Prudenza nell'uso del titolo “Corredentrice”
Cosa comporta la Redenzione (espressione
negativa: salvezza “da”)?
Adoperiamo meglio il concetto di Salvezza (“filiazione-comunione” come
espressione positiva: salvezza “per”).
La salvezza cristiana è la restaurazione
dell’Alleanza tra Dio e l’umanità,
interrotta dal Peccato di superbia e
disobbedienza (Gen 3) e il dono inestimabile della vita divina (1Gv 3,2; 2Pt
1,4). Sul primo aspetto insiste la teologia latina, il secondo è più usato
dalla teologia orientale.
L’alleanza è un atto che deve essere
accettato da due persone o gruppi di esse. Nella Bibbia ebraica è conosciuta la
figura della “personalità corporativa” per cui una persona (il Re, il Messia)
rappresenta e agisce a nome di tutta una comunità.
La nuova alleanza si attua in
tre atti:
1 – Dio Padre – che in 1Tm 1,1;
2,3; 4,10; Tt 1,3; 2,10; 3,4 è chiamato Salvatore - manda suo Figlio a farsi
uomo (Gal 4,4). L’Incarnazione
avviene nel corpo di Maria di Nazaret, che accoglie il dono. I Padri della
Chiesa dicevano: se Gesù non è uomo, non agisce per la nostra salvezza; se non
è Dio non può darci la salvezza. Evidentemente si ha qui la premessa necessaria
del rinnovo dell’alleanza, mentre i due atti costitutivi di questa si hanno
nelle due figure successive.
2 – Il Figlio-uomo con la Morte
a nome dell’umanità dà il segno supremo dell’accettazione dell’Alleanza (Rm
6,10; 8,3-4; 1Tm 2,5; Eb 2,14-17; 10, 5-10), distrutta dal peccato dell’uomo
(Gv 1,29). E’ la salvezza nella sua funzione negativa, in quanto elimina il
peccato.
3 – Il Padre risuscitando l’uomo
Gesù (Risuscitamento: è questa la
formula più ricorrente nel NT, nei confronti di Risurrezione) accetta
l’alleanza e la rende definitiva (At 2,24; 13,32-34). E’ la salvezza nella sua
funzione positiva: il Padre ci ricostituisce di nuovo nella dignità di suoi
figli.
Si realizzano così i principali
“misteri” della fede cristiana (cfr Rm 1,3-4; Fil 2,6-11):
1)
Nell’Incarnazione Dio-Figlio si fa “non-Dio”, cioè uomo
della prima creazione, “secondo la carne”;
2)
Nella Morte l’uomo Gesù consegna in offerta al Padre la
sua esistenza “secondo la carne”;
3)
Nel Risuscitamento Dio Padre, nello Spirito Santo, dona
all’uomo Gesù l’esistenza della nuova creazione, “secondo lo spirito”.
Quale la funzione di Maria in
questi tre atti?
1 – Poiché nella sorpassata
teologia si individuava nell’Incarnazione il punto focale della salvezza (Adolf
von Harnack diceva: unione farmacologica), mentre ne è solo la premessa
necessaria, era logico attribuire a Maria il titolo di Corredentrice. La sua
funzione è piuttosto quella di colei che è stata tramite del dono dell’umanità
a Gesù da parte del Padre: Madre del Salvatore.
2 – Nella Morte Maria si unisce
spiritualmente alla sofferenza e all’offerta di Gesù: è ai piedi della Croce
(solo secondo Gv 19,25-27), non sulla Croce.
3 – Il NT tace del tutto sulla
partecipazione di Maria all’evento del Risuscitamento; essa compare soltanto
nella vita della Chiesa primitiva, non al centro (come immaginano i pittori),
ma insieme col gruppo degli Apostoli (At 1, 13-14) che sono costituiti unici
testimoni della Risurrezione (At 1,22).
Quanto supera questi termini è
dovuto alla pietà e devozione dei fedeli (e dei predicatori), alla spiritualità
dei contemplativi e mistici, ma non alla teologia. Per questo il Vaticano II ha
ritenuto opportuno non usare questo titolo (Lumen
gentium, n. 62).
Nota - Si può consultare quanto
scrivevo nel mio “Santa Maria scrigno
dello Spirito Santo”, Elledici 2004, pp. 148-151, 200-204.
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