domenica 21 giugno 2015

Micron



Una rinnovata catechesi eucaristica

Tutti ci siamo accorti che è cambiata (e approfondita) la comprensione del mistero eucaristico perché è nato il trattato di “Teologia della Liturgia”.

I - Perché queste novità?
-  La teologia dei sacramenti non si fonda sulle affermazioni polemiche dei cattolici contro i protestanti, ma sulla rimeditazione dei testi biblici secondo le norme di una sana esegesi.
-  Il centro del mistero eucaristico si trova nella celebrazione, l’elemento più importante nei confronti dell’adorazione.
- Il più grande dei sacramenti, l’Eucaristia, deve essere trattato come un elemento fondamentale della fede-vita cristiana e non come una pratica di devozione.
-  Esso non segna soltanto il rapporto tra il fedele e Cristo, ma anche la “comunione” dei fedeli tra loro.
II - La parola stessa “Eucaristia” ci dice che primario non è il sacrificio, ma la preghiera di lode e ringraziamento.
-  La celebrazione eucaristica comprende una duplice mensa: quella della Parola e quella del Pane-Vino (non solo del Pane!).
-  E’ offerta da Cristo insieme al suo corpo ecclesiale sempre direttamente a Dio Padre (prece eucaristica V: “E’ Cristo che si dona…”), nella “comunione”dello Spirito[1].
-  Questo sacramento ha una fondamentale direzione “escatologica”: “Voi annunciate la morte del Signore finché egli venga” (1 Corinzi 11,26).
III - Il racconto dell’istituzione, specialmente nel testo di Luca, è formulato sulla scia della celebrazione pasquale ebraica[2]
Il racconto lucano può essere diviso in due parti:
-  Richiamo della cena (“séder”) ebraica: “E ricevuto un calice, rese grazie e disse:….da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il Regno di Dio” (22,17-18).
-  Istituzione dell’Eucaristia: “Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò….” (22,19); “E dopo aver cenato fece lo stesso con il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue” (22,20)[3].  
IV - Quali sono le parti della nostra celebrazione sul Pane-Vino?
-  Nella presentazione dei doni si fa chiaro riferimento alla preghiera della ”haggadà” biblica.: “Benedetto sei tu JHWH, nostro Dio, che hai creato il frutto della vite (….) JHWH, nostro Dio ci ha donato…il giorno della festa degli azzimi (….) Benedetto sei tu JHWH che santifichi la festa degli azzimi”.
-  Alla consacrazione (santificazione) si dice due volte: “Egli…ti rese grazie con la preghiera di benedizione….” (Non benedisse il pane!).
-   Il vero offertorio dice (prece eucaristica III): “Ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo” (cioè il Corpo e il Sangue di Cristo).
-  Alla comunione dei fedeli, si risponde Amen (= Credo che è così) alla proposizione “Il Corpo di Cristo”[4].


[1] La presenza-azione dello Spirito Santo, mirabilmente sottolineata nell’ecclesiologia orientale, è stata limitata da noi alla dimensione privatistica e devozionale.
[2]  Secondo Giovanni, l’ultima cena è un pasto di addio.
[3] Questa seconda frase fa riferimento a Esodo 24,8: (Mosè disse) “Ecco il sangue dell’alleanza che JHWH ha concluso con voi sulla base di queste parole”.
[4] Giovanni, nella parte sicuramente eucaristica (6,51c-56) del composito discorso di Cafarnao, evidenzia la realtà del cibo-bevanda.

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