venerdì 24 marzo 2017

Annunciazione A / DI

Incarnazione oggetto dell’Annunciazione
(25 marzo)
           
Perché il titolo della solennità odierna è stato cambiato: da “Annunciazione a Maria”, ad “Annunciazione del Signore”? Perché è più importante il pacco di ricchi doni di un mio ipotetico “zio americano”, nei confronti del postino che me lo recapita.
Sembrerà strano se dirò che, cristologicamente, l'Incarnazione è più importante del Natale del Signore, perché quest'ultima è la manifestazione (in greco tà Epiphània, cfr. epiphàneia) al popolo d'Israele; conseguentemente le regole liturgiche in ambedue le solennità c'impongono di genuflettere al centro del "Credo"

Il brano evangelico odierno annuncia due cose:
a)      Uno che avrà il trono di Davide, cioè il Messia davidico. Però Maria intuisce che è qualcosa di più importante di questo, perché l’angelo ha parlato di Figlio dell’Altissimo (titolo che gli è stato attribuito raramente)
b)     Viene annunciato il Figlio di Dio (espressione biblicamente più chiara), che diventa “carne” (cioè uomo debole e mortale come noi)

Le due altre letture bibliche  preparano la strada alla duplice comprensione del “mistero” di Dio:
a)      Isaia aveva annunciato come “segno” divino la nascita del figlio del re Acaz, Ezechia, che continuerà la discendenza davidica
b)     Ebrei parla chiaramente (ripetendo due volte) di uno che, entrando nel mondo, dice a Dio (il Padre): “Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”

E’ quest’ultimo uno dei due “misteri” della fede cristiana: l’Incarnazione, con le aggiunte di Passione e Morte (e dal concilio Vaticano II si è doverosamente aggiunta la Risurrezione) di Nostro Signore Gesù Cristo.

Maria è grande (fecit mihi magna….) proprio perché è lo strumento attraverso il quale il Figlio eterno di Dio assume nel tempo la nostra natura umana; ed è necessariamente vergine perché è la Madre del Kyrios (il Figlio di Dio incarnato)


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