mercoledì 8 giugno 2016

Religioni monoteistiche

Una stessa radice per le tre religioni monoteistiche più note?

Una frase, che – secondo l’ermeneutica applicata - dice tutto e dice niente, è stata pronunciata da papa Francesco il 4 giugno 2016 nel ricevere la sceicca Moza bint Nasser del Quatar: “Come credenti – cristiani e musulmani – abbiamo la stessa radice”
Qualcuno interpreta così: Ebrei Cristiani e Musulmani apparteniamo alla famiglia abramitica. Ma due documenti del concilio Vaticano II (Lumen gentium n. 16; Nostra aetate, n. 3), fanno sì accenno ad Abramo, ma non gli attribuiscono la qualifica di “radice” del Musulmanesimo.
La ragione è profonda: una compagine religiosa (si può parlare ancora di…religione?) non si qualifica per le citazioni di antenati, che sono uomini, ma per l’intervento di Dio che l’ha originata (fondata). Altrimenti finiamo per cadere nel tranello evidenziato dal grande teologo riformato K. Barth che - predicando il valore unico della Parola-Azione (dabar) di Dio (cfr Dei verbum, n. 2: “con eventi e parole”)  - definisce la religione una indebita espressione di superbia dell’uomo che vuol dominare Dio, mentre nel fare teologia adopera solo la analogia fidei.
Si deve in ogni caso evitare di abusare della frase per non cadere nell’espressione facilona e indifferentistica “Tutte le religioni sono ugualmente buone” in quanto adoriamo lo stesso Dio. Lo sappiamo tutti che Dio è uno solo. Ma il concetto di Dio del buddhista è equiparabile a quello del cristiano?

Il Vaticano II (Dei verbum n. 6; cfr n. 2) ci offre una definizione nuova e completa della religione rivelata – nella fattispecie: quella cristiana: “Con la divina rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti eterni  riguardo alla salvezza degli uomini….”. Questo duplice intervento divino, sia nel credere che nella vita del credente, porta una verità e una salvezza che evidentemente non possono discendere se non dall’alto.
Di conseguenza la religione vera consterà di due elementi: a) dell’intervento autocomunicativo di Dio nell’ambito cognitivo e in quello soterico (salvifico), b) delle strutture che la comunità credente conseguentemente si dà per ricevere da lui il dono totalmente gratuito.

L’Ebraismo nasce quando Dio Signore (Adonai), a cominciare dalla chiamata del patriarca Abramo,  si rivela e offre al popolo d’Israele, suo servo, una storia di salvezza.
Il Cristianesimo comincia quando Dio Padre  - inserendosi nella medesima storia - si rivela e offre la salvezza coll’Incarnazione e col Mistero pasquale di suo Figlio Gesù il Messia (Cristo), operati nello Spirito Santo.

Il Musulmanesimo non fa riferimento a una storia della salvezza, in quanto Dio, che è eminentemente Giudice, si rivela al Profeta Muhammad. Il quale, con alterne e stupefacenti vicende, fonda quella che sarà chiamata Umma (Madre) e che tende a conquistare con potenza il mondo degli infedeli (non credenti).

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