NELLA PENTECOSTE
Chi era
presente al momento dell’Effusione dello Spirito Santo?
Ammirando uno
dei molti dipinti sulla ”discesa” dello Spirito che rappresentano Maria al
centro del gruppo dei Dodici, ci s’impone la domanda se i presenti cui si
riferisce At 2 siano quelli numerati nel cap. primo.
Ci viene in
aiuto la grande idea di H. Urs von Balthasar del principio mariano e di quello
petrino nella Chiesa; idea che possiamo attribuire alla duplice ecclesiologia,
rispettivamente quella istituzionale degli Apostoli e quella spirituale di
Maria Santissima.
Sulla presenza degli Apostoli
Dobbiamo
partire dal vedere se erano presenti gli Undici come nel luogo di rifugio usato
dopo l’Assunzione di Gesù[1]. In Gv
16,7 le parole di Gesù già indicano con insistenza che Ascensione ed Effusione
sono poste in parallelo: “E’ bene per voi che io me ne vada, perché se non me
ne vado, non verrà a voi il Paraclèto; se invece me ne vado, lo manderò a voi”
(cfr Gv 7,39)[2]
Le persone
principali di cui si parla sono Apostoli: gli Undici subito dopo l’Assunzione;
i Dodici il giorno di Pentecoste.
Prima di
allontanarsi da loro, Gesù ripete la promessa dello Spirito: “Voi, tra non
molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo” (At 1,5); “Riceverete la
forza dello Spirito Santo, che scenderà su di voi” (1,8)
Gesù “fu
elevato in alto” (1,9; cfr 1,11)
“Salirono
nella stanza al piano superiore[3], dove
erano soliti riunirsi” A questo punto,
vengono nominati gli Undici (1,13). E continua al vs. seguente:
- “Tutti questi erano perseveranti
e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne[4]
- e Maria, la Madre di Gesù, e coi
fratelli di lui”[5]
Poi avviene la
sostituzione carismatica di Mattia, dove Pietro, pur alla presenza dei 120
fratelli, fa chiarissimo riferimento agli Undici apostoli (1,26)
Avviene infine
l’Effusione dello Spirito sulle stesse persone di cui parlava il precedente
versetto (coll’aggiunta di Mattia): “Si trovavano tutti insieme nello stesso
luogo” (2,1), dove “tutti furono colmati di Spirito Santo” (2,4)
Sulla presenza di Maria, la
Madre di Gesù
Benché sia
strettamente obbligato solo il riferimento ai Dodici, secondo la tradizione
ecclesiale riconosciamo possibile e probabile la presenza di “Maria, la Madre di Gesù”. Si avrebbe
così un parallelo teologico tra l’origine del corpo individuale del Salvatore
per la “potenza” dello Spirito Santo (Lc 1,35) e l’origine del suo corpo
comunitario, che è la Chiesa.
Questa lettura
teologica ci conduce a vedere il legame
che unifica Risuscitamento, Recezione-Effusione dello Spirito e Generazione di
Cristo, come appare dai seguenti testi:
-
Rm 1,4: “(Cristo Gesù) costituito Figlio di Dio
con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei
morti, Gesù Cristo nostro Signore”
-
At 2,32s: “Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e
noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver
ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi
potete vedere e udire”
-
At 13,33: “Dio l’ha compiuta (la promessa fatta ai
padri) per noi loro figli, risuscitando Gesù come anche sta scritto nel salmo
secondo: Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato”
Concludendo: Tra
le quattro “note” della Chiesa nel Simbolo Costantinopolitano[6], compare
“apostolica”, mentre “mariana” viene scoperto da una teologia non più solo
istituzionale, ma specificamente spirituale (in At 1,14 erano infatti radunati
per la preghiera) e ugualmente “costitutiva” per la Chiesa di Cristo.
[1]
Nei suoi due libri Luca usa sostantivi e verbi che esprimono l’Assunzione (come
in quasi tutto il NT, è a Dio Padre che vengono attribuiti il Risuscitamento e
l’Elevazione di Gesù al Cielo).
2 Forse conviene
attingere alla troppa luce del IV evangelista se si vuol comporre in armonia
queste tre espressioni: “Non sono ancora salito al Padre…. Salgo al Padre mio e
Padre vostro….Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,17.22). Ma anche dalla
costatazione che il terzo evangelista fa seguire immediatamente il racconto
dell’Assunzione (Lc 24,50-53) all’apparizione agli apostoli (24,31-49) possiamo
vedere la difficoltà che hanno gli agiografi nel tentativo di presentare il
valore storico parallelamente con quello teologico.
[3] Questo vocabolo (hyperòon),
che nel NT ricorre solo in Atti, può indicare il Cenacolo dell’ultima Cena,
come fa Lc 22,12 col vocabolo anàgaion
(sala al piano superiore); mentre Gesù aveva chiesto una stanza comune, un katàlyma (che non aveva trovato a Betlemme: Lc 2,7).
[4] Secondo la mia idea, gli Undici e le donne (che
avevano seguito Gesù dalla Galilea a seguito di una “vocazione”) costituiscono
la “famiglia nuova” di Cristo, base su cui si fonderà la Chiesa apostolica
[5] Questo secondo binomio rappresenterebbe la famiglia
“carnale” del Gesù terreno, che, una volta finalmente riconosciuta la sua
identità, fiorirà a Gerusalemme (cfr Gal 2,12; At 21,17) nei gruppi dei
giudeocristiani palestinesi, dei quali si parla spesso nel NT (ma non se ne
parlerà più a partire dal concilio di Nicea, a. 325). Importantissima è la
menzione, distinta fra tutti; di Maria, la Madre di Gesù (coll’articolo)
[6] Enchiridion del Denzinger, n. 150
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