir la Messa” (!) era oggetto del primo
dei “Cinque precetti generali della Chiesa”, e non fonte principale della fede
e della pietà, e “Giorno del Signore” (espressione supremamente importante già
fin dall’AT).
Don A.
APPENDICE
I soliti “laudatores temporis
acti” saranno pronti a lamentare: “Ma allora tutta la gente veniva in chiesa! Avevano
più fede!”
Essendo stato prete per oltre 60
anni, devo rilevare invece che quella presunta era dell’oro pastorale mostrava
qualche grave limite; per es. l’oscuramento del contenuto teologico e l’insistenza
su marginali aspetti pratici. Qualcuno insisterà: “Ma la gente preferiva
questi!” Allora sono costretto a chiedere: “E’ buona maestra quella che
continua a insegnare solo le “tabelline” per tutti i cinque anni della scuola
primaria? Abbiamo totale sfiducia sulle capacità intellettive del pubblico? O
siamo noi a peccare per "ignavia teologica?”
Qualche esempio di “riduzionismo
pratico” mi servirà per chiarire il metodo difettoso:
- Su Dio e
sulla Rivelazione: 1) Avendo io predicato che tra Dio e Maria c’è un abisso da
valicare, una buona signora chiese all’ottimo marito: “Ma non è sua madre?” 2) Per
noi latini lo Spirito Santo è stato ristretto nei suoi limiti, quelli intimistici,
tanto che Padre Y. Congar lamentava che lo abbiamo surrogato con le tre
presenze dell’Eucaristia, della Madonna, del Papa. 3) Era più “venerata” una
frase di Santa Bernadette o una dei Vangeli dell’infanzia?
- Sull’Eucaristia:
1) Era più importante fare la
Comunione o partecipare alla Messa? 2) Era più “sentita” la
festa del Corpus Domini o quella In Coena Domini? 3) Era logico presentare i
nove primi Venerdì del mese come “assicurazione” di guadagnarsi (!) il
Paradiso?
- Sulla
Riconciliazione e Indulgenza: 1) Quanta strada teologica ha fatto la Confessione da “mia
metànoia” dei primi secoli, alla pia confessione per l’avanzamento spirituale? 2)
Avevano vero valore sacramentale quelle confessioni (2 agosto, 2 novembre) per
ottenere l’Indulgenza plenaria applicabile, secondo l’opinione pubblica dei
fedeli, anche ai nostri cari defunti perché fossero liberati delle fiamme del
Purgatorio? 3) Non suonava strana l’esortazione a ottenere la remissione della
pena temporale, oltre a quella della pena eterna?
- Su Maria SS.ma:
1) Perché era di precetto l’Assunta e non la Divina maternità di Maria vergine (11 ottobre)? 2)
E’ più chiave per arrivare al Signore la recita del Rosario (che Paolo VI
chiamò “cristiano”) o l’ascolto della Parola di Dio?
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