lunedì 10 gennaio 2011

Matrimonio nella Genesi

IL MATRIMONIO NEI PRIMI CAPITOLI DELLA GENESI

La mentalità biblica (semitica) rifugge dalla concettualizzazione astratta, e quindi esprime le realtà in maniera storicizzata, sotto le forme di un “racconto” sapienziale (teologico).
Il racconto significa la riflessione, in due epoche diverse, sulla realtà del matrimonio in qualsiasi periodo o cultura.

I – La più antica teologia del matrimonio si trova in Gen 2

2,7: Plasmò l’uomo (maschio)
2.23: Questa è osso….carne… (consanguineità)
I due versetti indicano, oltre la complementarietà, la parità sostanziale dei due esseri viventi, considerati in comunione orizzontale.

2,24: Una carne
Nella concezione biblica, “carne” significa l’uomo concreto, nella sua limitatezza e precarietà
Più che l’unità concreta nel figlio generato dai due, sembra di poterci vedere l’unificazione finale della coppia, ottenuta dall’unione nella condivisione di vita (ricongiungimento dei due elementi posti in essere come distinti).

Come nel Cantico dei cantici, qui si prescinde dalla fecondità.

II – La teologia più recente è quella del cap. 1

1,26: Facciamo l’uomo (qualcuno traduce: umanità)
Facciamo: è la decisione della corte celeste, nella quale alcuni autori cristiani hanno volto vedere un velato anticipo della comprensione trinitaria di Dio.
Uomo: è l’espressione singolare collettiva (vedi nota della BG), che significa l’unione originaria dell’essere uomo. Ma si noti che in seguito si parla al plurale.

1,27: A nostra immagine, somiglianza.
Quindi: non parità con Dio (dimensione verticale, ascendente)
La somiglianza si può intendere:
• per la relazionalità tra due esseri che hanno la dignità di persona;
• per la pluralità delle forme, in Dio, dell’unico Io, ma non nel caso dell’uomo;
• per la fecondità, concretizzata nella creazione da parte di Dio e nella prolificità della coppia (filiazione).

1,28: Siate fecondi e moltiplicatevi (vedi anche 8,17; 9,1): ancora la dimensione verticale, ma discendente. La fecondità è legata alla ricongiunzione dei due sessi, nell’unità che avevano nella prima presentazione
Nel cap. 4 si elencano i figli della coppia.
Uguali espressioni si trovano in Gen 5,1-3. Dove però il rapporto tra il genitore e il figlio è visto come parità.

San Paolo sintetizza le due visioni (verticale e orizzontale) del matrimonio nella teologia della famiglia: vedi Ef 5-6; Col 3.

Le due teologie indicano le due caratteristiche del matrimonio:
• L’unione (orizzontale) della coppia; dalla quale si possono ricavare l’unità e l’indissolubilità del matrimonio
• La sua fecondità (verticale).

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