mercoledì 3 agosto 2016

Vietato vietare?

Sintomi e cause del nostro male

Come bravi medici di campagna, cerchiamo di valutare alcuni sintomi, che a un attento esame risultano non piccoli, né marginali, né insignificanti; con la conseguenza che tali rilievi potrebbero provocare l’indignazione del lettore, ma che per me basterebbe che facessero ….pensare. Non esiste insegnante che non abbia dovuto lottare contro la perenne incolpabilità dei bambini/giovani proclamata con ostinazione da troppi genitori. Sorprende la frequenza con cui oggi altri insegnanti, per aver cercato di arginare la nuova “irrefrenabilità” del pargoli, eventualmente ipesrstimolati da cento marchingegni della comunicazione, devono rispondere (giustamente!) in sede penale di fronte alla legge, per comportamenti oggettivamente repressivi.
Dobbiamo risalire etiologicamente al fatidico ’68, quando pullulavano slogan, applauditi come policrome bolle di sapone che son destinate velocemente a ridursi in gocce di acqua non certo immacolata. Qualche esempio: “Vietato vietare” (ma come si potrebbe vivere in società senza il codice penale?); “La fantasia al potere” (gettando nel dimenticatoio una storia culturale di millenni); “La storia dell’umanità è destinata a concludersi immancabilmente con gli allori del ‘dio’ progresso” (ma non è bastato il carnaio del “secolo breve’ e non basta quello del millennio che non è iniziato certamente in ascesa?).
Nel sottosuolo di questi slogan campeggiano alcuni principi, come per esempio: “Ogni pulsione della persona è moralmente ineccepibile, ogni oggetto del desiderio è moralmente buono” (avendo classificato come fiaba per bambini quel capolavoro di psicologia dello scrittore Jahvista che è contenuto in Gen 3,6: “Allora la donna vide che l’albero era….desiderabile per acquistare saggezza”); “Distruzione della memoria, della tradizione, della riflessione, che costringe a guardare in faccia la realtà, a fare ogni liberante indagine patogenetica sui nostri mali”
Se siamo asserviti a questi apoftegmi, dobbiamo riconoscere le conseguenze, come alcuni modelli di pensiero, cui siamo arrivati. Primo modello è l’individualismo: isolamento del singolo da tutta la rimanente realtà umana (trascendenza orizzontale). Secondo:: l’astoricità, che conduce a ignorare la “natura” precedente l’individuo, che diventa così Alfa e Omega. Terzo modello: l’autodivinizzazione dell’umano (esclusione di ogni rapporto/dovere verso la trascendenza verticale; cfr la tentazione suprema in Gen 3,5: “…sareste come Elohim, ‘conoscendo’ il bene e il male”). Quarto: astrazione dalla realtà, incomprensibilità assoluta della tragica situazione morale della post-modernità; via aperta per la guida pedagogica degli ‘educandi’ (parola desueta perché scarseggiano veri educatori) che conduce a formare dei piccoli “mostri”; incapacità di operare una profilassi e prevenzione.
Possiamo ipotizzare l’eliminazione della trascendenza verso il basso che si attuerà nel futuro? Sono già intrapresi gli itinerari: livellamento tra cervello e mente (all’americana), tra uomo e gli adorati animali (affetto “umano”, diritti….), tra uomo e vegetali (con gli eccessi farneticanti di alcuni “vegani”), tra vivente e fisico (l’universo, o la terra, è un vivente che respira….,“olismo”). Quando giungiamo ad usare la propria specificità razionale per…negarla, ci alleniamo per un ideologico harachiri-seppuku che c’introdurrà nel paradiso dei samurai.

L’homo novus et technologicus, nichilista perché svuotato di ogni valore (richiamo la mataiòtes di Qohelet e NT, che significa anche “nullità”), corre il rischio di ridursi: a invasato dal tifo sportivo che può arrivare all’assalto all’arma bianca (se adulto); a massacratore del partner (se rifiutato sessualmente), a lettore maniacale delle nuove “tavolette” elettroniche (se è un preadolescente). Vedere se è quest’ultimo a spadroneggiare il telecomando TV è divenuto l’estremo mezzo per individuare chi comanda in famiglia?

Nessun commento:

Posta un commento