domenica 18 dicembre 2016

Risuscitamento e Incarnazione



IL SIGNIFICATO VERO E PROFONDO DEL NATALE

La solennità del Natale è (soltanto) il quadro che ci manifesta il primo “mistero”  (cioè atto salvifico di Dio), che è l’Incarnazione del Figlio di Dio: “Il Verbo si fece carne” (Gv 1,14).

Il significato vero del Natale è stato stravolto non solo dal mondo socio-economico, ma anche “ridotto ai minimi termini” da una mentalità di commozione per un bambino che nasce in una “grotta” e poi diventa una delle persone più importanti della storia.

Sul secondo “mistero principale” della nostra Fede cristiana si deve attingere dalla Bibbia, studiata coi necessari metodi storico-teologici, ma anche dalle definizioni del magistero dei vescovi del mondo “cattolico” (cioè della Chiesa che era UNA nel mondo conosciuto) riuniti nei primi concili ecumenici (soprattutto i primi quattro).

Avremo anche modo di capire perché nella formulazione dei “misteri principali delle nostra Fede” si elencasse una volta solo “Incarnazione, Passione e Morte” di Gesù Cristo, e perché nella rinnovata Cristologia si sia recuperato il mistero della Risurrezione.

 I - Come si è rivelato il “mistero” di Gesù di Nazaret?

Attenzione: non dobbiamo “mettere il carro prima dei buoi”! Con quale ordine si sono svolti allora i fatti? Solo alla fine del percorso, arriveremo a comprendere il catechismo.

1 – Esistevano in Palestina molti “rabbì” (maestri di religione giudaica), ma Gesù si presentava con un messaggio nuovo: la venuta prossima del Regno di Dio (ossia: dei Cieli, come dice di solito san Matteo). Avvalorava inoltre la sua predicazione con miracoli (circa 40 dei quali raccontati nei quattro vangeli). Raccolse attorno a sé una dozzina stabile di seguaci, che avrebbero dovuto rappresentare la sua nuova “Comunità del Regno” (che in seguito si chiamerà “ekklesìa” = Chiesa)

2 – Le autorità religiose del Popolo d’Israele (sinedrio, sadducei, farisei….) videro nel Profeta di Nazaret un concorrente ed eretico. Lo consegnarono con accuse gravissime all’autorità occupante di Roma e lo fecero condannare a morte.

3 – La vicenda di Gesù sembrava una questione irrimediabilmente conclusa col fallimento. Ma il Dio d’Israele manifestò invece la sua approvazione del messaggio e dell’identità di Gesù con le “apparizioni di lui Risuscitato”, sia a quel gruppo dei Dodici sia al persecutore che si chiamava Saul (italianizzato in Saulo), e manifestò la potenza dello “spirito” di JHWH” che era ben conosciuto nell’Antico Testamento

4 – In seguito soprattutto alcuni grandi teologi “ispirati direttamente da Dio”, come Paolo e Giovanni, approfondirono la conoscenza di Cristo e della sua Chiesa.

5 – Il racconto dell’Annunciazione e del Natale (capitoli 1-2 di Matteo e 1-2 di Luca = Vangeli dell’infanzia) contiene i due momenti fondamentali che rivelano l’Incarnazione

II – Come si poteva allora applicare a un uomo la qualifica di Figlio naturale di Dio?

Qui il discorso si complica, perché la mentalità semitica, nella quale Gesù operava, dopo la (duplice) distruzione di Gerusalemme, assunse un nuovo “ambiente “ culturale proprio del mondo del Mediterraneo: quello dell’ellenismo

1 – Alcuni (ariani) pensavano che Gesù fosse la più nobile creatura di Dio. E furono condannati nel concilio di Nicea (325), che proclamò Cristo “della stessa sostanza (ossia natura) di Dio Padre”

2 – Altri si chiedevano se Cristo fosse la stessa persona del Padre. E il concilio I di Costantinopoli (381) assunse una formula che riconosceva in Dio tre divine “persone”: Padre – Figlio – Spirito Santo.

3 – Altri, come Nestorio, pensavano che in Gesù Cristo coesistessero due “persone” di diversa natura. Il concilio di Efeso (431) dichiarò che la sua “persona” è esclusivamente divina (per cui  Maria SS.ma fu dichiarata “Madre di Dio”, ossia Madre del Figlio di Dio fatto uomo)

4 – La sintesi fu trovata nel concilio di Calcedonia (451) che dichiarò la presenza in Cristo di due nature complete, umana e divina, che confluiscono nell’unica persona divina.

Perché tutto questo discorso?

Come dicevano i Padri della Chiesa:
- “Se non fosse stato uomo, non avrebbe salvato l’umanità”!
- “Se non fosse stato Dio, non ci avrebbe salvato”!

