venerdì 15 aprile 2016

Nel triduo sacro



IN COENA DOMINI

Per raggiungere i fondamenti dell’Eucaristia, prima di accostare visioni e rivelazioni extrabibliche…., ricorriamo a 1Cor 11 (scritta nel 54, circa 12-14 anni prima del vangelo secondo Marco)

La diade dei “corpi”

Nella mentalità semitica il corpo è tutto l’uomo in quanto è - e si manifesta e opera - presente al mondo.

1)      Gesù ci fa dono del suo Corpo sacramentale nel banchetto (non nel Tempio….)
2)      Egli quindi dona tutto sé stesso al discepoli commensali e con questo costituisce la prima nuova Comunità dei credenti, cioè la Chiesa, Corpo comunitario di Cristo.   
NB. Lumen gentium n. 48 definisce la Chiesa “sacramento universale di salvezza”

La dualità delle “specie” eucaristiche e il dono di Amore

Il pane diventa Corpo del Signore (1Cor 10,16s; Gv 6), col quale ci è donata la vita “eterna”, cioè divina (divinizzazione)
Il vino diventa Sangue del Signore (Eb 9,11-14), per mezzo del quale ci è donata la redenzione delle colpe

L’atto della Salvezza è avvenuto “una volta per sempre” (Eb 7,27; 9,12.26-28; 10,10), per cui nella rinnovata formula dell’ “Apostolato della preghiera” al Padre si dice correttamente: “….in unione col Tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi a Te nell’Eucaristia….”
Il sacrificio non è mai “vendicativo”, ma segno di Amore

Le attenzioni primarie nell’’Eucaristia

1)      Primaria è la celebrazione, cui segue l’adorazione. Corpo e Sangue vengono offerti come cibo e bevanda (vedi anche Gv 6)
2)      Dio offre primariamente alla Comunità dei credenti i suo Doni, che poi vengono necessariamente partecipati a ciascuno. Oggi l’Eucaristia viene donata attraverso l’altro dono, che è la Chiesa.

Il principio di reciprocità “L’Eucaristia fa la Chiesa, la Chiesa fa l’Eucaristia” è spiegabile perché il corpo è strumento di generazione; mentre lo spirito è fonte di partecipazione.

CHRISTI AMOR

Come insegna Benedetto XVI, è da superare lo schema tradizionale di un Dio Padre adirato per la ribellione (peccato) dell’uomo, che impone al Figlio Gesù Cristo di riparare riaffermando la sottomissione (obbedienza) con la sua morte. Dio vi è presentato come un Dominatore rigorosamente giusto e non come un Padre pieno d’amore fedele (o misericordia; cfr Es 34,5-7).

La nostra comunione di vita con Dio – che ci è concessa con la Fede e i Sacramenti della Fede – è demolita dal peccato. Per questo nell’AT (specialmente nei cc. 1-3 di Osea e 16 e 23 di Ezechiele) l’idolatria – rottura col Signore e comunione con altri dèi – è simboleggiata dall’adulterio o dalla prostituzione: il fallimento dell’unione matrimoniale.

Il Figlio di Dio incarnato – predesignato rappresentante dell’umanità peccatrice - fa esperienza sulla Croce dell’essere da Dio abbandonato alla morte inflittagli dagli uomini (“Perché….?”: Mc 15,34)
Ma colui che aveva detto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13), con un sublime slancio di Fede si affida totalmente al Padre: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46), dopo aver assicurato nella Speranza di una vita di comunione il delinquente pentito: “Oggi sarai con me (in paradiso)” (Lc 23,43): è la comunione totale ed eterna. Carità, cioè Amore.
I cristiani orientali, superando la nostra teologia eucaristica, ritengono che “il corpo celeste di Cristo non appartiene più a questo mondo (….) Non si tratta del permanere degli accidenti del pane, ma del permanere dei nostri occhi, incapaci di contemplare la carne celeste….” (P. E. Evdokimov). Perché la celebrazione dell’Eucaristia misticamente ci fa partecipi della comunione liturgica del mondo celeste.
Nel mistero del Dono ricevuto e trasmesso (Spirito Santo: cfr At 2,33), col Risuscitamento il Padre dà la nuova vita all’uomo Gesù, vita che gli comunica ab aeterno nella Trinità: “Il Padre….ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso” (Gv 5,26).


HODIE  SILENTIUM  MAGNUM

(Santo e grande Sabato)

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