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NOTA
Le righe che seguono non vogliono essere uno schema di omelia nei giorni più sacri del triduo pasquale, ma una succosa sintesi di idee che devono essere svolte secondo l’uditorio di fronte al qual ci troviamo.
E’ noto che il giorno liturgico dei giudei approssimativamente iniziava alle ore 18 della vigilia e terminava alle ore 18 del giorno seguente. Perciò la Cena e la Morte sono comprese in un unico giorno liturgico (venerdì).
Gli autori si dividono sulla cronologia:
* Brown (insieme con J. Ratzinger, che segue Meier) preferisce Giovanni, in quanto i Sinottici supposero erroneamente che la Morte di Gesù fosse avvenuta il giorno della festa di Pasqua.
* Buona parte degli interpreti ritiene che Giovanni abbia posticipato “teologicamente” la Pasqua per far coincidere la Morte coll’immolazione degli Agnelli nel Tempio.
Secondo i Sinottici, Gesù la sera di Giovedì celebrò nella Cena la sua Pasqua “nuova”, anticipatrice della sua Morte come Sacrificio, perché sapeva che nel pomeriggio di Venerdì avrebbe celebrato la sua Pasqua-passaggio sulla Croce e sarebbe stato già seppellito prima che i giudei celebrassero la Cena pasquale. La descrizione della Cena in Paolo e nei Sinottici può essere modellata tenendo conto della celebrazione eucaristica nelle prime comunità.
La Cena di Giovanni (cc. 13-17) – che può essere interpretata come donazione anticipatrice della Morte come Amore (tema base per Giovanni) - comprende due atteggiamenti:
* il servizio dei fratelli (lavanda dei piedi e discorsi) come gesto di addio;
* il “passaggio” al Padre come Preghiera.
In ambedue le visioni evangeliche al centro sta sempre l’Agnello. Per i Sinottici Gesù è significato dall’Agnello mangiato insieme ai fratelli, in continuità con Es 12; per Giovanni dall’Agnello immolato (vedi Ap 5,12) a Dio, tenuto conto dell’attenzione del quarto evangelista alla funzione sacerdotale. E’ vero che egli nel cap. 6 parla dell’Eucaristia mettendola in relazione non con la Pasqua, ma con la manna; ma nella sua caratteristica consuetudine col simbolismo, “fa condannare a morte Gesù a mezzogiorno della vigilia di Pasqua (18,14) ….. Gli accenni all’issopo in 19,29 e alle ossa non spezzate in 19,36 possono essere altre allusioni alla Pasqua” (R. E. Brown).
Quale rapporto intercorre fra la Cena pasquale di Gesù e il cuore del Mistero pasquale (Morte e Risurrezione)?
* La Cena è il Sacrificio sacramentale (1Cor 5,7) anticipativo, profetico.
* Morte e Risurrezione (corrispondente a effusione del Sangue e ingresso nel Cielo: Eb c. 9) è il Sacrificio reale effettivo, sacerdotale.
Sul complesso problema della cronologia, si può vedere utilmente J. RATZINGER, Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, L. E. Vaticana, 2011, pp. 122-132.
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