Il confronto è stato instaurato tra due estremi del problema (scienze sperimentali / fede), trascurando l’elemento che funge da perno: la ragione (la filosofia, in particolare la metafisica; non una teoria generale della scienza).
Mentre Scienza (scienze sperimentali) e Ragione sono come due terminali della stessa linea telefonica – in quanto prodotto della singola persona conoscente - la fede appartiene a un ordine di conoscenza relazionale (per comunicazione da persona a persona), che è essenzialmente diverso.
Il dialogante credente ha sottoposto all’atea scientista una concezione della fede da lei squalificata come frutto di fantasia e di sentimento; adatta quindi ai popoli e agli individui primitivi, sottosviluppati, che viaggiano su prescientifici parametri mitici (mitologici). Alla base del ragionamento dell’atea c’è la comune identificazione tra “scienza” e “scienze sperimentali” (dove non trova posto, anzi viene derisa, la ragione metafisica)
Per lui il massimo della razionalità sta nel credere; per lei la fede è la negazione della razionalità
Non si tratta di trovare la soluzione particolare della causa dei fenomeni (compito questo che è proprio delle scienze sperimentali), ma la risposta ultima, che dà ragione dell’insufficienza (contingenza) degli esseri che conosciamo.
Prima di cercare la ragioni del comportamento umano (vedi scienze umane: psicologia, sociologia, diritto, etica….), si devono raggiungere i fondamenti del mondo fisico (che appartiene pure all’uomo) in un confronto “metafisico” con gli scienziati.
Il Dio che dà la regola morale è lo stesso di Colui che dà le regole alla natura; tenendo conto della possibilità di applicare la caratteristica di “categorialità” per es. alle diverse affermazioni etiche (anche contrastanti) della Bibbia
L’uomo, che da sempre presume di poter dare la spiegazione di ogni cosa, si accorge che sono ben più numerose le cose di cui sa poco o niente
Si chiede se la natura è autosufficiente di fronte alle domande sui grandi perché (metafisici) del reale; nel qual caso la natura sarebbe creatrice e consapevole di esserlo
Non partiamo col chiederci se Dio esiste, ma se la natura ha bisogno di un essere superiore per essere razionabile; se l’uomo è capace di trovare un significato (senso) dell’origine della finalità ultima della realtà e della vita.
La natura infraumana non dà la spiegazione della sua razionalità; ma nemmeno l’uomo dà ragione della razionalità della natura e di se stesso
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