CHIESA LOCALE,
PARTICOLARE, UNIVERSALE
1 -Premesse
Tempo e spazio (hic et nunc) sono i due elementi che
contraddistinguono, mentre pure lo condizionano, l’uomo nel suo essere-nel-mondo e lo collocano
in relazione coi propri simili.
Gli uomini che vivono in un territorio
(es. provincia) sono uniti in una comunità (es. di dialetto, di storia civica….)
che ha un passato, un presente e un futuro.
Quando gli uomini si trovano
insieme in un’assemblea in un dato tempo formano una comunità (es. politica,
didattica…) che ha bisogno di un luogo determinato.
“Chiesa” (ekklesìa in greco) nel linguaggio cristiano può assumere due
significati:
-
comunità di persone credenti che vivono in un
territorio topografico o geografico (città, regione,….); ciò che rappresenta un
valore quantitativo sociologico divisibile (numero di abitanti…)
-
assemblea liturgica di oranti fisicamente radunati
in un luogo concreto; ciò che rappresenta un valore qualitativo sacramentale non
divisibile (partecipazione ai doni soprannaturali)
2 - Come fu istituita la prima Chiesa
Durante la missione pubblica di
Gesù viene preannunciato il nuovo Popolo di Dio, nel quale assume
simbolicamente particolare rilievo un unico gruppo di dodici discepoli che dopo
la Risurrezione
assumeranno la funzione di apostoli in una struttura fondata su Simone-Pietro
(Mt 16,18)
La realizzazione della Chiesa avviene
in tre momenti, nel mistero pasquale:
-
Ultima cena (in cui il
principale agente è Cristo)
-
Raduni del Risorto “ “
-
Effusione dello Spirito (che segna la manifestazione
pubblica della Chiesa di Cristo)
La Chiesa madre di Gerusalemme
nasce unica, in un unico luogo (locale), con i testimoni del
Risorto e il dono dello Spirito di Cristo (At 1,22; 2), e manda gli
annunciatori (fra i quali alcuni dei Dodici: At 8,15.25) in altri luoghi
Funzioni della comunità–assemblea
(At 2,42)
-
Insegnamento degli apostoli
-
Vita in comune (comunione)
-
Frazione del pane
-
Preghiere pubbliche
Notiamo che i primi due elementi
si riferiscono soprattutto alla comunità, i secondi due all’assemblea
In un secondo tempo alcune chiese
hanno dei presbiteri residenti (At 11,30; 14,23); nelle quali si celebra
l’Eucaristia, e Paolo ne mantiene la guida (è probabile che la liturgia
raccontata in At 20,7-11 sia stata un’assemblea eucaristica)
In tutto il NT presbitero aveva
lo stesso significato di episcopo (cfr Fil 1,1; At 20,17 e 28; lettere
pastorali)
In un terzo tempo la Chiesa di Gerusalemme è
guidata da un capo, Giacomo, fratello del Signore, e dai presbiteri (At 21,18)
3 - Come si moltiplicano oggi le Chiese
Premettiamo un significato
diverso rispettivamente tra “portio“e
“pars”:
- portio indica un individuo che contiene gli elementi essenziali che sono comuni anche ad
altri (es. una mela); pars indica la
suddivisione di un elemento più grande (es. la fetta di una torta)
- la prima risponde alla domanda
“che cosa?” (qualità, ontologia); la seconda risponde alla domanda “quanto?” (quantità, estensione),
come nella suddivisione in comuni e province del territorio nazionale
NB. I testi del Vaticano II non
distinguono sufficientemente locale da particolare; il primo aggettivo è di
solito preferito dal teologo, il secondo dal giurista.
Recepiamo quindi
l’ecclesiologia di alcuni teologi della
diaspora russa
a) Il nucleo genetico e primitivo
è l’assemblea liturgica, con la presenza della Parola e del Sacramento (la Chiesa locale)
b) Presenza in diversi territori di
comunità che costituiscono la
Chiesa particolare (parrocchiale o diocesana)
E’ differenziata la presenza del
presbitero e dell’episcopo; cioè la persona che nell’ordine del ministero mette
in comunione una Chiesa con le Chiese di rango superiore:
-
il presbitero, che mette la sua comunità in comunione
con quelle dei confratelli del presbiterio diocesano
-
l’episcopo, che mette la sua comunità in comunione con quelle
dei confratelli del collegio episcopale e col Sommo Pontefice.
Queste strutture hanno subìto
un’evoluzione nella storia: dai patriarcati alle conferenze episcopali
(nazionali o continentali)
La Chiesa universale è la comunione
di tutte le Chiese particolari (una comunione di comunità), che ha un duplice
elemento di guida ministeriale nel collegio episcopale e nel
primato-infallibilità del Papa
E’ possibile parlare, dopo i
primi decenni, della sostituzione della Chiesa madre di Gerusalemme come centro
di tutte le Chiese in quanto era sede dei Dodici (At 6,2). La centralità
susseguente di Roma è significativa per la presenza in essa del capo del
collegio dei vescovi
4 - Chiesa è dove riceviamo i doni essenziali della salvezza (Parola e
sacramenti)
Elementi comuni
-
Celebrazione della Parola Identità di persona del
Verbo con Cristo
-
Celebrazione del Sacramento “ “ del Pane con Cristo
-
Ministro
Che
esercita la funzione di Cristo porta e
buon pastore (Gv 10,7.11)
Assumono valenze diverse i due
sacramenti principali:
-
il Battesimo, che inserisce il credente in un rito
(ortodosso, cristiano antico, latino,….)
