martedì 25 luglio 2017

Catechesi minuta sulla Domenica



Cari amici (preti e diacono),
non pensate che io, vecchio e acciaccato come sono, voglia fare il saccente, ma desidero e ritengo utile solo aggiungere altre considerazioni a quelle che abbiamo svolte oggi a pranzo sulla Domenica, sulla Celebrazione eucaristica, sul Mistero pasquale. Per vedere quanta acqua è passata sotto i fiumi (Adige e Tevere) dai contenuti della formazione presbiterale pre-conciliare a quella post-

Uso queste sigle:
DV =             Dei verbum;
SC =              Sacrosanctum concilium;
CPX =           Catechismo di Pio X (oggi totalmente dimenticato)
CCC =           Catechismo Chiesa Cattolica.(oggi abbastanza dimenticato)
Denz. =          Enchiridion symbolorum

Nota generale. Io mi riferivo non alle lezioni teoretiche di qualche parroco (che eventualmente teneva tutta l’omelia sul sacro dovere di pagare la sedie acquistate per la chiesa….), ma alla valutazione (il “peso”!) dato nella pratica pastorale e di pietà.
In generale parlavo della “paura” della Bibbia, di molti preti (e non solo….) di allora, dopo le preoccupazioni espresse  dal Concilio di Trento e la controriforma: non tradurre la Bibbia e non organizzare società bibliche (Clemente XII; Benedetto XIV; Pio VII; Leone XII; Gregoriio XVI; Pio IX. Vedi Denz. 2710; 2771; 2783s.) Mentre nel sec. XIX nascevano a centinaia i nuovi gruppi protestantici-contestatori, ad es. i Testimoni di Geova!
          Chi volesse vedere quante strade accidentate, quante muraglie e quante autostrade si è trovato davanti ogni biblista italiano può leggere: ANGELO TAFI, Mezzo Secolo a servizio della Chiesa in Italia, Associazione Biblica Italiana, Treviso 1985

I – Sul Mistero pasquale. Che comprende almeno Morte-Risurrezione (o meglio: dall’Ultima Cena a Pentecoste)
“Quest’opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio….è stata compiuta da Cristo Signore specialmente per mezzo del mistero pasquale….” (SC 5). Si è voluta superare l’impostazione medievale latina che parlava dell’Incarnazione e della Morte redentrice (salvezza da), mentre la Chiesa orientale ha sempre dato grande importanza alla Risurrezione e allo Spirito Santo, fino a proporre nella “divinizzazione” la salvezza per.
Nota critica: Posso dire che – essendomi innamorato, a partire della mia tesi di laurea, della teologa orientale - mi sarei aspettato, su questo duplice orientamento, molto di più dal n. 654 del CCC?
La chiesa apostolica dava il primato al Mistero pasquale (dal kérygma); poi, nei secoli IV-V, si dovette difendere nei grandi concili l’identità divina di Gesù che veniva fatta risalire a prendere l’avvio dall’Annunciazione-Incarnazione.
Leggere anche il n. 6 (molto ricco e quindi lungo)
“Gesù…..specialmente con la sua morte e gloriosa risurrezione di tra i morti, e infine coll’invio dello Spirito di verità, compie e completa la rivelazione….” (DV, 4)
In teologia cattolica si classificava la Risurrezione in Apologetica, come “prova del nove” della divinità di Gesù Cristo, e non cellula germinale di fede, vita e pietà cristiane.
Se avete il CPX, leggete i nn. 25-26 (dove non compare mai la Risurrezione) e i nn. 76-94 (dove essa non riveste alcuna importanza teologica)

II – Sulla Celebrazione eucaristica. Noi latini, dopo le crisi teologiche del secondo millennio, insistevamo molto più sull’adorazione privata o pubblica; donde vengono sviluppate le belle e utili devozioni, per es. del Sacro Cuore di Gesù (nata nel XVII secolo!); ma queste, che sono come le foglie, vengono ritenute pastoralmente insostituibili proprio quando vengono meno le radici dell’albero (la fede).
Quando io ero chierichetto, …secoli or sono, si recitava il Rosario “a sirene spiegate” durante la Messa domenicale (!) perché le comari non parlassero dei…pulcini; si diceva nella catechesi che è preferibile chi perde la Messa a chi perde le Funzioni della “Quarta classe” (perché qui avrebbe saputo che doveva “ascoltar Messa”)

III – La Domenica
“Ogni settimana, nella….domenica, (la Chiesa) fa memoria della risurrezione del Signore….” (DV, 103)
Leggere anche il n. 106 (molto ricco, e quindi lungo)
Purtroppo una volta “Udir la Messa” (!) era oggetto del primo dei “Cinque precetti generali della Chiesa”, e non fonte principale della fede e della pietà, e “Giorno del Signore” (espressione supremamente importante già fin dall’AT).

Don A.

APPENDICE

I soliti “laudatores temporis acti” saranno pronti a lamentare: “Ma allora tutta la gente veniva in chiesa! Avevano più fede!”
Essendo stato prete per oltre 60 anni, devo rilevare invece che quella presunta era dell’oro pastorale mostrava qualche grave limite; per es. l’oscuramento del contenuto teologico e l’insistenza su marginali aspetti pratici. Qualcuno insisterà: “Ma la gente preferiva questi!” Allora sono costretto a chiedere: “E’ buona maestra quella che continua a insegnare solo le “tabelline” per tutti i cinque anni della scuola primaria? Abbiamo totale sfiducia sulle capacità intellettive del pubblico? O siamo noi a peccare per "ignavia teologica?”
Qualche esempio di “riduzionismo pratico” mi servirà per chiarire il metodo difettoso:
- Su Dio e sulla Rivelazione: 1) Avendo io predicato che tra Dio e Maria c’è un abisso da valicare, una buona signora chiese all’ottimo marito: “Ma non è sua madre?” 2) Per noi latini lo Spirito Santo è stato ristretto nei suoi limiti, quelli intimistici, tanto che Padre Y. Congar lamentava che lo abbiamo surrogato con le tre presenze dell’Eucaristia, della Madonna, del Papa. 3) Era più “venerata” una frase di Santa Bernadette o una dei Vangeli dell’infanzia?
- Sull’Eucaristia: 1) Era più importante fare la Comunione o partecipare alla Messa? 2) Era più “sentita” la festa del Corpus Domini o quella In Coena Domini? 3) Era logico presentare i nove primi Venerdì del mese come “assicurazione” di guadagnarsi (!) il Paradiso?
- Sulla Riconciliazione e Indulgenza: 1) Quanta strada teologica ha fatto la Confessione da “mia metànoia” dei primi secoli, alla pia confessione per l’avanzamento spirituale? 2) Avevano vero valore sacramentale quelle confessioni (2 agosto, 2 novembre) per ottenere l’Indulgenza plenaria applicabile, secondo l’opinione pubblica dei fedeli, anche ai nostri cari defunti perché fossero liberati delle fiamme del Purgatorio? 3) Non suonava strana l’esortazione a ottenere la remissione della pena temporale, oltre a quella della pena eterna?
- Su Maria SS.ma: 1) Perché era di precetto l’Assunta e non la Divina maternità di Maria vergine (11 ottobre)? 2) E’ più chiave per arrivare al Signore la recita del Rosario (che Paolo VI chiamò “cristiano”) o l’ascolto della Parola di Dio?

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