NON E’ FACILE EDUCARE
Mi rivolgo a
voi, mamme di cari bambini, perché dal latino si deduce:
- patrimonio da patris munus
- matrimonio da matris munus
Dove si vede
che l’ufficio (munus) principale di
educare i figli spetta alle madri. Naturalmente in sintonia coi padri
(altrimenti “la frittata è fatta”)
Oggi è
diventato immensamente più difficile crescere i figli; molto più che nella
vecchia società agricola dei piccoli comuni e delle forti tradizioni sociali, amicali,
morali e religiose.
Perché la
nostra Italia, ormai diventata benestante (o ricca, tempo fa) ha assunto
acriticamente il modello di vita degli stati di mentalità anglosassone: meno
riflessivi e credenti, ma più ricchi e attivistici.
Ho condotto
una lunga esperienza nell’educazione (e qualche giovane lo educo ancora!) e i
risultati sono stati spesso deludenti.
Vi
mostrerò principali errori nei quali
oggi spesso si cade. Soprattutto perché
abbiamo in testa noi e proponiamo ai figli degli ideali sbagliati, vuoti e
fasulli. Mentre assicuro che non faccio un discorso sulle vostre lacune
educative, ma sulla situazione che ogni giorno vedo coi miei occhi.
1 - I ragazzi
ai quali si è data risposta sempre positiva su tutti i beni (giocattoli, feste,
pranzi….) da loro richiesti, corrono il rischio di non saper affrontare le
immancabili difficoltà della vita, e di assumere il vizio di atteggiamenti di
superiorità sui coetanei (per cui si rendono anche antipatici).
2 - I ragazzi
cresciuti col deleterio principio assunto obbligatoriamente dalla “rivoluzione
del ‘68” che proclama come liberatorio “Vietato vietare”, si abituano fin d’ora
ad ottenere qualsiasi soddisfazione nei loro capricci o nelle loro richieste;
preparandosi ad esigere in seguito benefici ancora superiori (incontentabilità
umana!) e, se le cose potranno andare non troppo bene (situazione che si
presenta talvolta quando meno te l’aspetti), si ribelleranno perdendo la fiducia nella società (anche
economica) e nella famiglia; creando così facilmente dei possibili eternamente
malcontenti e disadattati. Domandatevi fin d’ora: chi comanda in famiglia? Non
è amore quello che lascia fare quello che si vuole (come nell’errore di chi
mangia a crepapancia), ma quello che aiuta a scegliere razionalmente.
3 - I ragazzi
d’oggi, non allenati a riflettere (pensare con la propria testa bene orientata),
sono catapultati in una società
diventata improvvisamente “informatica”, dove esistono “oggetti”
meccanici, scientifici e tecnici, ma si trascurano i valori esistenziali e morali.
Perché l’uomo soltanto nell’universo è “persona”
4 - I bambini
che vivono nella seconda metà del primo decennio di vita diventeranno
ingovernabili quando entreranno nella preadolescenza e nell’adolescenza. Con
opposizione rovinosa e talvolta tragica contro i genitori che li avevano
viziati.
Concludendo,
vi richiamo che non ho fatto parola di valori religiosi e cristiani (che
vengono dopo questi discorsi), ma mi sono basato su principi educativi e valori
antropologici validi per ogni uomo che ragiona:
1 - Siamo
venuti al mondo non per godere e darci alla “pazza gioia”, ma per dedicarci a
un ideale. Lo dice anche il Manzoni a proposito del cardinal Federigo,
discendente da nobile famiglia: “Persuaso che la vita non è già destinata ad
essere un peso per molti e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego
(=impegno) del quale ciascuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare
come potesse render la sua utile o santa” (capitolo XXII)
2 - Educate alla generosità e non all'egoismo, a pensare più ad aiutare gli altri che ad imporre sé stessi: Dobbiamo sostituire questa società della competizione con quella della solidarietà.
3 - Andando
più a fondo nella riflessione:
-
L’uomo non è un “assoluto” , cioè “slegato” (ab-solutus) da qualsiasi norma
-
Non è nato per vivere individualmente, all’insegna dell’egocentrismo
(o addirittura egoismo), ma in apertura con gli altri
Vi invito a non cestinare questa
“lezioncina” di pedagogia pratica almeno per DIECI ANNI; per evitare che alla
fine non piangiate “per il latte versato”.
Nessun commento:
Posta un commento