sabato 27 ottobre 2012

Metodi diversi in Cristologia


SCHEMA della CRISTOLOGIA DAL BASSO
(rivelazione e comprensione progressive)


Premesse

I - Con “vangelo” si possono intendere diverse realtà:
  • la persona di Gesù Cristo
  • l’annuncio e la realtà della salvezza per la fede in Cristo morto e risuscitato (Paolo)
  • l’annuncio orale delle chiese apostoliche
  • uno dei quattro vangeli canonici
  • uno dei due vangeli dell’infanzia di Gesù (Mt Lc) in prevalente forma di midrash teologico
  • uno dei vangeli extracanonici (apocrifi).

Cos’è un vangelo canonico?
Una delle interpretazioni del messaggio di fede dei fatti e detti del Gesù della storia, fondata sui testimoni (e non sui miti gnostici) e riconosciuta come “ispirata” da Dio dalle chiese apostoliche.
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II- Si distinguono due metodi teologici
a) Cristologia dal basso, storico-funzionale-induttiva, preferita dal teologo biblico: si cerca la gradualità nella comprensione del messaggio, partendo per un lungo cammino dalla risposta alle apparizioni del Risorto; per cui si accetta che alcune verità che i discepoli hanno intravisto solo in un secondo tempo siano state trasfuse nei racconti dei primi tempi. Risponde alla domanda ritenuta principale: che cosa ha operato per noi Gesù Cristo?
b) Cristologia dall’alto, statico-ontologico-deduttiva, preferita dal teologo dogmatico: si elencano i fatti come sono avvenuti in ordine temporale; partendo dall’Incarnazione (o addirittura dalla preesistenza), dando per scontato che tutto il messaggio sia stato completamente compreso fin dal primo tempo. Risponde alla domanda ritenuta principale: chi è in se stesso Gesù Cristo?

L’importante è riconoscere che ambedue le metodiche conducono alla stessa fede, che è quella della Chiesa

A – Distinguiamo quattro periodi storici nell’analisi della cristologia dal basso

I - A livello dei Sinottici (stesura primitiva, non arricchita dalla fede post-pasquale: vedi la Fonte Q): pre-cristologia

-  Gesù è un rabbì itinerante, profeta della fiducia ottimistica totale in Dio “padre”, che annuncia il Regno di Dio come era atteso nell’AT (vedi i grandi profeti e alcuni salmi)
-   Dubbio se egli sia il Messia nella comprensione con cui era atteso sotto la dominazione romana (vedi il cosiddetto “segreto messianico” evidente soprattutto in Marco)
-   Morte in croce: crollo totale dell’adesione a un Messia sconfitto, rifiutato e giustiziato

II - Paolo (lettere autentiche): cristologia   

-          Risuscitamento da parte del Padre: Gesù è il Messia “figlio” perché Dio lo ha “giustificato” riconoscendo la sua funzione di Messia (Sal 2 e 110; Atti 2,24-36; 13,33)
-          Pentecoste: inizia l’approfondimento alla luce dello Spirito effuso dal Risorto e con la rilettura meditativa dell’AT: Regno di Dio diverso, Messia diverso, morte salvifica, secondo un filone minoritario nell’AT (per es. Is 53)

III - Epistole tardive, Vangeli d. Infanzia, Giovanni: teologia

-          Completamento del percorso verso l’ontologia (ellenismo): Incarnazione (il risuscitamento diventa risurrezione, l’assunzione diventa ascensione, ecc.)
-          Figlio, Dio

IV - Professione di fede dogmatica dei primi sei concili ecumenici trinitaro-cristologici, diffusa dai catechismi. E’ la fede comune nella Chiesa fino alla moderna applicazione integrale e assoluta del “metodo storico-critico”, di matrice protestante- illuministica.

B – Metodologia conseguente

Si segue il metodo teologico indicato dal Vaticano II (Optatam totius, n. 16) che non parte dal dogma della Chiesa (cercando poi di giustificarlo con sommarie e male scelte citazioni bibliche), ma dalla Parola di Dio espressa dalla Bibbia interpretata storicamente nella Chiesa (con la sua tradizione apostolica e post-apostolica).
Seguendo poi Dei verbum, n. 19, s’interpretano i vangeli secondo una lettura storico-progressiva (col metodo della “storia delle forme”).

Tutto ciò impone una diversa considerazione, per esempio:
-          dei “titoli” cristologici (il “figlio di Dio” del NT non è equivalente all’analogo titolo della  tradizione dogmatica)
-          della funzione di Maria (che in un primo tempo è inferiore a quella di Giovanni il Battezzatore)
-          dell’idea della nascita, conformazione e missione della comunità iniziata da Gesù, o Chiesa
-          dell’origine proto-apostolica della triplice divisione dei ministeri gerarchici

Conclusione
Due documenti della S. Sede affermano che il solo metodo storico-critico – pur necessario  per capire la gradualità - non è sufficiente per fondare la fede:
  • Pontificia Commissione Biblica, “L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa”, del 15 aprile 1993 (I/A); 
  • Esortazione apostolica “Verbum Domini, sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, del 30 settembre 2010 (nn. 29-49).

Infatti, mentre l’analisi storico-critica si propone, con uno “scavo archeologico”,  di giungere al Gesù storico, o meglio “ricostruito” (meta solo parzialmente raggiungibile), l’analisi “narrativa” si propone, come in una visione panoramica di diverse dimensioni (racconto di tutto un vangelo, o di una singola sequenza), di comprendere il messaggio, essenziale per il teologo e per il credente; tenendo anche conto che dotato d’ispirazione divina è soltanto il racconto come sta nei testi attuali.

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