SCHEMA della CRISTOLOGIA
DAL BASSO
(rivelazione e
comprensione progressive)
Premesse
I - Con “vangelo” si possono
intendere diverse realtà:
- la persona di Gesù Cristo
- l’annuncio e la realtà della salvezza per la fede in Cristo morto e risuscitato (Paolo)
- l’annuncio orale delle chiese apostoliche
- uno dei quattro vangeli canonici
- uno dei due vangeli dell’infanzia di Gesù (Mt Lc) in prevalente forma di midrash teologico
- uno dei vangeli extracanonici (apocrifi).
Cos’è un vangelo canonico?
Una delle interpretazioni del
messaggio di fede dei fatti e detti del Gesù della storia, fondata sui
testimoni (e non sui miti gnostici) e riconosciuta come “ispirata” da Dio dalle
chiese apostoliche.
.
II- Si distinguono due metodi
teologici
a) Cristologia dal basso, storico-funzionale-induttiva,
preferita dal teologo biblico: si cerca la gradualità nella comprensione
del messaggio, partendo per un lungo cammino dalla risposta alle apparizioni
del Risorto; per cui si accetta che alcune verità che i discepoli hanno
intravisto solo in un secondo tempo siano state trasfuse nei racconti dei primi
tempi. Risponde alla domanda ritenuta principale: che cosa ha operato per noi
Gesù Cristo?
b) Cristologia dall’alto,
statico-ontologico-deduttiva, preferita dal teologo dogmatico: si elencano i
fatti come sono avvenuti in ordine temporale; partendo dall’Incarnazione
(o addirittura dalla preesistenza), dando per scontato che tutto il messaggio
sia stato completamente compreso fin dal primo tempo. Risponde alla domanda
ritenuta principale: chi è in se stesso Gesù Cristo?
L’importante è riconoscere che
ambedue le metodiche conducono alla stessa fede, che è quella della Chiesa
A – Distinguiamo quattro periodi storici nell’analisi della cristologia
dal basso
I - A livello dei Sinottici (stesura
primitiva, non arricchita dalla fede post-pasquale: vedi la
Fonte Q): pre-cristologia
- Gesù è un rabbì
itinerante, profeta della fiducia ottimistica totale in Dio “padre”, che
annuncia il Regno di Dio come era atteso nell’AT (vedi i grandi profeti e alcuni
salmi)
- Dubbio se egli sia il Messia nella
comprensione con cui era atteso sotto la dominazione romana (vedi il cosiddetto
“segreto messianico” evidente soprattutto in Marco)
- Morte in croce: crollo totale dell’adesione a
un Messia sconfitto, rifiutato e giustiziato
II - Paolo (lettere autentiche): cristologia
-
Risuscitamento da parte del Padre: Gesù è
il Messia “figlio” perché Dio lo ha “giustificato” riconoscendo la sua funzione
di Messia (Sal 2 e 110; Atti 2,24-36; 13,33)
-
Pentecoste: inizia l’approfondimento alla luce
dello Spirito effuso dal Risorto e con la rilettura meditativa dell’AT: Regno
di Dio diverso, Messia diverso, morte salvifica, secondo un filone minoritario
nell’AT (per es. Is 53)
III - Epistole tardive, Vangeli d.
Infanzia, Giovanni: teologia
-
Completamento del percorso verso l’ontologia (ellenismo):
Incarnazione (il risuscitamento diventa risurrezione, l’assunzione
diventa ascensione, ecc.)
-
Figlio, Dio
IV - Professione di fede dogmatica dei primi sei concili
ecumenici trinitaro-cristologici, diffusa dai catechismi. E’ la fede comune
nella Chiesa fino alla moderna applicazione integrale e assoluta del “metodo
storico-critico”, di matrice protestante- illuministica.
B – Metodologia conseguente
Si segue il metodo teologico
indicato dal Vaticano II (Optatam totius,
n. 16) che non parte dal dogma della Chiesa (cercando poi di giustificarlo con
sommarie e male scelte citazioni bibliche), ma dalla Parola di Dio espressa
dalla Bibbia interpretata storicamente nella Chiesa (con la sua tradizione
apostolica e post-apostolica).
Seguendo poi Dei verbum, n. 19, s’interpretano i vangeli secondo una lettura
storico-progressiva (col metodo della “storia delle forme”).
Tutto ciò impone una diversa considerazione, per esempio:
-
dei “titoli” cristologici (il “figlio di Dio”
del NT non è equivalente all’analogo titolo della tradizione dogmatica)
-
della funzione di Maria (che in un primo tempo è
inferiore a quella di Giovanni il Battezzatore)
-
dell’idea della nascita, conformazione e missione
della comunità iniziata da Gesù, o Chiesa
-
dell’origine proto-apostolica della triplice
divisione dei ministeri gerarchici
Conclusione
Due documenti della S. Sede
affermano che il solo metodo storico-critico – pur necessario per capire la gradualità - non è sufficiente
per fondare la fede:
- Pontificia Commissione Biblica, “L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa”, del 15 aprile 1993 (I/A);
- Esortazione apostolica “Verbum Domini, sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, del 30 settembre 2010 (nn. 29-49).
Infatti, mentre l’analisi
storico-critica si propone, con uno “scavo archeologico”, di giungere al Gesù storico, o meglio
“ricostruito” (meta solo parzialmente raggiungibile), l’analisi “narrativa” si
propone, come in una visione panoramica di diverse dimensioni (racconto di
tutto un vangelo, o di una singola sequenza), di comprendere il messaggio,
essenziale per il teologo e per il credente; tenendo anche conto che dotato
d’ispirazione divina è soltanto il racconto come sta nei testi attuali.
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