martedì 3 agosto 2010

Triduo sull'Assunta

L’ASSUNZIONE DI MARIA ANTICIPA LA REALIZZAZIONE DELLA SPERANZA
DEL CRISTIANO


PREMESSA
Cerchiamo di trovare quello che il mistero di Maria Assunta dice a me, a ciascuno di noi. Esso ci rivela qualcosa di molto importante per la nostra esistenza dopo la morte, rispondendo alle domande più grandi: Chi c’è sopra di noi? Che cosa ci sarà dopo di noi?
Storia della salvezza è la storia dell’uomo (dell’umanità) alla luce della Fede. Storia di un uomo: la nascita è solo l’inizio di un cammino; l’uomo si realizza nella maturità. Così è anche dell’umanità.

In linea col tema “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”, intendo sviluppare il titolo del paragrafo 68 della costituzione “Lumen gentium”: L’Assunta, segno di certa speranza.
Fede: quello che Dio ha fatto per noi; Speranza: quello che Dio farà per noi. Perchè Dio è Buono e Fedele: Amore fedele (Es 34,6). “Nella speranza noi siamo stati salvati. Ora ciò che si spera, se visto, non è più speranza; (….) se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” (Rm 8,24s).


I QUADRO: Maria e la prima Creazione

a) L’uomo è destinato da Dio a vivere oltre la morte

L’essere umano è una creatura in progressiva realizzazione (evoluzione): la creazione ha avuto l’avvio all’inizio (è la prima creazione, o il mondo vecchio) e avrà il completamento alla fine (è la seconda creazione, o il mondo nuovo, che a noi è dato attualmente nel segno dello Spirito, che è pegno e caparra).
La storia dell’uomo è una progressione verso la piena realizzazione: come nel passaggio tra il mondo animale e l’essere umano è intervenuto un balzo qualitativo, così tra l’essere umano che noi conosciamo e l’uomo escatologico (definitivo) interverrà un altro, e conclusivo, balzo qualitativo (parzialmente assimilabile a quello tra il feto e il neonato).
Ed è logico che lo intravediamo appena, perché è per noi futuro (come sarebbe il continente australiano per chi attende di vederlo) e superiore alle nostre capacità naturali (come la comprensione esaustiva di Dio). Questa cesura – come d’altra parte la precedente – avviene col necessario intervento di Dio – non certo sottoponibile alla sperimentazione scientifica - senza il quale l’uomo deve constatare i suoi limiti naturali (creatura)
Perché nel “Simbolo” prima diciamo di aspettare la “risurrezione dei morti” e poi la “vita eterna”? L’essere umano è destinato, per un dono di Dio, a superare definitivamente la morte, ma solo alla fine della storia; il nostro Io personale, che oggi comunica attraverso una corporeità limitata da questo tempo e da questo spazio, con la morte perderà questa capacità di comunicare col mondo creato (esempio: l’Io è come l’apparecchio radio e il corpo è la sua antenna).
Solo alla Parusìa (la venuta gloriosa del Signore Gesù alla fine della storia) Dio ci darà la capacità di comunicare con una nuova corporeità (esempio: comunicazione tra due navi con le bandierine, oppure con la radio). “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (cfr Gv 6,40). San Paolo parla di uomo terrestre e celeste (1Cor 15,49), esteriore e interiore (2Cor 4,16), di questo corpo e del corpo celeste (2Cor 5,1s). Il “corpo glorioso” (Fil 3,21) è una modalità di supercomunicazione; è lo strumento adatto per vivere in un’altra esistenza, nell’altro mondo; è ciò che si sforza di farci intendere l’Apostolo, che parla di corpo incorruttibile, glorioso, pieno di forza, spirituale (1Cor 15,42-44).
L’uomo si qualifica per l’autocoscienza e la libertà. Dopo la morte, in Dio vedremo in profondità noi stessi e tutta la realtà (cfr. 1Cor 13,12). Alla Parusia i nostri strumenti di comunicazione col cosmo avranno la massima apertura consentita a una creatura.
L’uomo, unico essere libero nel creato, si costruisce sviluppando le potenzialità ricevute dal Signore; spetta quindi a noi accogliere e collaborare al piano tracciato da Dio. All’inizio, in questa accettazione si è verificato un blocco, che si chiama tradizionalmente “peccato originale”: disobbedendo a Dio (peccato), l’uomo non avrà la vita che dura per sempre (morte).

b) Maria vive in pienezza la vita eterna

L’Assunta è l’essere umano che ha raggiunto, per un dono di Dio, la sua fase definitiva; che ha già adesso un corpo glorioso. Dio dice: “Io la risuscito adesso; cioè le do subito la corporeità nuova e definitiva”. Come possiamo configurarci il “corpo glorioso” di Maria? Per intravedere qualcosa: è quello del Cristo trasfigurato, del Cristo risorto non riconosciuto dalla Maddalena, dello stesso che attraversa le porte del cenacolo.
Maria è salvata come lo siamo noi; ma è salvata definitivamente in anticipo. Come Eva è il modello della vita della prima creazione, così Maria assunta è il modello (in una donna, simbolo della vita) della vita della seconda creazione.


