sabato 14 marzo 2015

Da Israele alla Chiesa



La triplice Pasqua

La Pasqua è l'evento genetico da cui nasce la fede-vita ebraico-cristiana.
E' "mistero", cioè realtà che, superando la nostra intelligenza e capacità di realizzazione, dobbiamo accettare con gratitudine fidandoci di (e affidandoci a) Dio.

Proponiamo una lettura a tre facce del mistero centrale della Pasqua, sul seguente schema:

  1. Dio propone e conclude un’alleanza,
  2. mediante il segno del banchetto,
  3. con una comunità umana (popolo, chiesa),
  4. per salvarla con la liberazione-perdono dal male-peccato, nel segno del sangue,
  5. e per conferirle il dono della sua vita e del suo aiuto,
  6. e per destinarla alla sua lode perenne.

MISTERO D’ISRAELE, IL PRIMO POPOLO ELETTO

  1. Dio stringe l’alleanza dell’esodo con Israele, che si concluderà sul Sinai;
  2. In partenza verso il viaggio della liberazione, raccolta in fretta la “pasta senza lievito”, le varie comunità famigliari celebrano il banchetto coll’agnello[1].
  3. L’esodo riunifica le “tribù” nell’unico Popolo d’Israele;
  4. Col segno del sangue sugli stipiti delle porte, Dio risparmia al Popolo la morte dei primogeniti, in preparazione alle molte volte in cui egli dovrà perdonare, soprattutto nell’alleanza violata;
  5. Dio difende nelle battaglie e nutre con la manna e le quaglie il suo Popolo pellegrinante nel deserto;
  6. Finalmente il Popolo, una volta libero nel deserto, potrà celebrare (Es 3,12; 7,16: “servire il Signore”) il rito conclusivo dell’alleanza[2].

MISTERO PASQUALE DI MORTE E RISURREZIONE

  1. Dio raduna la nuova comunità dei credenti nel segno della Morte e del Risuscitamento di Gesù;
  2. Morte e Risurrezione sono anticipati “prima della passione” nel dono del Corpo “dato” e nel Sangue “effuso” di Gesù;
  3. Nella Morte e Risurrezione – il “passaggio da questo mondo al Padre” (Gv 13,1) - viene costituita la Chiesa cristiana, che passa dal peccato del rinnegamento al riconoscimento del Risorto;
  4. Offrendo il suo Sangue in sacrificio al Padre, Cristo ci libera e purifica dalle colpe (Eb 9,11-22);
  5. Col dono della sua vita  sulla Croce e in forza della nuova vita con cui è risuscitato dal Padre, il Primogenito che è Cristo ci conferisce nello Spirito la vita di figli adottivi, per cui “siamo fatti partecipi della natura divina” (2Pt 1,4);
  6. Le prime comunità liturgiche cristiane - rivivranno la Morte e Risurrezione del Signore nei segni sacramentali del Battesimo ed (in obbedienza all’ordine “Fate questo in memoria di me”) Eucaristia.

MISTERO EUCARISTICO DEL CORPO E SANGUE

  1. Con la sua Parola Dio convoca una comunità particolare di battezzati per la vita della nuova ed eterna alleanza;
  2. essa nel segno della prepasquale “Cena del Signore”, ripresenta sacramentalmente il sacrificio del Corpo e Sangue del Signore;
  3. La piccola comunità diviene così icona di tutto il Popolo definitivo (escatologico) di Dio vivente sulla terra (Chiesa cristiana),
  4. e viene liberata da ogni peccato col Sangue di Cristo;
  5. Così essa, ricevendo il dono della nuova vita e facendo tesoro dell’aiuto divino, diviene il Corpo comunitario (ecclesiale) di Cristo
  6. La comunità è incaricata di “celebrare la Morte del Signore finché egli venga” (1Cor 11,26).

APPENDICI

A - Molti tratti di Es 24, 3-8 si prestano a fare riflettere sulle analogie con la nostra Eucaristia:
-          La Parola di Dio scritta e accettata (alleanza)
-          Animali immolati (e, stando ai vv. 9-11, in seguito consumati)
-          Il sangue viene asperso sull’altare (simbolo di Dio) e sul Popolo (richiamato dalle 12 stele)
-          Le parole di Mosè “Ecco il sangue dell’alleanza…” sono riprodotte nella redazione dell’istituzione secondo il testo di Marco e Matteo



B - Il IV vangelo (Gv) ci offre la suprema sintesi del MISTERO PASQUALE come in un prisma trasparente a quattro facce, al cui interno s'intravedono le tre Persone del Dio uno. Esso è presentato come l’Ora di Gesù, l’Ora della “Gloria” (Gloria è Dio stesso in quanto si rivela agli uomini: 1,14). Quest'Ora comprende la Morte e l’Esaltazione:
“Gesù, sapendo che era venuta la sua Ora di passare da questo modo al Padre….” (13,1); questo versetto può preludere alla III faccia
”Padre, è giunta l’Ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te” (17,1)
I – La Morte
a) Anticipata nella Cena: “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (6,51c); “questo versetto viene considerato parallelo a Lc 22,19: “Questo è il mio corpo che è dato per voi”; nei versetti seguenti 6,53-56 si parla di “carne e sangue”
b) Attuata sulla Croce (con la “rilettura” del Getsemani):
“E’ venuta l’Ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato” (12,23)
“Che cosa dirò? Padre, salvami da quest’Ora?  Ma proprio per questo sono giunto a quest’Ora!” (12,27)
 “Ecco viene l’Ora, anzi è già venuta, in cui….mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me” (!6,32)
c) Preludio alla consegna dello Spirito (IV faccia): “E, chinato il capo, consegnò lo (to) spirito/Spirito” (19,30)
II – La Risurrezione
Che viene presentata nei riconoscimenti del Risorto:
”Ella si voltò e gli disse in ebraico: Rabbunì” (20,16)
“E i discepoli gioirono al vedere il Signore” (20,21)
III – L’Ascensione
“Non sono ancora salito al Padre….Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (20,17)
IV – L’Effusione dello Spirito
“Ricevete (lo) Spirito Santo” (20,22); questo versetto può essere introdotto da 7,39: “Questo egli disse dello (tou) Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora (lo) Spirito perché Gesù non era ancora stato glorificato”..

C - Nell’Eucaristia abbiamo due versanti:
-          in riferimento alla Risurrezione, è “comunione”: Cibo che edifica il Corpo comunitario del Cristo risorto
-          in riferimento alla Croce, è “sacrificio”: Sangue che riallaccia l’alleanza espiando le nostre colpe.


La domenica, “giorno del Signore nella sua Chiesa e della Chiesa nel suo Signore”, nella celebrazione eucaristica è veramente la Pasqua settimanale, il microcosmo della salvezza.


[1] Questa “fretta” (“con i fianchi cinti, il bastone in mano”: Es 12,11) può richiamare l’annuncio dell’imminenza del Regno di Dio proclamato da Gesù fin dalla Galilea.
[2] Vedi l'Appendice A.

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