mercoledì 30 ottobre 2013

Redenzione e corredenzione



Prudenza nell'uso del titolo “Corredentrice”


Cosa comporta la Redenzione (espressione negativa: salvezza “da”)?
Adoperiamo meglio il concetto di Salvezza (“filiazione-comunione” come espressione positiva: salvezza “per”).

La salvezza cristiana è la restaurazione dell’Alleanza tra Dio e l’umanità, interrotta dal Peccato di superbia e disobbedienza (Gen 3) e il dono inestimabile della vita divina (1Gv 3,2; 2Pt 1,4). Sul primo aspetto insiste la teologia latina, il secondo è più usato dalla teologia orientale.
L’alleanza è un atto che deve essere accettato da due persone o gruppi di esse. Nella Bibbia ebraica è conosciuta la figura della “personalità corporativa” per cui una persona (il Re, il Messia) rappresenta e agisce a nome di tutta una comunità.

La nuova alleanza si attua in tre atti:

1 – Dio Padre – che in 1Tm 1,1; 2,3; 4,10; Tt 1,3; 2,10; 3,4 è chiamato Salvatore - manda suo Figlio a farsi uomo (Gal 4,4). L’Incarnazione avviene nel corpo di Maria di Nazaret, che accoglie il dono. I Padri della Chiesa dicevano: se Gesù non è uomo, non agisce per la nostra salvezza; se non è Dio non può darci la salvezza. Evidentemente si ha qui la premessa necessaria del rinnovo dell’alleanza, mentre i due atti costitutivi di questa si hanno nelle due figure successive.

2 – Il Figlio-uomo con la Morte a nome dell’umanità dà il segno supremo dell’accettazione dell’Alleanza (Rm 6,10; 8,3-4; 1Tm 2,5; Eb 2,14-17; 10, 5-10), distrutta dal peccato dell’uomo (Gv 1,29). E’ la salvezza nella sua funzione negativa, in quanto elimina il peccato.

3 – Il Padre risuscitando l’uomo Gesù (Risuscitamento: è questa la formula più ricorrente nel NT, nei confronti di Risurrezione) accetta l’alleanza e la rende definitiva (At 2,24; 13,32-34). E’ la salvezza nella sua funzione positiva: il Padre ci ricostituisce di nuovo nella dignità di suoi figli.

Si realizzano così i principali “misteri” della fede cristiana (cfr Rm 1,3-4; Fil 2,6-11):
1)      Nell’Incarnazione Dio-Figlio si fa “non-Dio”, cioè uomo della prima creazione, “secondo la carne”;
2)      Nella Morte l’uomo Gesù consegna in offerta al Padre la sua esistenza “secondo la carne”;
3)      Nel Risuscitamento Dio Padre, nello Spirito Santo, dona all’uomo Gesù l’esistenza della nuova creazione, “secondo lo spirito”.

Quale la funzione di Maria in questi tre atti?

1 – Poiché nella sorpassata teologia si individuava nell’Incarnazione il punto focale della salvezza (Adolf von Harnack diceva: unione farmacologica), mentre ne è solo la premessa necessaria, era logico attribuire a Maria il titolo di Corredentrice. La sua funzione è piuttosto quella di colei che è stata tramite del dono dell’umanità a Gesù da parte del Padre: Madre del Salvatore.

2 – Nella Morte Maria si unisce spiritualmente alla sofferenza e all’offerta di Gesù: è ai piedi della Croce (solo secondo Gv 19,25-27), non sulla Croce.

3 – Il NT tace del tutto sulla partecipazione di Maria all’evento del Risuscitamento; essa compare soltanto nella vita della Chiesa primitiva, non al centro (come immaginano i pittori), ma insieme col gruppo degli Apostoli (At 1, 13-14) che sono costituiti unici testimoni della Risurrezione (At 1,22).

Quanto supera questi termini è dovuto alla pietà e devozione dei fedeli (e dei predicatori), alla spiritualità dei contemplativi e mistici, ma non alla teologia. Per questo il Vaticano II ha ritenuto opportuno non usare questo titolo (Lumen gentium, n. 62).

Nota - Si può consultare quanto scrivevo nel mio “Santa Maria scrigno dello Spirito Santo”, Elledici 2004, pp. 148-151, 200-204.

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