venerdì 4 marzo 2011

Gesù e la Chiesa

GESU’ E LA SUA CHIESA
Percorsi di comprensione

I
Negli ultimi decenni si riscontravano diversi approcci alla vicenda umano-divina di Gesù; due percorsi principali si snodavano in direzioni opposte:
• Nella prima proposta: dalla Risurrezione, alla Morte, alla Vita, all’Infanzia, alla Preesistenza; ed era la via seguita dalla composizione del NT;
• Nella seconda: dalla Preesistenza alla Risurrezione-Ascensione; ed era la via seguita dai Simboli della fede. Così la Vita terrena di Gesù veniva a trovarsi in mezzo tra l’origine e il mistero pasqua-pentecostale.

Molti studiosi oggi schematizzano la storia della salvezza secondo due percorsi:
• Un percorso “a ritroso” che, sottostimando la vita terrena del Nazzareno, sulle orme di Paolo prende l’avvio dal kerygma pasquale, e individua come elemento fondamentale la Risurrezione. Si considera la Chiesa già in atto, come novità assoluta, sconnessa dalle fasi precedenti, frutto di un intervento soprastorico verticale. L’inizio della cristologia, coll’intervento dello Spirito, è fissato nella Risurrezione. Questa dipendenza paolina sembra offrire argomenti a coloro che attribuiscono all’Apostolo l’origine del Cristianesimo.
• Un percorso “in avanti” che, seguendo soprattutto i Vangeli, attribuisce precipua importanza all’insegnamento (in particolare, nei Sinottici, l’annuncio del Regno) e ai miracoli del Gesù terreno. Si considera, in connessione con l’AT, la Chiesa cristiana frutto di un intervento storico e orizzontale: preceduta da Israele (già molti sono i nuovi studi sull’ebraicità di Gesù), preparata dal Gesù terreno (ecco perché in Mt 16,18 è scritto “edificherò la mia Chiesa”) e attuata nel dono dello Spirito. L’inizio della cristologia era fissato nel dono pneumatico susseguente al Battesimo di Gesù (cfr Gv 1,32-34).
Evidentemente nel primo caso si privilegia il periodo post-pasquale, mentre nel secondo quello pre-pasquale. L’origine di Gesù rimane quindi nella preistoria.
Nel primo caso si è attenti alla successione delle risposte date all’evento pasquale, e quindi si tiene conto della cronologia della composizione degli scritti neotestamentari; nel secondo invece si bada alla cronologia degli eventi ecclesiali.
Esiste però una connessione tra le due strade: i Sinottici erano stati arricchiti e adattati alla luce del mistero pasqua-pentecostale.

II
Le fasi dell’esistenza e azione di Gesù secondo il NT ebbero tre inizi:
• Nell’origine: Preesistenza (Vangelo di Giovanni, soprattutto il prologo) e Concepimento (Vangeli dell’Infanzia);
• Nella missione: Vita e azione terrena (Vangeli Sinottici); questa fase è chiamata da alcuni “primo inizio”;
• Nella conclusione della vita e missione: Mistero pasqua-pentecostale, dalla Cena all’Assunzione-Ascensione (Conclusione dei Vangeli); mistero dal quale nasce la Chiesa (Atti, epistolario, Apocalisse); questa fase è chiamata da alcuni “secondo inizio”.
Se, seguendo il Simbolo Niceno-costantinopolitano, per alcuni secoli si era privilegiato il primo inizio; se negli ultimi decenni, seguendo un impulso proveniente soprattutto dagli studiosi Protestanti, si era messo in luce soprattutto il terzo inizio; oggi, sulla scorta del Simbolo apostolico, possiamo segnalare un recupero del secondo inizio, che così viene a trovarsi a far da ponte tra i due estremi. Un’esposizione esemplificativa di questa tendenza è reperibile nel primo volume di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli 2007.
Sul rapporto tra Marco e i Simboli della fede, si può vedere A. Begasse de Dhaem, Sur les pas du Fils de l’homme, in NRT 1/2011, 5-27. Dal quale studio qui sotto prenderemo alcuni spunti per qualche nota sul Vangelo cronologicamente primo.

E’ facile notare che le tre fasi corrispondono rispettivamente a una preistoria, a una storia e a una post-istoria e che l’Incarnazione è irruzione extrastorica, all’inizio della vicenda umana di Gesù; come la Risurrezione lo è al termine.