Ma questa ontologia ellenizzante serviva solo a introdurre colui che ci avrebbe salvati (quasi “farmacologicamente”, come diceva Harnack). Si salvavano comunque alcuni principi, come "Dio si fa uomo per noi, affinchè in lui diventiamo Dio", "Non ha salvato ciò che non ha assunto"
Si doveva por mente soprattutto all’azione di questo “qualcuno”. Così la Chiesa occidentale si orientò a meditare come Gesù ci avrebbe salvati dal peccato col'adesione a Dio espressa nella sua Passione e Morte (Redenzione e riscatto, o salvezza “negativa”); mentre la Chiesa orientale scelse la via della partecipazione alla nuova vita di "figli nel Figlio" nello Spirito Santo a partire dal Risuscitamento del Primogenito (Divinizzazione, o salvezza “positiva”).
La differenza delle due cristologie si manifesta anche nella figura del Crocifisso.  per l'Occidente, segno del massimo annichilimento (tapèinosis) nel dolore; per l'Oriente, la "Crux gloriosa", sulla quale "regnavit a ligno Deus".

NOTA
Alcuni autori anche cattolici - forse seguendo l'ondata di pensiero di recenti protestanti - non ritengono appropriato e guardano con sospetto l'uso di alcuni concetti quali religione, sacro, sacrificio, e, come Tertulliano, non vedono l'utilità di usare la ragione in teologia. Siamo convinti però che la perplessità dipende dall'insufficiente acquisizione della noviltà dirompente apportata dalla rivelazione cristiana nel proporre quello che è il suo "cuore".
E' utile leggere la chiara esposizione che ne fa lo studio B. MAGGIONI e ENZO PRATO, Il Dio capovolto, Cittadella, Assisi, terza edizione 2015, parte I capitolo III, pp. 59-81.

III - Ragioni del diverso percorso tra il catechismo e la formazione del NT

Chi, seguendo la (legittima) lettura della “pietas” tradizionale nelle cose di fede, non è avvezzo a un discorso critico-storico si chiederà: non c’è una strana “inversione di marcia” tra chi parte da Gesù annunciatore del Regno di Dio (come fa san Marco) e chi parte dall’Annunciazione dell’Incarnazione (come fa san Luca)?
Chi si rende conto della durata non breve della formazione della Cristologia nella composizione dei libri del NT accetta la “tendenza a risalire sempre più a monte nella vicenda e nell’essere di Cristo, a spostarne indietro l’atto costitutivo” (Cantalamessa) in quattro momenti letti “a ritroso”: Risuscitamento, Battesimo, Nascita da Maria dell’uomo Gesù, e infine Preesistenza eterna del Figlio di Dio.
Il catechismo e la celebrazione dell’anno liturgico invece seguono il percorso “in avanti” come è logico per la successione degli eventi.

E’ ciò che cerchiamo di evidenziare nello schema seguente, prendendo come guida quello che può essere presentato come il primo inno cristologico del NT: Filippesi 2,5-11
L’uso di questo testo densissimo potrebbe richiedere molte osservazioni. Ne scelgo qualcuna:
-  Nella prima parte l’inno ha per soggetto Gesù Cristo; nella seconda Dio, il Padre.
- Il titolo di “Consacrato coll’unzione =  Cristo” è legato molto spesso alla funzione messianico-salvifica, misteriosamente adombrata nel Quarto carme del Servo di JHWH (Is 52-53), e quindi alla Morte. E non trascuriamo il fatto che Marco, nella sua stesura autentica, giunge  al solo annuncio della Risurrezione (16,1-8). La nota della Bibbia di Gerusalemme a Mc 10,38 riporta: “battezzare”….Gesù sarà immerso in un abisso di sofferenze”
-   L’esistenza “secondo la carne” (v. Rom 1,3) si protrae dall’Incarnazione alla Morte, e si manifestò dal Battesimo alla Morte, come intuì l’Imitazione di Cristo: “Tota vita Christi crux fuit et martyrium
-  Kyrios (Signore) è il vocabolo solitamente usato nel greco biblico per indicare sia Dio Padre  sia Gesù Risorto.

SCHEMA PROGRESSIVO
(secondo la lettera ai Filippesi)
SCHEMA REGRESSIVO
(secondo la formazione del NT)
Cristo Gesù, essendo nella condizione di Dio….essere come Dio… (vv 5-6)
Condizione iniziale: “…il Verbo era Dio” (Gv 1,1c), in possesso della Gloria “che io avevo….prima che il mondo fosse” (Gv 17,5)
….svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini (v. 7a-c)
Momento 4 - Incarnazione: “….il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Anche Lc 1.31.35: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce…verrà chiamato Figlio dell’Altissimo….Figlio di Dio”
Dall’aspetto riconosciuto come uomo… (v. 7d)
Momento 3 - Natale: “Diede alla luce il suo figlio primogenito….” (Lc 2,7). Anche 2,16: “…trovarono il bambino…”
….umiliò se stesso facendosi obbediente  fino alla morte….di croce (v. 8).
Momento 2 - Morte: “Potete bere il calice che io bevo o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?” (Mc 10,38)
Dio lo esaltò  e gli donò il Nome che è al di sopra ogni nome….: “Gesù Cristo è Signore!” (vv. 9-11)
Momento 1 - Risuscitamento: “Costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti” (Rm 1,4); “Dio ha costituito  Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” (At 2,36).

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