mercoledì 11 maggio 2016

Cristianesimo da rottamare?



LETTERA PER CHIARIRSI LE IDEE (se possibile)

Cari amici,
giorni or sono avevo sentito "in radio" una frase del papa attualmente (eccome!) regnante che diceva (riassumendo): Le varie religioni (quindi: non escluso il Cristianesimo) hanno una loro funzione, ma alla fine ciò cesserà e tutto confluirà nei valori della comune umanità.
Ho detto: Forse ero nell'ambiguo periodo del "dormiveglia", e solo poco dopo cercando in internet ho trovato - tra le intenzioni del glorioso "Apostolato della Preghiera"! - proprio la seguente simile da lui emanata (gennaio 2016):

"Confido in voi - chiede il Papa - per diffondere la mia petizione di questo mese: perché il dialogo sincero fra uomini e donne di religioni differenti porti frutti di pace e di giustizia. Molti pensano in modo diverso, sentono in modo diverso. Cercano Dio o trovano Dio in diversi modi. Alcuni si dicono agnostici, non sanno se Dio esiste o no. Altri si dichiarano atei. In questa moltitudine in questa ampia gamma di religioni e assenza di religioni, vi è una sola certezza: siamo tutti figli di Dio".
"Solo attraverso il dialogo - prosegue - potremo eliminare l'intolleranza e la discriminazione".

Nei miei studi “periferici” mi sono sempre fermato su alcune idee:
-          Voltaire proponeva di escludere le religioni positive (rivelate) per salvare il tesoro della tolleranza, che allora non pochi giudicavano debolezza;
-          Comte  invocava l'avvento della religione dell'umanità e addirittura auspicava l’avvento di un “papa positivo” che eserciterà la sua autorità sulle autorità positive che si occuperanno dello sviluppo delle industrie e dell’utilizzazione pratica delle scoperte (Système de politique positive);
-          Feuerbach esultava per la fatale metamorfosi della teologia in antropologia, la quale ultima risulta così privata dell’essenziale dimensione verticale. Questa metamorfosi in filosofia sarà parzialmente riesumata nella teoria pan-salvifica del discusso “cristianesimo anonimo” del gesuita Karl Rahner (con annessa la famosa “svolta antropologica”)[1], dove impongono i propri parametri strutturali sia la filosofia trascendentale sulla teologia che ne deriva, sia l’esperienza religiosa dei popoli sulla fede esplicitamente cristiana

Propongo qui alcune serie di osservazioni:

1. Se assumiamo “religione” nella sua accezione comune, non troviamo logica l’etichetta “religione dell’umanità” – accettando così Feuerbach che proclama: “Homo homini deus est” -  in quanto l’uomo nella religione viene visto in “relazione a” un essere comunque superiore (non per esempio quando disapprovo la religione del dio denaro).

2. Per capire la distinzione rahneriana fra teologia trascendentale e categoriale, possiamo fare ricorso a un esempio di rapporto tra due elementi coordinati, ma di ordini diversi:
a) Il terreno agricolo, aperto ad ogni immissione di seme, che rappresenta la struttura originaria (a priori), nell’ordine della fattibilità potenziale
b) La semina dell’agricoltore, riferita ad un particolare seme, che rappresenta il fatto (a posteriori), nell’ordine della fattualità storica. La “missione” delle autorità socio-politiche è quella di diffondere la seminagione nel maggior numero di terreni del pianeta.
Ogni uomo è quindi creato coll’apertura ad un possibile evento rivelatorio-salvifico (struttura originaria), mentre l’intervento rivelatorio-salvifico di Dio è nell’ordine cristico storico e lo Spirito è mandato ad estendere e approfondire la funzione storica di Cristo (vedi Gv cc. 14-16; Eb 1,1s.)

3. Nella filosofia trascendentale si parla di tensione dell’uomo verso l’infinito. Ma l’uomo contemporaneo, autodivinizzatosi, impastato di scienza e tecnica e vaccinato contro il teismo e la metafisica,  è un “ateo” che non si pone problemi; che dice: “Padre nostro che sei nei cieli. Restaci. E noi resteremo sulla terra” (Jacques Prévert). Perché Dio è un non senso, un intralcio inutile

4. Nella grandiosa costruzione del tedesco Rahner si nota il tormento per il generale allontanamento da Dio. Egli usa alcuni argomenti non del tutto cogenti per accettare i due corni del dilemma: volontà salvifica universale e unicità del Salvatore assoluto. Ma la teologia trascendentale che ne risulta, spogliata dei “paramenti” indossati per l’occasione, è essenzialmente filosofia trascendentale.

5. Perché siamo andati incontro a un rischioso parallelo tra Feuerbach e Rahner?
Per Feuerbach  la religione è ingannevole in quanto frutto dell’immaginazione e delle aspirazioni dell’uomo; la morale concreta professa un solo comandamento: l’amore dell’uomo (filantropia),.
Pur con le buone intenzioni di Rahner, questo rimane un tentativo parzialmente riuscito. Il cristianesimo anonimo è un’ideologia consolatoria che cerca di sostituire la fede in coloro che non conoscono, o che hanno rifiutato, o che combattono il Cristo. E la fede resterà sempre un dono. Non parlano i teologi di “irruzione” quando descrivono gli eventi rivelatori e salvifici di Dio?
Per farmi perdonare, ricorderò che gli studiosi di teologia trovano posizioni meno felici persino nel massimo dottore della Chiesa latina, S. Agostino.

6. Quella trimurti di filosofi ci può mettere in guardia dallo svuotamento (kenosis) dell’inconfondibile rapporto con Dio nel Cristianesimo che (ma spero di sbagliarmi) alcune parole di un “papa laico”, attualmente il capo di stato più osannato nell’universo, sembrerebbero preconizzare

Sono in dormiveglia, o sono come il vigilante "ramo di mandorlo" del profeta (Ger 1,11s)? Preghiamo, per noi e per chi ne ha più di bisogno

                                                                                              Uno fratello tra di voi.

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APPENDICE

Chi sospettasse che io esagero, potrebbe leggere questa pubblicità arrivatami da GABRIELLI EDITORI, San Pietro in Cariano (VR):

John Shelby Spong - María López Vigil
Roger Lenaers - José María Vigil
OLTRE LE RELIGIONI
UNA NUOVA EPOCA PER LA SPIRITUALITÀ UMANA
prefazione di Marcelo Barros
a cura di Claudia Fanti e Ferdinando Sudati

Il libro raccoglie gli interventi di quattro tra i nomi più prestigiosi, brillanti e amati della nuova teologia di frontiera, accomunati dalla tesi che le religioni così come le conosciamo siano destinate a lasciare spazio a qualcosa di nuovo e non ancora facilmente prevedibile, ma sicuramente aprendo all'insopprimibile dimensione spirituale dell'essere umano un futuro ricco di straordinarie possibilità. 
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[1] Vedi critiche per esempio di De Lubac (che al massimo accetterebbe l’espressione “cristiani anonimi”) e di von Balthasar; vedi il documento della CTI, Teologia delle redenzione, del 20-XI-1994, nn. 30-32. Il volume nel quale Rahner ha espresso più compiutamente la sua idea è Corso fondamentale sulla fede, Paoline, Alba 1977 (originale 1976).

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