Una rinnovata catechesi
eucaristica
Tutti ci siamo accorti che è
cambiata (e approfondita) la comprensione del mistero eucaristico perché è nato
il trattato di “Teologia della Liturgia”.
I - Perché queste novità?
- La teologia dei
sacramenti non si fonda sulle affermazioni polemiche dei cattolici contro i
protestanti, ma sulla rimeditazione dei testi biblici secondo le norme di una
sana esegesi.
- Il centro del
mistero eucaristico si trova nella celebrazione, l’elemento più importante nei
confronti dell’adorazione.
- Il più grande dei sacramenti, l’Eucaristia, deve essere trattato
come un elemento fondamentale della fede-vita cristiana e non come una pratica
di devozione.
- Esso non segna
soltanto il rapporto tra il fedele e Cristo, ma anche la “comunione” dei fedeli
tra loro.
II - La parola stessa “Eucaristia” ci dice che primario non è il sacrificio,
ma la preghiera di lode e ringraziamento.
- La celebrazione
eucaristica comprende una duplice mensa: quella della Parola e quella del
Pane-Vino (non solo del Pane!).
- E’ offerta da
Cristo insieme al suo corpo ecclesiale sempre direttamente a Dio Padre (prece
eucaristica V: “E’ Cristo che si dona…”),
nella “comunione”dello Spirito[1].
- Questo sacramento
ha una fondamentale direzione “escatologica”: “Voi annunciate la morte del Signore finché egli venga” (1 Corinzi
11,26).
III - Il racconto dell’istituzione, specialmente nel testo di Luca, è formulato sulla
scia della celebrazione pasquale ebraica[2]
Il racconto lucano può essere diviso in due parti:
- Richiamo della cena
(“séder”) ebraica: “E ricevuto un calice,
rese grazie e disse:….da questo momento non berrò più del frutto della vite,
finché non verrà il Regno di Dio” (22,17-18).
- Istituzione
dell’Eucaristia: “Poi prese il pane, rese
grazie, lo spezzò….” (22,19); “E dopo
aver cenato fece lo stesso con il calice dicendo: Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue” (22,20)[3].
IV - Quali sono le parti della nostra celebrazione sul Pane-Vino?
- Nella presentazione
dei doni si fa chiaro riferimento alla preghiera della ”haggadà” biblica.: “Benedetto sei tu JHWH, nostro Dio, che hai
creato il frutto della vite (….) JHWH, nostro Dio ci ha donato…il giorno della
festa degli azzimi (….) Benedetto sei tu JHWH che santifichi la festa degli
azzimi”.
- Alla consacrazione
(santificazione) si dice due volte: “Egli…ti
rese grazie con la preghiera di benedizione….” (Non benedisse il pane!).
- Il vero offertorio
dice (prece eucaristica III): “Ti
offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo”
(cioè il Corpo e il Sangue di Cristo).
- Alla comunione
dei fedeli, si risponde Amen (= Credo
che è così) alla proposizione “Il Corpo
di Cristo”[4].
[1] La presenza-azione dello Spirito Santo,
mirabilmente sottolineata nell’ecclesiologia orientale, è stata limitata da noi
alla dimensione privatistica e devozionale.
[2] Secondo
Giovanni, l’ultima cena è un pasto di addio.
[3] Questa seconda frase fa riferimento a Esodo
24,8: (Mosè disse) “Ecco il sangue
dell’alleanza che JHWH ha concluso con voi sulla base di queste parole”.
[4]
Giovanni, nella parte sicuramente eucaristica (6,51c-56) del composito discorso
di Cafarnao, evidenzia la realtà del cibo-bevanda.
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