venerdì 20 maggio 2016

In principio era lo Spirito



NELLA  PENTECOSTE

Chi era presente al momento dell’Effusione dello Spirito Santo?
Ammirando uno dei molti dipinti sulla ”discesa” dello Spirito che rappresentano Maria al centro del gruppo dei Dodici, ci s’impone la domanda se i presenti cui si riferisce At 2 siano quelli numerati nel cap. primo.
Ci viene in aiuto la grande idea di H. Urs von Balthasar del principio mariano e di quello petrino nella Chiesa; idea che possiamo attribuire alla duplice ecclesiologia, rispettivamente quella istituzionale degli Apostoli e quella spirituale di Maria Santissima.

Sulla presenza degli Apostoli

Dobbiamo partire dal vedere se erano presenti gli Undici come nel luogo di rifugio usato dopo l’Assunzione di Gesù[1]. In Gv 16,7 le parole di Gesù già indicano con insistenza che Ascensione ed Effusione sono poste in parallelo: “E’ bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclèto; se invece me ne vado, lo manderò a voi” (cfr Gv 7,39)[2]
Le persone principali di cui si parla sono Apostoli: gli Undici subito dopo l’Assunzione; i Dodici il giorno di Pentecoste.
Prima di allontanarsi da loro, Gesù ripete la promessa dello Spirito: “Voi, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo” (At 1,5); “Riceverete la forza dello Spirito Santo, che scenderà su di voi” (1,8)
Gesù “fu elevato in alto” (1,9; cfr 1,11)
“Salirono nella stanza al piano superiore[3], dove erano soliti riunirsi”  A questo punto, vengono nominati gli Undici (1,13). E continua al vs. seguente:
- “Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne[4]
- e Maria, la Madre di Gesù, e coi fratelli di lui”[5]
Poi avviene la sostituzione carismatica di Mattia, dove Pietro, pur alla presenza dei 120 fratelli, fa chiarissimo riferimento agli Undici apostoli (1,26)
Avviene infine l’Effusione dello Spirito sulle stesse persone di cui parlava il precedente versetto (coll’aggiunta di Mattia): “Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” (2,1), dove “tutti furono colmati di Spirito Santo” (2,4)

Sulla presenza di Maria, la Madre di Gesù

Benché sia strettamente obbligato solo il riferimento ai Dodici, secondo la tradizione ecclesiale riconosciamo possibile e probabile la presenza di “Maria, la Madre di Gesù”. Si avrebbe così un parallelo teologico tra l’origine del corpo individuale del Salvatore per la “potenza” dello Spirito Santo (Lc 1,35) e l’origine del suo corpo comunitario, che è la Chiesa.
Questa lettura teologica ci conduce  a vedere il legame che unifica Risuscitamento, Recezione-Effusione dello Spirito e Generazione di Cristo, come appare dai seguenti testi:
-          Rm 1,4: “(Cristo Gesù) costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore”
-          At 2,32s: “Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire”
-          At 13,33: “Dio l’ha compiuta (la promessa fatta ai padri) per noi loro figli, risuscitando Gesù come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato”

Concludendo: Tra le quattro “note” della Chiesa nel Simbolo Costantinopolitano[6], compare “apostolica”, mentre “mariana” viene scoperto da una teologia non più solo istituzionale, ma specificamente spirituale (in At 1,14 erano infatti radunati per la preghiera) e ugualmente “costitutiva” per la Chiesa di Cristo.


[1] Nei suoi due libri Luca usa sostantivi e verbi che esprimono l’Assunzione (come in quasi tutto il NT, è a Dio Padre che vengono attribuiti il Risuscitamento e l’Elevazione di Gesù al Cielo).

2 Forse conviene attingere alla troppa luce del IV evangelista se si vuol comporre in armonia queste tre espressioni: “Non sono ancora salito al Padre…. Salgo al Padre mio e Padre vostro….Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,17.22). Ma anche dalla costatazione che il terzo evangelista fa seguire immediatamente il racconto dell’Assunzione (Lc 24,50-53) all’apparizione agli apostoli (24,31-49) possiamo vedere la difficoltà che hanno gli agiografi nel tentativo di presentare il valore storico parallelamente con quello teologico.

[3] Questo vocabolo (hyperòon), che nel NT ricorre solo in Atti, può indicare il Cenacolo dell’ultima Cena, come fa Lc 22,12 col vocabolo anàgaion (sala al piano superiore); mentre Gesù aveva chiesto una stanza comune, un katàlyma (che  non aveva trovato a Betlemme: Lc 2,7).

[4] Secondo la mia idea, gli Undici e le donne (che avevano seguito Gesù dalla Galilea a seguito di una “vocazione”) costituiscono la “famiglia nuova” di Cristo, base su cui si fonderà la Chiesa apostolica

[5] Questo secondo binomio rappresenterebbe la famiglia “carnale” del Gesù terreno, che, una volta finalmente riconosciuta la sua identità, fiorirà a Gerusalemme (cfr Gal 2,12; At 21,17) nei gruppi dei giudeocristiani palestinesi, dei quali si parla spesso nel NT (ma non se ne parlerà più a partire dal concilio di Nicea, a. 325). Importantissima è la menzione, distinta fra tutti; di Maria, la Madre di Gesù (coll’articolo)

[6] Enchiridion del Denzinger, n. 150

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