domenica 29 agosto 2010

Genesi 2-3

ANTROPOLOGIA E AMARTIOLOGIA DA GEN 2-3
Lettura simbolico-sapienziale

I
2,7 Il Signore Dio (YHWH Elohim) soffiò un alito di vita
2,9 Il Signore Dio fece germogliare l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male
2,16s Il Signore Dio diede questo comando: Dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare perché ….dovrai morire
3,3 Del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio (Elohim) ha detto: Non dovete mangiarne …altrimenti morirete
3,5 Dio (Elohim) sa che ….si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio [dèi] (Elohim), conoscendo il bene e il male
3,6 L’albero era….desiderabile per acquistare saggezza
3,11 Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare? (cfr 3,17)
3,19 Finché non ritornerai alla terra
3,22 Il Signore Dio disse: L’uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli…non prenda anche dell’albero della vita, ne magi e viva per sempre
3,24 (Il Signore Dio) pose a oriente del giardino i cherubini…per custodire la via dell’albero della vita.

Ricordo che il pensiero semitico “nasconde” sotto racconti semplici le idee universali e più profonde.
Ho indicato in grassetto ciò che si riferisce alla vita; in corsivo ciò che si riferisce alla “conoscenza” (capacità di disporre) del bene e del male.
NB. Nel colloquio col Satana si evita il tetragramma (nella seconda citazione di 3,5 Elohim nella TOB è tradotto al plurale: dèi).

IIA
L’uomo, essere costitutivamente relazionale, è tensione verso la propria realizzazione piena e definitiva (salvezza)
Tende
- alla realizzazione morale (nella libertà)
- alla realizzazione esistenziale (nella vita)

Peccato è il rifiuto di Dio e della sua opera di salvezza (presunzione dell’autosoterìa)

IIB
Peccato “generale” (universale) ed esteso a tutta la storia [hamartìa, cfr Gv 1,29, non i molti paraptòmata, cadute] è
pretendere di sostituirsi a Dio, rifiutare Dio e la dipendenza e differenza da Lui;
cioè
- rifiutare il limite morale, pretendere di decidere ciò che è bene e ciò che è male (possedere l’albero della “conoscenza”)
- rifiutare il limite esistenziale, cioè pretendere di vivere per sempre (possedere l’albero della vita)
Il peccato è un insulto alla “santità” (o “giustizia”) e alla trascendenza di Dio. Quindi l’uomo ha conculcato l’autorità di Dio nell’ordine morale e ne ha ricevuto come castigo (fra l’altro) la morte. Dio non ha consentito che l’uomo varcasse l’ultimo confine (ciò che lo avrebbe praticamente equiparato a Dio).

Dio ha concesso come grazia a Maria di superare il primo limite (come Immacolata), il secondo (come Assunta). Per noi il Battesimo è l’innesto in Cristo (vedi Ap 20,5s: prima risurrezione) e il vaccino che ci premunisce da quel morbo.

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