II QUADRO: Maria e la nuova Creazione

Abbiamo chiarito che i limiti esistenziali dell’uomo sono due: il peccato e la morte. L’Immacolata è l’essere umano senza il disordine del peccato; l’Assunta è l’essere umano senza le conseguenze del peccato (lo stato di morte)
La salvezza di Cristo ci è data essenzialmente con la fede e i sacramenti; la redenzione del fedele è la fase anticipativa e genetica del mondo nuovo. La salvezza-filiazione ci verrà data definitivamente solo alla Parusia: “Noi che possediamo le primizie dello Spirito gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Rm 8,23); “La nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3,20s).

a) Maria è assunta perché madre del Cristo

Comunemente si dice (come nel libro della Genesi) che il figlio è fatto a immagine dei suoi genitori. Lo stupore del credente sta in questo: che Dio ha voluto Maria a immagine del Figlio, pienamente figlia nel Figlio suo Gesù.
Nella Pasqua il Cristo ci dà la vita del mondo futuro; nell’Assunzione Egli dà la vita nuova a Colei che gli ha dato la vita terrena.
Il futuro di Maria è già positivamente segnato da sempre in vista dell’Incarnazione. Maria riproduce, anche nella conclusione della sua vicenda, il futuro che Il Padre ha riservato a suo Figlio, il Signore Gesù. Il Cristo ha concluso la sua vicenda terrena con la Risurrezione-Ascensione-Invio dello Spirito (per cui il misterioso “Non.aggrapparti a me” detto dal Risorto alla Maddalena invita a distinguere la presenza transitoria delle apparizioni nei quaranta giorni che precedono l’Ascensione dalla presenza permanente alla Chiesa col dono dello Spirito). Maria non è risorta, ma ha concluso la sua vicenda con l’Assunzione, per cui, secondo la preferenza della nostra teologia occidentale, Ella non ha subìto la morte (Esisterebbe un altro argomento di probabilità: non è morta come Cristo, perché non è a rigor di termini la Corredentrice).

b) Maria è assunta perché madre della Chiesa

Il centro della nostra fede è collocato nell’evento pasqua-pentecostale (molto più centrale dei racconti dell’Infanzia di Gesù). Maria assunta partecipa appieno all’evento pasquale del Figlio suo.
Come nell’Annunciazione Dio, nello Spirito, ha fornito un corpo al Figlio suo con la mediazione di Maria, sua madre, così nell’evento pasquale Cristo, nello Spirito, ci ha lasciato un “corpo” (la Chiesa di Cristo) con la mediazione di Maria, madre di questa Chiesa.
Come la Trasfigurazione di Cristo è l’anticipazione della sua Pasqua, così l’Assunzione corporea di Maria è l’anticipazione della Parusia per la Chiesa.
Ecco perché nella Donna della visione di Giovanni (Ap 12) gli interpreti della Bibbia vedono sia la Chiesa, prima perseguitata e quindi vittoriosa, sia Maria, prima nel travaglio della sofferenza e quindi nella pienezza del gaudio.
Cosa ci dicono nel profondo Cana e la scena di Maria al Calvario? Che Dio ha cambiato a Maria la modalità espressiva della maternità: da madre del Figlio unico e innocente, a madre dei molti figli peccatori. E questa maternità ecclesiale doveva essere verginale, come la maternità dell’Unigenito del Padre.
Per significarci questo, Tiziano Vecellio nella pala conservata nella Cattedrale di Verona, raffigura Maria che ascende al Cielo rivolgendo lo sguardo a noi, rappresentati dagli apostoli.
La funzione di una madre non ha termine con la generazione fisica, né col parto. A differenza degli altri beati, Maria fin dall’Assunzione è in relazione immediata con tutti gli uomini e con i cristiani – possiede la massima apertura degli strumenti di comunicazione - perché è madre degli uomini e in modo speciale della Chiesa.

Nota
Ho proposto l’antropologia che qui è sottesa nel mio saggio Santa Maria Scrigno dello Spirito Santo, Elledici 2004, p. 226ss e negli studi ivi citati.

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