sabato 2 aprile 2011

Feste pasquali

LE FESTE PASQUALI

Al centro dell’anno liturgico non esiste solo la Pasqua di Risurrezione; infatti i contenuti della festa cristiana sono attuati nel Triduo pasquale: a partire dalla’Ultima cena, passando da Morte-Risurrezione e giungendo all’Effusione dello Spirito. Questi tre termini, tenendo conto della Cena dei Sinottici e della misteriosa “tradizione dello Pneuma” dalla Croce in Gv 19,30, comprendono un solo giorno liturgico.
Vedremo la Pasqua nell’Antico Testamento, in Gesù (e nella Trinità) e nella Celebrazione eucaristica, seguendo la successione della “narrazione” secondo uno schema ternario. Questo schema potrebbe essere esplicato in tre tappe: il Giovedì, il Venerdì e il giorno di Pasqua.

Nell’AT

A) La Pasqua dell’esodo
- Prima della liberazione, il Popolo celebra una Cena pasquale (coll’Agnello e gli Azzimi: Es 12s).
- L’esodo attraverso il mare è il passaggio dalla schiavitù alla libertà nel segno della vittoria e dell’alleanza (Es 13-20).
- Conclusione dell’alleanza nell’aspersione del sangue e nel segno del banchetto (Es 24).

B) Nella liturgia sacrificale ebraica (vedi soprattutto Es e Lv)
- si celebra un sacrificio conviviale di comunione
- si celebrano i sacrifici di olocausto e di espiazione
- uno dei sacrifici comprendeva la consumazione delle carni della vittima.

Nella storia di Gesù

- Gesù presente fisicamente nella comunità dei suoi discepoli, nella Cena comunitaria offre un segno anticipativo del Sacrificio della Croce: il Corpo dato e il Sangue versato.
- Nel passaggio da questo mondo al Padre (Gv 13,1), Gesù celebra il Sacrificio pasquale nel suo duplice versante: l’immolazione della Vittima (Passione e Morte) e l’ingresso nel Cielo (Risurrezione e Ascensione: vedi Gv 20; Eb 9).
- Il frutto del Sacrificio si ha nell’Effusione dello Spirito e nella costituzione della comunità Corpo di Cristo, la Chiesa.

Nella celebrazione eucaristica

- Nel rito commemorativo del “memoriale” della Cena, si celebra il Convito di rendimento di grazie (eucharìstia) al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo.
- In un Sacrificio di salvezza, si effettua il passaggio (transustanziazione) dai doni della Chiesa (pane e vino) al Dono di Dio (Corpo e Sangue del suo Figlio fatto uomo).
- Con Cristo presente “nello Spirito” nel cuore della Chiesa, suo Corpo, si celebra il Sacramento di comunione del Corpo distribuito tra i fratelli; in questo Sacramento si raduna la Chiesa pellegrina in cammino verso la Parusia.

In conclusione
Abbiamo così una scaletta (comprendente tutti gli aspetti del mistero eucaristico):
• Il Convito anticipa il
• Sacrificio, che produce il
• Sacramento, che origina la
• Chiesa (nella quale Cristo è presente in continuità), che prepara la
• Parusia, la definitiva venuta di Cristo (1Cor 11,26).

Approfondimenti

A) Mc 10,45 ci offre la possibilità di comprendere (tenere insieme) i due elementi della Cena di addio che si ritrovano come esempio supremo di “carità” in Giovanni e nei Sinottici:
• l’esempio del servizio (lavanda dei piedi in Gv 13) può essere l’applicazione della prima parte: “Il Figlio dell’uomo è venuto per servire…”
• lo “spezzare il pane” (istituzione dell’Eucaristia), in cui Gesù dona tutto sé stesso (nel Corpo) e la sua vita (nel Sangue), riprende “….per dare la sua vita come redenzione per molti”.

B) L’Eucaristia:
• non rinnova la Passione del Signore (come si cantava una volta): nei cc. 7-9-10 della Lettera agli ebrei viene ribadito il famoso “ephàpax” (una sola volta). Di fatto non si parla di ripetizione, ma di memoria (anàmnesis) della sua persona (1Cor 11,24s). Inoltre dobbiamo ritenere che Gesù nella Cena “ha ringraziato per il dono della risurrezione, e in base ad essa già in quel momento poteva dare nel pane e nel vino il suo corpo e il suo sangue come pegno della risurrezione e della vita eterna”; “Croce e risurrezione fanno parte dell’Eucaristia” (J. RATZINGER, Gesù di Nazaret, Seconda parte, pp 159 e 161).
• non ripete la Cena pasquale ebraica (tanto che secondo Giovanni quella di Gesù fu una Cena di addio), ma la trasforma nella sua nuova Pasqua..
• ma ripete ciò che la Cena di Gesù ha portato di nuovo, cioè la fondazione della nuova Alleanza (Vedi ibidem, pp.157-161). Di fatto, siccome Paolo e Luca (la tradizione antiochena) presentano l’aspetto eucaristico della Cena, parlano di nuova Alleanza (Vedi ibidem, pp. 144-146).

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