LITURGIA FUNEBRE
Questa liturgia cristiana manifesta tre aspetti:
- In quanto “eucaristia”, è ringraziamento per quello che Dio ha donato al defunto e per aver Dio dato questi alla comunità famigliare e cristiana
- E’ la celebrazione che fa la comunità cristiana del sacrifico pasquale di Cristo nel “passaggio” del defunto alla vita eterna
- Da parte dei famigliari e fedeli è il commiato e accompagnamento del defunto alla Casa del Padre di tutti e il suo affidamento a Dio, al suo amore e alla sua misericordia
La liturgia rende sacro un
duplice flusso di amore:
- Amore che il defunto ci ha dato nella vita e con la vita
- Amore che noi gli restituiamo con la pietà e la preghiera.
Eleviamo a Dio una prece di
suffragio chiedendogli di perdonare i difetti umani che il defunto ha
manifestato in rapporto al codice divino dell’amore, costituito dai dieci
comandamenti e soprattutto dal duplice comandamento di Cristo.
Nella vista spensierata cui ci ha
educato la società dell’effimero in cui siamo immersi, siamo tentati di fuggire
davanti alla morte esorcizzandola e rimuovendola; mentre possiamo vederne il
lato positivo e utile in quanto essa ci induce a riflettere sulle domande
fondamentali dell’uomo.
La morte è il massimo muro che incontriamo nella nostra esistenza
terrena
Ma è un muro con un varco, al
quale troviamo colui che ce lo ha aperto con la sua Pasqua: Cristo Dio e uomo.
La morte segna il confine naturale tra Dio e noi
- che ci domandiamo chi siamo noi creature per Dio: chiamate all’esistenza per Amore
- che siamo noi cristiani: figli, qualche volta impigliati nei difetti, ma sostanzialmente a lui fedeli
- che siamo segnati da una distanza di natura da Dio: noi siamo i mortali, lui è il Vivente.
La morte nella nuova creazione elimina il confine, facendoci simili a
Dio
- che è “spirito”, non soggetto alle leggi del tempo e dello spazio
- che è “amore” fedele, in quanto, non annullando l’alleanza che ha stretto coll’uomo, per grazia ci fa vivere per sempre nella sua gloria.
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