-
l’Eucaristia, massima espressione di una comunità che è
solita radunarsi in un luogo
La Chiesa assemblea ha
un tempo e uno spazio puntuali. Elementi di riferimento essenziali e
invariabili sono la proclamazione della Parola di Dio e la celebrazione del
mistero eucaristico.
La Chiesa comunità ha
un tempo continuo e uno spazio definito. Elemento di riferimento è la figura
del ministro, distributore di quei “doni”.
Dove entriamo nella Chiesa
Nella Chiesa domestica, nata dal
Matrimonio, dove ci vengono dati il Battesimo e l’annuncio di Cristo
(precedente o conseguente)
Dove si vive la vita cristiana
Abbiamo distinto l’assemblea
dalla comunità, che possiamo chiamare rispettivamente Chiesa locale (a) e
Chiesa particolare (b)
I a -
Nell’assemblea liturgica eucaristica (domenicale) presieduta da un presbitero,
prolungamento del vescovo. E’ questa la cellula germinale della Chiesa
I b - Nella
comunità (parrocchia), che risiede nella parte di un territorio assegnata alla
cura di un presbitero mandato dal vescovo
II a -
Nell’assemblea liturgica presieduta dal vescovo (come in un sinodo diocesano,
nella messa del crisma…).
II b - Nella diocesi che è guidata da un vescovo col
suo presbiterio
III – In una
comunione di diocesi a base regionale o cultuale o culturale, guidata dai suoi
vescovi
IV – Nella
comunione universale facente capo al collegio dei vescovi, presieduto e guidato
dal vescovo di Roma, il Papa.
5 - Sui tre poteri che ha il ministro della Chiesa
Dobbiamo distinguere:
1 – il compito
missionario di annunciare la
Parola e il compito sacramentale di celebrare l’Eucaristia;
tenendo conto che questo duplice compito fa parte del potere di ogni presbitero
(che pure è soggetto alla regolazione del suo vescovo)
2 – il compito
gerarchico di guidare il Popolo di Dio, missione esercitata in un corpo
ministeriale che si attua a diversi livelli:
a) quello del vescovo nella
Chiesa diocesana che gli è affidata (mentre i presbiteri partecipano, nella
propria parrocchia, al suo potere ministeriale)
b) quello del collegio di tutti i
vescovi che esercita la sua missione nella Chiesa universale; con un
costitutivo e ineliminabile rapporto di comunione col vescovo di Roma (che pure
ha il potere di regolare il collegio episcopale e i singoli vescovi).
6 - I vescovi come successori degli apostoli
Come siamo arrivati a questa
affermazione ? Già nel NT San Paolo –
che è chiamato per antonomasia l’apostolo - ha una concezione molto ampia dell’apostolo
(che per lui è un missionario), mentre S. Luca identifica praticamente gli
apostoli coi Dodici
La figura del ministro è
variabile in rapporto al territorio e allo sviluppo storico-teologico, secondo
questo sommario schema:
I - Situazione
espansiva itinerante: molto fluida
Dopo la scomparsa dei Dodici (At
12 e 15), i ministri hanno diverse funzioni. Esempi: “apostoli”, profeti e maestri
(1Cor 12,28); apostoli, profeti,
evangelisti, pastori, maestri (Ef 4,11-16)
II –
Situazione consolidativa con ministri residenti
Chiesa paoline: un presbiterio
(dove il presbitero non si distingue dall’episcopo: At 20 e in seguito Lettera
di Clemente, dove uno scrive a nome di una Chiesa rivolgendosi a un’altra)
Altre Chiese hanno un presbiterio con capo (Giacomo, a Gerusalemme)
III –
Situazione istituzionalizzata: in alcune Chiese compare la distinzione ternaria
di episcopo, presbiteri, diaconi (mistica incarnativa di tipo giovanneo)
IV – Con
l’allargamento dei territori
Nella Chiesa di Roma dei primi
secoli si è verificato un passaggio dal Papa che nelle domeniche celebrava in
una delle “stationes”, alla
fissazione del presbitero celebrante stabilmente nella sua “parrocchia”
V - Dopo il
terzo quarto del II secolo si ha la struttura ternaria per tutte le Chiese
A questo livello, per contrastare
l’eresia gnostica, interviene S. Ireneo, parlando di Chiese fondate dagli
apostoli, i quali hanno lasciato in eredità il loro carisma ai vescovi,
ritenuti per questo “successori degli apostoli”
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