lunedì 5 giugno 2017

Un ex-professore a un ex-missionario

Caro syndoule in Cristo,
ho letto attentamente la trattazione del teologo ex-gesuita Castillo “La teologia di papa Francesco” ed ho accumulato appunti di risposta con relative citazioni bibliche. Ma quelli risultavano troppi come numero. Inoltre ho accertato che Castillo ha preso direttamente la strada di una certa lettura (diciamo: da America Latina) che non condivido mentre altri (probabilmente anche alcuni del tuo gruppo) appassionatamente condividono. Così non avrei fatto un “buon servizio” alla “causa del Vangelo”, l’unica che mi interessa.
Ho quindi deciso di approntare una trattazione, portatrice di un metodo almeno minimamente “scientifico”, con questo titolo:

Qualche spunto di analisi teologica di un’ideologia

Qualche spunto: due o tre…., per non sacrificare tanto tempo
Ma che intendo per “ideologia”?

Avendo insegnato bene o male (le ciambelle escono sempre col buco?) per 35 anni teologia, porto questi esempi:
1.      Scienza si distingue da ideologia, perché questa vede (o vuol vedere) una sola dimensione della realtà, che notoriamente è sempre complessa.
2.      Ideologia sarebbe, in antropologia, individuare soltanto  una vita animale nell’uomo, oppure considerarlo come l’essere supremo esistente.
3.      Ideologia sarebbe sentenziare che “L’Islam, essendo una religione, non può essere  il male”, e non capire che “Dentro l’Islam, ci può essere il male, anzi questo può essere fomentato da alcune affermazioni giacenti nei suoi testi sacri”
E tu sai che “eresia” deriva da hairesis, cioè scelta di una sola “pars”, di fronte ad alcune realtà. Ciò conduce a disastrose “riduzioni”. Ciò non significa mai che quanto scelgono quelli che non la pensano come me sia un errore da rigettare; ma piuttosto che il dialogo (dià-logos) deve essere inclusivo, per fregiarsi del titolo di ecumenico.

Noticina iniziale: Se il teologo de cujus  cita espressioni come “teologia dogmatica” o “sacra potestas”, ditegli che esse sono scomparse dai nostri Studia generalia da decenni o secoli

E’ ora di venire a qualche esempio:
1.      Facendo cristologia, iniziavo i discorsi distinguendo: a) gesuologia, documentazione di ciò che ha “fatto e detto” Gesù di Nazaret, predicatore itinerante, da cui ha preso forma la “sequela”; b) cristologia (direi più esattamente: Kyriologia = trattazione sul Signore), ciò che crediamo dopo il Mistero pasquale  sul Cristo risorto (o meglio: risuscitato), Salvatore e Signore, al quale intitoliamo la nostra professione di fede. Perché il biblista cattolico Cerfaux ha acutamente detto che il Cristianesimo è nato due volte: in Galilea e a Gerusalemme.
2.      I tempi-modi del verbo dell’annuncio del Regno di Dio: “si è avvicinato” (prima della Pasqua); “è già venuto” (dopo la Pasqua)
3.      Perché non si tiene conto che la prima configurazione” dell’Evangelium è quella di san Paolo (vedi Romani e Galati,….), e solo dopo si sono formati gli “Evangelia”? Sappiamo che metà del NT (14 lettere scritte da, o attribuite a….) su 27 libri, sono riferite all’Apostolo dei pagani? Quale sarebbe il vertice del nostro credere se, letti cinquanta volte i sinottici, trascurassimo la conclusione solenne del “corpo primitivo” del IV Vangelo (Gv 20,31)?
4.      Se il teologo spagnolo immagina la fede come schiavitù alla gerarchia ecclesiastica, dite che rilegga Rm 1,5; 16,26; At 5,29
5.      Il cristianesimo (= l’esistenza cristiana) cammina su due gambe: fede (credere) e carità (amore del….prossimo; e perché non di Colui….che è o ci sembra lontano?), anche se faticosamente cammina (speranza). Non cadiamo comunque nell’errore (denunciato per es. da Maritain) del ridurre il Cristianesimo alla sola morale (come il Buddhismo), la teologia a sociologia
6.      Sbaglia il “periodo” cristiano sia quando riduce la Chiesa exclusive a un monastero; sia quando la riduce exclusive a un sindacato. (Le sorelle Marta e Maria di Lc 10)
7.      Noi critichiamo Lutero perché (come diceva mons. Luigi Sartori) ha fatto queste “riduzioni” (ad imbuto): della Scrittura ha preso il NT, di questo ha preso san Paolo, di lui ha preso Rm-Gal; in queste ha preso la giustificazione. Non è dunque essenziale il corpus johanneum? Sbagliano forse i fratelli cristiani orientali quando, invece di insistere sulla liberazione dal “peccato” (vedi quel terribile cap. 7 di Romani!), prospettano il dono “escatologico” della theopoiesis (divinizzazione)?

Lasciami ricordare alla fine solo alcune delle molte citazioni bibliche di cui parlavo:
-          Mc 1,15 la prima predica!
-          Non di solo pane vive l’uomo (Lc 4,4; Dt 8,3)
-          Chi crederà e sarà battezzato…(Mc 16,16 come sintesi veloce degli altri testi evangelici). Perché si cita solo Mt 25?
-          Non la manna di Mosè, ma Cristo è il “Pane disceso dal cielo” (Gv 6 nella prima parte del complesso discorso)
-          Son venuto perché…. (Gv 10,10)
-          Questa è la vita eterna…. (Gv 17,3)

In questa breve analisi ho inteso prendere di mira la visione che del Cristianesimo ha il teologo Castillo, perché  sarebbe il più grande affondamento della sua "corazzata" se esso diventasse la religione dell'immanenza.

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