mercoledì 28 novembre 2012

Liturgia funebre


LITURGIA FUNEBRE


Questa liturgia cristiana manifesta tre aspetti:
  • In quanto “eucaristia”, è ringraziamento per quello che Dio ha donato al defunto e per aver Dio dato questi alla comunità famigliare e cristiana
  • E’ la celebrazione che fa la comunità cristiana del sacrifico pasquale di Cristo nel “passaggio” del defunto alla vita eterna
  • Da parte dei famigliari e fedeli è il commiato e accompagnamento del defunto alla Casa del Padre di tutti e il suo affidamento a Dio, al suo amore e alla sua misericordia

La liturgia rende sacro un duplice flusso di amore:
  • Amore che il defunto ci ha dato nella vita e con la vita
  • Amore che noi gli restituiamo con la pietà e la preghiera.
Eleviamo a Dio una prece di suffragio chiedendogli di perdonare i difetti umani che il defunto ha manifestato in rapporto al codice divino dell’amore, costituito dai dieci comandamenti e soprattutto dal duplice comandamento di Cristo.

Nella vista spensierata cui ci ha educato la società dell’effimero in cui siamo immersi, siamo tentati di fuggire davanti alla morte esorcizzandola e rimuovendola; mentre possiamo vederne il lato positivo e utile in quanto essa ci induce a riflettere sulle domande fondamentali dell’uomo.

La morte è il massimo muro che incontriamo nella nostra esistenza terrena
Ma è un muro con un varco, al quale troviamo colui che ce lo ha aperto con la sua Pasqua: Cristo Dio e uomo.

La morte segna il confine naturale tra Dio e noi
  • che ci domandiamo chi siamo noi creature per Dio: chiamate all’esistenza per Amore
  • che siamo noi cristiani: figli, qualche volta impigliati nei difetti, ma sostanzialmente a lui fedeli
  • che siamo segnati da una distanza di natura da Dio: noi siamo i mortali, lui è il Vivente.

La morte nella nuova creazione elimina il confine, facendoci simili a Dio
  • che è “spirito”, non soggetto alle leggi del tempo e dello spazio
  • che è “amore” fedele, in quanto, non annullando l’alleanza che ha stretto coll’uomo, per grazia ci fa vivere per sempre nella sua gloria.


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