Una stessa radice per le tre religioni
monoteistiche più note?
Una frase, che
– secondo l’ermeneutica applicata - dice tutto e dice niente, è stata
pronunciata da papa Francesco il 4 giugno 2016 nel ricevere la sceicca
Moza bint Nasser del Quatar: “Come
credenti – cristiani e musulmani – abbiamo la stessa radice”
Qualcuno
interpreta così: Ebrei Cristiani e Musulmani apparteniamo alla famiglia
abramitica. Ma due documenti del concilio Vaticano II (Lumen gentium n. 16;
Nostra aetate, n. 3), fanno sì accenno ad Abramo, ma non gli attribuiscono la
qualifica di “radice” del Musulmanesimo.
La ragione è
profonda: una compagine religiosa (si può parlare ancora di…religione?) non si
qualifica per le citazioni di antenati, che sono uomini, ma per l’intervento di
Dio che l’ha originata (fondata). Altrimenti finiamo per cadere nel tranello
evidenziato dal grande teologo riformato K. Barth che - predicando il valore
unico della Parola-Azione (dabar) di
Dio (cfr Dei verbum, n. 2: “con eventi e parole”) - definisce la religione una indebita
espressione di superbia dell’uomo che vuol dominare Dio, mentre nel fare
teologia adopera solo la analogia fidei.
Si deve in
ogni caso evitare di abusare della frase per non cadere nell’espressione
facilona e indifferentistica “Tutte le religioni sono ugualmente buone” in
quanto adoriamo lo stesso Dio. Lo sappiamo tutti che Dio è uno solo. Ma il
concetto di Dio del buddhista è equiparabile a quello del cristiano?
Il Vaticano II
(Dei verbum n. 6; cfr n. 2) ci offre una definizione nuova e completa della
religione rivelata – nella fattispecie: quella cristiana: “Con la divina
rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti
eterni riguardo alla salvezza degli
uomini….”. Questo duplice intervento divino, sia nel credere che nella vita del
credente, porta una verità e una salvezza che evidentemente non possono
discendere se non dall’alto.
Di conseguenza
la religione vera consterà di due elementi: a) dell’intervento autocomunicativo
di Dio nell’ambito cognitivo e in quello soterico (salvifico), b) delle
strutture che la comunità credente conseguentemente si dà per ricevere da lui
il dono totalmente gratuito.
L’Ebraismo
nasce quando Dio Signore (Adonai),
a cominciare dalla chiamata del patriarca Abramo, si rivela e offre al popolo d’Israele, suo
servo, una storia di salvezza.
Il
Cristianesimo comincia quando Dio Padre
- inserendosi nella medesima storia - si rivela e offre la salvezza
coll’Incarnazione e col Mistero pasquale di suo Figlio Gesù il Messia (Cristo),
operati nello Spirito Santo.
Il
Musulmanesimo non fa riferimento a una storia della salvezza, in quanto Dio,
che è eminentemente Giudice, si rivela al Profeta Muhammad. Il quale,
con alterne e stupefacenti vicende, fonda quella che sarà chiamata Umma (Madre) e che tende a conquistare
con potenza il mondo degli infedeli (non credenti).
Nessun commento:
Posta un commento