MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Avvertenza
Questa festa si distingue per i molteplici temi: Ottava del Natale, Maria Madre, Circoncisione, Imposizione del nome, Capodanno, Giornata della pace.
Gli auguri, nello loro forma religiosa, sono contenuti nella prima lettura: luce e pace sotto la forma di benedizione. La pace ce la scambiamo nel gesto liturgico prima della Comunione.
Noi ci soffermeremo prevalentemente sulla lettura di San Paolo.
I – La storia non è una successione di periodi senza senso, senza orientamento, che ruotano a vuoto
(storia pagana, circolare).
La pienezza del tempo è la venuta di Dio in una storia biblica (lineare), nella quale lo spartiacque è Cristo. Orientarsi è guardare verso “il Sole che sorge” (Benedictus).
II – Entrare nella storia significa:
1/ Nascere da una donna dalla stirpe umana, inquinata dal peccato. Gli uomini sono bisognosi di salvezza (“per riscattare”).
2/ Nascere sotto
Il famoso “protoevangelo” di Gen 3,15 ci fa intravedere questa duplice discendenza della Donna: dall’umanità e dal Popolo ebraico (si ricordi che “Israele” in ebraico è di genere femminile).
La teologia cattolica ha riscontrato che Maria è la sintesi delle due entrate (dalla stirpe umana / da quelle ebraica).
III – Perché Dio è entrato nella storia?
1/ Perché diventiamo figli per grazia (adozione costitutiva, non solo giuridica, a noi concessa nel Battesimo), ad immagine del Figlio di Dio per natura (l’Unigenito del Padre).
Due note: L’adozione costitutiva comporta la partecipazione alla vita stessa di Dio (2Pt 1,4), per cui diventiamo anche eredi. La tradizione cristiana ci dice che Gesù è figlio unigenito anche della Madre.
2/ Perché siamo destinati ad essere redenti, cioè liberati dalla Legge ebraica, non più utile, che non portava a salvezza. Della quale Legge San Paolo arditamente dice che eravamo schiavi.
Per questo a Gesù vien imposto il nome “Dio salva”, cioè in nome di Salvatore.
IV – Prova che siamo figli adottivi: lo Spirito Santo (o
Conclusione: noi cristiani, se abbiamo capito la valenza della filiazione, dobbiamo essere come i pastori del Vangelo: riportare ciò che Dio ha rivelato e lodare Dio.
Nel primo giorno del nuovo anno, celebriamo la solennità di “Maria Santissima Madre di Dio”. Si è già detto circa la figura di Maria nei precedenti commenti al Vangelo ma vorrei aggiungere dell’altro, soffermandomi in particolare su questa frase: “ἡ δὲ Μαριὰμ πάντα συνετήρει τὰ ῥήματα ταῦτα συμβάλλουσα ἐν τῇ καρδίᾳ αὐτῆς”. L’insegnamento che ne ricaviamo è fondamentale. Apprendiamo quale sia il modo autentico di vivere la nostra fede. Più volte ho affermato che la fede rappresenta un cammino e più volte vi ho accostato il procedere dialettico, mutuato dalla filosofia hegeliana. I momenti di questo “cammino di fede” sono allora questi: l’ascolto della Parola (di Cristo stesso), la custodia dell’insegnamento e la sua meditazione. Il cammino di fede è allora momento totalizzante di contemplazione. L’ascolto della parola non è dunque il semplice “audire” ma il ben più complesso “sentire”, termine che coinvolge non solo l’aspetto uditivo ma anche quello emotivo ed intellettivo, che trovano espressione in quella “meditazione nel cuore”, che significa sentire in Cristo e con Cristo, in un’unica essenza, commistione di umano e divino che poi è l’essenza del monofisismo di Cristo. Dopo questo “sentire” e questo “meditare”, si deve, “de necessitate”, “custodire”. Ciò significa che la Parola di Dio deve essere “conservata”, e in assonanza, “consacrata”, come il dono più prezioso; quel dono che ci permetterà, se vissuto e “gestito” in maniera autentica di entrare in quella comunione di Salvezza, che Cristo ha predisposto, a caro prezzo, per noi. L’insegnamento di Maria è dunque l’insegnamento di una fede non passiva (andare a Messa come mero “habitus”) ma attiva, di una fede contemplativa sull’insegnamento salvifico di Gesù, ma prima ancora di Maria stessa, poiché, come diceva sant’Ireneo: “obbedendo divenne causa della salvezza per sé e per tutto il genere umano”.
RispondiElimina