III
L’Evangelo secondo Marco – che Papia di Gerapoli qualificava come “interprete di Pietro” (Eusebio di Cesarea, Hist. eccl. III, 39,15) – viene sempre più rivalutato dagli studiosi moderni; mentre nel passato lo si riteneva un vangelo catechistico, senza teologia, tanto da essere adatto alla lettura dei semplici se non proprio dei bambini. Marco – che è considerato da tutti il primo dei quattro in ordine cronologico - è piuttosto da considerare il Vangelo del discepolo che penetra molto gradualmente nel mistero del Messia; cui vengono attribuiti i “titoli di signoria”: Cristo, Figlio di Dio, Signore. Il quale ultimo, Kyrios, ha creato molte perplessità in quanto, vicino a “ho Theòs” (che nel NT è attribuito al Padre), veniva predicato sia del Padre che di Gesù. Si pensi per esempio al versetto del Sal 110,1 – riferito a YHWH e al Re-Messia (qui indicato con Adoni) - riportato in Mt 22,44, che dal greco e dal latino è tradotto “Disse il Signore al mio Signore”.
Ma il titolo preminente - che secondo molti è l’unico usato da Gesù, anche perché ricorrente nella “fonte Q, o dei logia”, che è parallela a Marco - è “Figlio dell’uomo”. Non inteso alla maniera filosofica dai Padri della Chiesa (ad es. S. Agostino intende “Figlio dell’uomo” come indicante Gesù secondo la sua natura umana), ma alla maniera semitica, nella probabile accezione individuale, come il supremo Inviato di Dio, Re e Giudice escatologico (cfr Dan 7,13). Tanto che alcuni lo giudicano equivalente a “Figlio di Dio”.
Marco, con uno stile narrativo apparentemente semplice - che si può vedere riassunto nel discorso di Pietro riportato in At 10,37-42 - con pochi discorsi rispetto a Matteo, con poche parabole rispetto a Matteo e Luca, ci presenta Gesù che cammina nelle strade della Galilea e verso Gerusalemme, in un itinerario spirituale che conduce il discepolo alla scoperta di un duplice mistero: quello del Regno e quello del Figlio dell’uomo. Egli mette al centro, come fa Giovanni con una teologia più approfondita, la persona di Gesù.

IV
A proposito della Chiesa di Cristo, possiamo pure distinguere tre fasi:
• Preistoria nella chiamata del Popolo d’Israele (AT), nella quale si rivela l’opera del Padre
• Preparazione gesuana pre-pasquale, la quale è attuata dal Figlio fatto uomo, con alcune aperture alla missione rivolta alle “nazioni”
• Costituzione pasqua-pentecostale, la quale è opera dello Spirito Santo, il Vicario di Cristo (Tertulliano, De praescr. haeret., 28; cfr 13 ), con un’apertura tematizzata alle diverse culture, particolarmente a quella ellenistica.
E semplice osservare che la preparazione pre-pasquale fa da tramite tra i due estremi; e questo è il motivo per cui alcune prese di posizione di Gesù sono in consonanza coll’AT. Secondo questa impostazione si può affermare che l’annuncio galilaico del Regno è la scintilla che ha dato origine all’evento definitivo di Gesù Cristo.
La Chiesa cristiana ha un legame originario con Gesù: è l’attuazione “escatologica” del Regno di Dio annunciato, mediato e instaurato dal “Figlio dell’uomo”; ed è costituita da una comunità nuova, costituita da discepoli non più della Torah, ma di Gesù maestro e profeta; e da seguaci che si distinguono per l’imitazione di Cristo (Vita, Morte e Resurrezione) e per la continuazione della sua missione di verità e salvezza.

Come si può vedere, non è molto utile quel metodo esegetico che continuamente spezzetta le fonti, facendo uso del solo metodo storico-critico: soltanto una lettura globale dei testi sia cristologici sia ecclesiologici, ci dà una visione organica e completa dei temi teologici. Ciò è visibile nell’analogia fra le tre fasi dell’uno e dell’altro trattato, e nella continuità fra Cristo e la sua Chiesa.

NOTA
Alcune di queste idee erano state introdotte, con diverse angolature, negli “excursus” del mio studio Santa Maria scrigno dello Spirito Santo, ElleDiCi, 2004
Sull’argomento di questo scritto, segnalo N. Capizzi, Gesù e la chiesa, in Rassegna di Teologia, 1/2011, 133-145.

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