mercoledì 22 agosto 2012

fede vita devozioni


FEDE VITA DEVOZIONI


Come nasce e si sviluppa il binomio fede-vita cristiana in un individuo che vive qui da noi in una cultura tradizionalmente cristiana?

Premettiamo che per indole e formazione
  • alcuni privilegiano la via emotiva (sentimento)
  • altri quella operativa (beneficare il prossimo)
  • altri quella intellettiva (confronto culturale)

Osserviamo inoltre che non è intervenuta la prevista “eclissi del sacro”, ma una sua metamorfosi, spesso di segno negativo (movimenti religiosi alternativi dalla più svariata genesi, ritorno a una prassi “facile” della lotta allo spirito del male).

I
L’immagine del cristiano presenta due facce, nessuna delle quali è assolutizzabile:
  • mani giunte (rapporto con Dio)
  • mani aperte (rapporto col prossimo)
Ciò coinciderebbe con la direzione dei due travi della Croce.

La fede (incontro con Cristo e con Dio) viene dalla famiglia, dalla parrocchia (prima educazione) attraverso la preghiera privata e pubblica e le devozioni popolari.

a) Durante lo sviluppo (pre)adolescenziale:
  • alcuni proseguono nella pratica delle preghiere, della catechesi di base e dei Sacramenti
  • altri si allontanano dalla preghiera e dai Sacramenti (l’ultima….Cresima!)

b) Dalla giovinezza in poi, i credenti sviluppano e attuano la fede:
  • nell’ascolto della Parola di Dio, nell’approfondimento culturale (pre-teologico)
  • nella vita morale individuale e comunitaria (e si ritiene sufficiente questa via).
Sempre dalla giovinezza, alcuni credenti abitudinari rinnovano (rinverdiscono) la loro fede-vita
  • con la partecipazione attiva ad offerte pastorali (ritiri spirituali, “missioni” interne, celebrazioni straordinarie, ecc.)
  • altri con una scossa emotiva proveniente dall’incontro con una persona “carismatica”, con gruppi o movimenti, con una devozione, rivelazione, ecc.

Quest’ultima modalità però può presentare alcuni rischi:
  • dipendenza psicologica (culto della personalità) autoreferenziale (solo il mio gruppo interpreta il Cristianesimo)
  • sostituzione della fede con una devozione, che talvolta sconfina nella creduloneria  (e, se per caso sbollirà nel nulla, esporrà la fede vera ai lazzi degli increduli o agnostici)
  • “materializzazione” dell’oggetto di visioni e apparizioni (bisogno di vedere, dello straordinario, ecc.) o suggestione della folla o infatuazione emotiva (“Là si sente concretamente la presenza della Madonna”).

II
Perché noi cattolici (specialmente del sud Europa e del centro-sud America) siamo arrivati a discutibili assolutizzazioni?
Mentre i Protestanti hanno privilegiato la Scrittura e gli Orientali attingono alla Grande liturgia vissuta, noi Cattolici – avvezzi a una liturgia (Messa e Breviario) fossilizzata in una lingua incomprensibile e acclimatati a un teologia razionalizzata - abbiamo “interdetto” (almeno dal Concilio di Trento) l’uso della Bibbia e ci siamo concentrati  sull’emotività e sulle devozioni.
E’ un dato constatabile che, a partire dal 1830 con la Medaglia miracolosa (in epoca di cultura romantica), si sono intensificate le rivelazioni private, le apparizioni-visioni, ecc. E chi volesse ricentrare  la vita religiosa sull’essenziale ed evitare esagerazioni che hanno la consistenza della panna montata, viene ammonito così: “Tu non vuoi bene alla Madonna” o “Chi siete voi per indicare alla Madre del Signore quello che deve fare o dire?”.
Si tenga presente che il Clero di una certa età manca di un’adeguata formazione di teologia biblica e, di fronte alla crisi pastorale indotta dalla secolarizzazione, non conosce altri mezzi per un improbabile ritorno alla pratica di un tempo se non seguire l’onda del sentimento della maggioranza. E parte del Clero più giovane, pur avendo una buona preparazione biblica, trova più utile mettersi a servizio delle utopie di una certa scelta socio-politica.
            Uno dei fini principali dell’opera del Concilio Vaticano II è il ristabilimento della Scrittura alla base della fede, della teologia, della vita cristiana, e la non facile ma pur necessaria sua presentazione al popolo che è tanto distante della mentalità dei semiti degli scorsi millenni. Ma quanti secoli occorreranno per attuarlo?

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