mercoledì 25 giugno 2014

Tre configurazioni di chiesa



CHIESA LOCALE, PARTICOLARE, UNIVERSALE

1 -Premesse

Tempo e spazio (hic et nunc) sono i due elementi che contraddistinguono, mentre pure lo condizionano,  l’uomo nel suo essere-nel-mondo e lo collocano in relazione coi propri simili.
Gli uomini che vivono in un territorio (es. provincia) sono uniti in una comunità (es. di dialetto, di storia civica….) che ha un passato, un presente e un futuro.
Quando gli uomini si trovano insieme in un’assemblea in un dato tempo formano una comunità (es. politica, didattica…) che ha bisogno di un luogo determinato.

“Chiesa” (ekklesìa in greco) nel linguaggio cristiano può assumere due significati:
-         comunità di persone credenti che vivono in un territorio topografico o geografico (città, regione,….); ciò che rappresenta un valore quantitativo sociologico divisibile (numero di abitanti…)
-         assemblea liturgica di oranti fisicamente radunati in un luogo concreto; ciò che rappresenta un valore qualitativo sacramentale non divisibile (partecipazione ai doni soprannaturali)

2 - Come fu istituita la prima Chiesa

Durante la missione pubblica di Gesù viene preannunciato il nuovo Popolo di Dio, nel quale assume simbolicamente particolare rilievo un unico gruppo di dodici discepoli che dopo la Risurrezione assumeranno la funzione di apostoli in una struttura fondata su Simone-Pietro (Mt 16,18)

La realizzazione della Chiesa avviene in tre momenti, nel mistero pasquale:
-         Ultima cena                             (in cui il principale agente è Cristo)
-         Raduni del Risorto                                            
-         Effusione dello Spirito            (che segna la manifestazione pubblica della Chiesa di Cristo)

La Chiesa madre di Gerusalemme nasce unica, in un unico luogo (locale), con i testimoni del Risorto e il dono dello Spirito di Cristo (At 1,22; 2), e manda gli annunciatori (fra i quali alcuni dei Dodici: At 8,15.25) in altri luoghi

Funzioni della comunità–assemblea (At 2,42)
-         Insegnamento degli apostoli
-         Vita in comune (comunione)
-         Frazione del pane
-         Preghiere pubbliche
Notiamo che i primi due elementi si riferiscono soprattutto alla comunità, i secondi due all’assemblea

In un secondo tempo alcune chiese hanno dei presbiteri residenti (At 11,30; 14,23); nelle quali si celebra l’Eucaristia, e Paolo ne mantiene la guida (è probabile che la liturgia raccontata in At 20,7-11 sia stata un’assemblea eucaristica)
In tutto il NT presbitero aveva lo stesso significato di episcopo (cfr Fil 1,1; At 20,17 e 28; lettere pastorali)

In un terzo tempo la Chiesa di Gerusalemme è guidata da un capo, Giacomo, fratello del Signore, e dai presbiteri (At 21,18)

3 - Come si moltiplicano oggi le Chiese
Premettiamo un significato diverso rispettivamente tra “portio“e “pars”:
- portio indica un individuo che contiene gli elementi essenziali che sono comuni anche ad altri (es. una mela); pars indica la suddivisione di un elemento più grande (es. la fetta di una torta)
- la prima risponde alla domanda “che cosa?” (qualità, ontologia); la seconda risponde alla domanda “quanto?” (quantità, estensione), come nella suddivisione in comuni e province del territorio nazionale

NB. I testi del Vaticano II non distinguono sufficientemente locale da particolare; il primo aggettivo è di solito preferito dal teologo, il secondo dal giurista.

Recepiamo quindi l’ecclesiologia  di alcuni teologi della diaspora russa
a) Il nucleo genetico e primitivo è l’assemblea liturgica, con la presenza della Parola e del Sacramento (la Chiesa locale)

b) Presenza in diversi territori di comunità che costituiscono la Chiesa particolare (parrocchiale o diocesana)

E’ differenziata la presenza del presbitero e dell’episcopo; cioè la persona che nell’ordine del ministero mette in comunione una Chiesa con le Chiese di rango superiore:
-         il presbitero, che mette la sua comunità in comunione con quelle dei confratelli del presbiterio diocesano
-         l’episcopo, che mette la sua comunità in comunione con quelle dei confratelli del collegio episcopale e col Sommo Pontefice.

