Dimensionalità del Matrimonio
Due
premesse per ragionare su un argomento così complesso
A) Non “com-prende” l’umano
Nietzsche col suo dionisismo nichilista, ma ritorniamo al criticato Socrate per
il suo apollinarismo solare; perché la verità metafisica non è condizionabile
dal “progresso” come il dato scientifico-tecnico. Non lo comprende Rousseau che vede nella società
l’unica fonte del male, ma riconosciamo il moderato pessimismo antropologico di
Dostoevskij.
B) Non è inutile riprendere un’analogia
che usavamo tempo fa:
1 – Alimentazione (nel mondo fisico)
- difficoltà per procurarla
- piacere nel consumarla
- necessaria per la continuità della vita individuale
2 – Sessualità (nel mondo delle pulsioni)
- difficoltà per ottenerla con un “altro” libero
- piacere nell’attuarla
- necessaria per la continuità della vita di relazione
I – Il Matrimonio è una realtà
esistenziale
Tocca due realtà formidabili,
costitutive dell’uomo:
-
la vita,
nelle diverse dimensioni: individuale, comunitaria
-
l’amore,
con la sua emotività, passionalità, donazione totale all’altro, esclusività
-
in particolare l’amore durante la vita, nella
sua durata, nelle difficoltà, nelle crisi
II – Realtà importante.
Il Matrimonio tocca l’essere umano (ànthropos, homo)
-
nelle dimensioni della sua bisessualità (che
rende pari ma non uguali) fisica, fisiologica, psicologica, storico-culturale
-
come persona intelligente (con la filosofia),
libera (coll’etica)
-
in relazione orizzontale (con la
sociologia, col diritto), e verticale (generazione, educazione, sostentamento….)
-
in formazione (come pedagogia, e come storia,
cultura….)
Tocca il credente (nel caso: cristiano)
-
essenzialmente come figlio di Dio e appartenente
alla famiglia di Cristo (Chiesa)
-
moralmente, nel fondamento sulla “carità”, nell’opposizione
all’egoismo-egocentrismo
Quindi le regole si deducono
dalla sana ragione, e in ultimo appello dalla coscienza, e (per il
credente) dalla rivelazione. Però
dobbiamo deprecare l’abbandono delle conoscenze “razionali” (scientismo, che si
fida solo di ciò che è visibile, controllabile, deterministico) e “spirituali”
(che non significa devozionali)
III – Realtà facilmente
inquinabile nella trattazione concreta, coi mezzi più sofisticati (ad es.
l’immagine):
-
nella morbosità, per attrarre “visitatori”,
“guardoni”
-
nella capacità di attrazione, come il crimen (il “noir”), e di convinzione, come
i “casi pietosi”
-
nella giustizia fasulla che predica solo i
diritti e dimentica i doveri
-
nella sfruttabilità basso-politica, per attrarre
“votanti”
IV – Realtà nella storia
-
Stabilità nell’essenziale (per esempio
proibizione di uccidere un innocente)
-
Adattabilità negli sviluppi culturali nel tempo;
per es. miglior comprensione dell’homo, delle
dimensioni della sessualità: unitiva e riproduttiva (mentre dai “libertini” si
vedeva solo la prima e da noi cristiani la seconda)
Quindi necessita una serena riflessione,
attinta anche da fonti esterne raccomandabili, protratta nel tempo e lontana
dagli “choc” momentanei, ad effetto
V – Realtà da sottrarre ai facili
trabocchetti, come per es. l’indistinzione tra libertà di opinione, di stampa e
informazione, politica, sindacale, nel diritto civile e penale, nella morale
Senza regolazione della libertà
non esiste società “civile” (e tantomeno religiosa)
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