IL MATRIMONIO RELIGIOSO
Il Matrimonio religioso (cristiano) è aperto oltre l’uomo e oltre l’individuo. Contro le due tendenze che hanno portato la nostra civiltà occidentale moderna a una grave crisi dei valori (e ciò spiega in parte il crescente ricorso alle spiritualità orientali).
Il Matrimonio religioso è più forte; è il Matrimonio modello al quale tutti devono tendere, anche con autodisciplina, sacrifici e rinunce, persino reciproca comprensione dei difetti del partner.
Prendiamo l’avvio dalla consapevolezza che la moderna definizione di persona supera l’essenzialismo: l’Io (che gli spiritualisti russi identificano col “cuore”) è centro di relazioni fisiche e spirituali.
Prima deviazione: centralità esclusiva dell’uomo e specificamente assolutezza della sua ragione (la dea Ragione). Molte risposte della ragione lasciata a se stessa conducono al sincretismo e relativismo.
Un’illusione moderna è quella dell’ottimismo antropologico utopico che esclude Dio. L’uomo non si è fatto da sé (scopriamo nella nostra natura umana un’infinita sapienza superiore). La natura dell’uomo viene prima dell’individuo. Il Matrimonio non è una costruzione della civiltà umana, ma una dimensione della nostra costitutiva relazionalità; che ci è data dal di fuori: da Dio.
Quindi è un Matrimonio monco quello che esclude la dimensione relazionale verticale.
Seconda deviazione: centralità assoluta dell’individuo; il quale è portato a cercare il suo utile (o piacere) particolare. Questa tendenza conduce all’anomìa (assenza di ogni legge) e individualismo (assenza di ogni limite alla libertà del singolo).
L’uomo non è fatto per vivere come individuo; anzi è essenziale la sua dimensione relazionale.
Quindi affermiamo la dimensione relazionale orizzontale del Matrimonio.
A - Il Matrimonio comporta la pienezza del dono reciproco in un duplice senso:
1/ Il dono assoluto dell’Io può esser dato a un solo Tu (altrimenti è un dono parziale, dato con riserva, con leggerezza): unicità dell’unione.
2/ Il dono assoluto è quello dato contro ogni limitazione di tempo, in qualsiasi situazione di gioia e di dolore: indissolubilità dell’unione.
L’edonismo (la ricerca dei piaceri senza assunzione dei doveri) è l’opposto del dono relazionale. L’uomo è grande non quando possiede, ma quando dona. La relazione deve essere paritetica: se l’Io non riconosce nel Tu un volto personale di dignità pari alla sua ma soltanto uno strumento di piacere, lo riduce a un puro oggetto.
Non è ragionevole mettere in primo piano l’urgenza e il disagio delle situazioni-limite di devianza (molto spesso la pazienza e il ripensamento ricuciono le incrinature).
Alle immancabili difficoltà viene in aiuto quel Dio che ha costituito nella natura umana un Matrimonio unico, stabile, globale. Ecco perché Gesù Cristo ha innalzato l’unione matrimoniale alla dignità di sacramento (dono di grazia per la nostra vita e le nostre debolezze).
B - Chi si sposa, per la sola realtà del vincolo matrimoniale, contrae degli obblighi, dei doveri ineludibili verso le altre persone della famiglia (è frutto di un romanticismo deteriore – purtroppo oggi imposto dai media, non senza interessi economici - il modello di “due cuori e una capanna”):
1/ Obblighi verso il coniuge. Se prevale l’egoismo di uno dei partner, il Matrimonio non è più un’unione paritetica, ma è guidato da maschilismo o femminismo. La relazionalità è coniugabile con le necessarie dimensioni della complementarietà: distinzione dei ruoli, nella parità e specificità; non nell’uguaglianza indistinta.
2/ Relazione coi figli provenienti normalmente dal Matrimonio.
- Per cui non è Matrimonio accettabile quello che esclude a priori la genitorialità (fecondità del Matrimonio) o che considera i figli come un’aggiunta opzionale (a lungo ritardabile).
- Per cui non è Matrimonio sano quello che considera i figli come un disturbo alla vita di coppia, o un peso da sopportare, o un giocattolo (come sarebbe un animale domestico).
- La filiazione non si limita alla generazione. La cura dei figli deve essere estesa a tutti i periodi, anche difficili, della loro formazione (permanenza del vincolo parentale).
- L’egoismo mostra tutta la sua negatività nel caso di coppie di divorziati o di omosessuali che non tengono conto delle devastanti conseguenze che ne potranno riportare i figli (l’elemento più debole).
La rottura intergenerazionale attuale è un effetto del rifiuto dei veri valori.
3/ Anche i genitori degli sposati non devono essere totalmente esclusi dalla vita di famiglia, per l’aiuto discreto che possono dare nella quotidianità e nelle situazioni difficili.
Nessun commento:
Posta un commento