mercoledì 29 marzo 2017

Cos'è il Matrimonio?

Dimensionalità del Matrimonio

Due premesse per ragionare su un argomento così complesso
A) Non “com-prende” l’umano Nietzsche col suo dionisismo nichilista, ma ritorniamo al criticato Socrate per il suo apollinarismo solare; perché la verità metafisica non è condizionabile dal “progresso” come il dato scientifico-tecnico. Non lo comprende Rousseau che vede nella società l’unica fonte del male, ma riconosciamo il moderato pessimismo antropologico di Dostoevskij.
B) Non è inutile riprendere un’analogia che usavamo tempo fa:
1 – Alimentazione (nel mondo fisico)
- difficoltà per procurarla
- piacere nel consumarla
- necessaria per la continuità della vita individuale
2 – Sessualità (nel mondo delle pulsioni)
- difficoltà per ottenerla con un “altro” libero
- piacere nell’attuarla
- necessaria per la continuità della vita di relazione

I – Il Matrimonio è una realtà esistenziale
Tocca due realtà formidabili, costitutive dell’uomo:
-          la vita, nelle diverse dimensioni: individuale, comunitaria
-          l’amore, con la sua emotività, passionalità, donazione totale all’altro, esclusività
-          in particolare l’amore durante la vita, nella sua durata, nelle difficoltà, nelle crisi

II – Realtà importante.
Il Matrimonio tocca l’essere umano (ànthropos, homo)
-          nelle dimensioni della sua bisessualità (che rende pari ma non uguali) fisica, fisiologica, psicologica, storico-culturale
-          come persona intelligente (con la filosofia), libera (coll’etica)
-          in relazione orizzontale (con la sociologia, col diritto), e verticale (generazione, educazione, sostentamento….)
-          in formazione (come pedagogia, e come storia, cultura….)
Tocca il credente (nel caso: cristiano)
-          essenzialmente come figlio di Dio e appartenente alla famiglia di Cristo (Chiesa)
-          moralmente, nel fondamento sulla “carità”, nell’opposizione all’egoismo-egocentrismo
Quindi le regole si deducono dalla sana ragione, e in ultimo appello dalla coscienza, e (per il credente) dalla rivelazione. Però dobbiamo deprecare l’abbandono delle conoscenze “razionali” (scientismo, che si fida solo di ciò che è visibile, controllabile, deterministico) e “spirituali” (che non significa devozionali)

III – Realtà facilmente inquinabile nella trattazione concreta, coi mezzi più sofisticati (ad es. l’immagine):
-          nella morbosità, per attrarre “visitatori”, “guardoni”
-          nella capacità di attrazione, come il crimen (il “noir”), e di convinzione, come i “casi pietosi”
-          nella giustizia fasulla che predica solo i diritti e dimentica i doveri
-          nella sfruttabilità basso-politica, per attrarre “votanti”

IV – Realtà nella storia
-          Stabilità nell’essenziale (per esempio proibizione di uccidere un innocente)
-          Adattabilità negli sviluppi culturali nel tempo; per es. miglior comprensione dell’homo, delle dimensioni della sessualità: unitiva e riproduttiva (mentre dai “libertini” si vedeva solo la prima e da noi cristiani la seconda)
Quindi necessita una serena riflessione, attinta anche da fonti esterne raccomandabili, protratta nel tempo e lontana dagli “choc” momentanei, ad effetto

V – Realtà da sottrarre ai facili trabocchetti, come per es. l’indistinzione tra libertà di opinione, di stampa e informazione, politica, sindacale, nel diritto civile e penale, nella morale
Senza regolazione della libertà non esiste società “civile” (e tantomeno religiosa)

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