Queste strutture hanno subìto un’evoluzione nella storia: dai patriarcati alle conferenze episcopali (nazionali o continentali)

La Chiesa universale è la comunione di tutte le Chiese particolari (una comunione di comunità), che ha un duplice elemento di guida ministeriale nel collegio episcopale e nel primato-infallibilità del Papa

E’ possibile parlare, dopo i primi decenni, della sostituzione della Chiesa madre di Gerusalemme come centro di tutte le Chiese in quanto era sede dei Dodici (At 6,2). La centralità susseguente di Roma è significativa per la presenza in essa del capo del collegio dei vescovi

4 - Chiesa è dove riceviamo i doni essenziali della salvezza (Parola e sacramenti)

Elementi comuni
-         Celebrazione della Parola                     Identità di persona del Verbo con Cristo
-         Celebrazione del Sacramento                                           del Pane con Cristo
-         Ministro                                                Che esercita la funzione di Cristo porta e
                                                                          buon pastore (Gv 10,7.11)
Assumono valenze diverse i due sacramenti principali:
-         il Battesimo, che inserisce il credente in un rito (ortodosso, cristiano antico, latino,….)
-         l’Eucaristia, massima espressione di una comunità che è solita radunarsi in un luogo

La Chiesa assemblea ha un tempo e uno spazio puntuali. Elementi di riferimento essenziali e invariabili sono la proclamazione della Parola di Dio e la celebrazione del mistero eucaristico.
La Chiesa comunità ha un tempo continuo e uno spazio definito. Elemento di riferimento è la figura del ministro, distributore di quei “doni”.

Dove entriamo nella Chiesa
Nella Chiesa domestica, nata dal Matrimonio, dove ci vengono dati il Battesimo e l’annuncio di Cristo (precedente o conseguente)

Dove si vive la vita cristiana
Abbiamo distinto l’assemblea dalla comunità, che possiamo chiamare rispettivamente Chiesa locale (a) e Chiesa particolare (b)

I a - Nell’assemblea liturgica eucaristica (domenicale) presieduta da un presbitero, prolungamento del vescovo. E’ questa la cellula germinale della Chiesa
I b - Nella comunità (parrocchia), che risiede nella parte di un territorio assegnata alla cura di un presbitero mandato dal vescovo

II a - Nell’assemblea liturgica presieduta dal vescovo (come in un sinodo diocesano, nella messa del crisma…).
II b -  Nella diocesi che è guidata da un vescovo col suo presbiterio

III – In una comunione di diocesi a base regionale o cultuale o culturale, guidata dai suoi vescovi
IV – Nella comunione universale facente capo al collegio dei vescovi, presieduto e guidato dal vescovo di Roma, il Papa.

5 - Sui tre poteri che ha il ministro della Chiesa

Dobbiamo distinguere:
1 – il compito missionario di annunciare la Parola e il compito sacramentale di celebrare l’Eucaristia; tenendo conto che questo duplice compito fa parte del potere di ogni presbitero (che pure è soggetto alla regolazione del suo vescovo)
2 – il compito gerarchico di guidare il Popolo di Dio, missione esercitata in un corpo ministeriale che si attua a diversi livelli:
a) quello del vescovo nella Chiesa diocesana che gli è affidata (mentre i presbiteri partecipano, nella propria parrocchia, al suo potere ministeriale)
b) quello del collegio di tutti i vescovi che esercita la sua missione nella Chiesa universale; con un costitutivo e ineliminabile rapporto di comunione col vescovo di Roma (che pure ha il potere di regolare il collegio episcopale e i singoli vescovi).

6 - I vescovi come successori degli apostoli

Come siamo arrivati a questa affermazione ? Già nel NT  San Paolo – che è chiamato per antonomasia l’apostolo - ha una concezione molto ampia dell’apostolo (che per lui è un missionario), mentre S. Luca identifica praticamente gli apostoli coi Dodici

La figura del ministro è variabile in rapporto al territorio e allo sviluppo storico-teologico, secondo questo sommario schema:
I - Situazione espansiva itinerante: molto fluida
Dopo la scomparsa dei Dodici (At 12 e 15), i ministri hanno diverse funzioni. Esempi: “apostoli”, profeti e maestri (1Cor 12,28);  apostoli, profeti, evangelisti, pastori, maestri (Ef 4,11-16)
II – Situazione consolidativa con ministri residenti
Chiesa paoline: un presbiterio (dove il presbitero non si distingue dall’episcopo: At 20 e in seguito Lettera di Clemente, dove uno scrive a nome di una Chiesa rivolgendosi a un’altra)
Altre Chiese hanno un  presbiterio con capo (Giacomo, a Gerusalemme)
III – Situazione istituzionalizzata: in alcune Chiese compare la distinzione ternaria di episcopo, presbiteri, diaconi (mistica incarnativa di tipo giovanneo)
IV – Con l’allargamento dei territori
Nella Chiesa di Roma dei primi secoli si è verificato un passaggio dal Papa che nelle domeniche celebrava in una delle “stationes”, alla fissazione del presbitero celebrante stabilmente nella sua “parrocchia”
V - Dopo il terzo quarto del II secolo si ha la struttura ternaria per tutte le Chiese
A questo livello, per contrastare l’eresia gnostica, interviene S. Ireneo, parlando di Chiese fondate dagli apostoli, i quali hanno lasciato in eredità il loro carisma ai vescovi, ritenuti per questo “successori degli apostoli”


Nessun commento:

Posta un commento