domenica 13 novembre 2016

Briciole di Mariologia


Si vuol far tacere la Madonna?

I - Si racconta un episodio – che a quanto pare è storico – a proposito del “cardinale parroco” che fu il veronese padre oratoriano Giulio Bevilacqua, uno dei maestri e ispiratori più venerati da papa Montini, Paolo VI. Siamo al tempo delle “rivelazioni” scodellate nella “bocca aperta” di folle immense di cristiani dal “microfono di Dio”, come fu chiamato nel secondo dopoguerra il padre gesuita Riccardo Lombardi. Padre Giulio, da parroco nella Chiesa della Pace in quel di Brescia, fu reso partecipe dell’ammirato stupore del sacrestano che aveva sentito la sera precedente il “microfono di Dio” proclamare: “Gesù mi ha detto”! Ma un giorno dopo, sempre durante la vestizione liturgica prima della Messa, concluse l’esame “canonico” del fatto miracoloso; dicendo al sacrestano: “Questa notte Gesù è venuto a dirmi che non ha detto un bel niente a padre Lombardi”. Aveva così applicato i criteri di autenticità di cui si era servito il buon aiutante nel giorno precedente. Forse aggiungo qualcosa se riferisco un episodio raccontatomi da un amico che lo visse di persona: la prima volta che padre Lombardi  partecipò a un incontro del clero romano col nuovo papa Giovanni XXIII, da questi si sentì apostrofare  con un salutare “Umiltà, padre Lombardi, umiltà”, lui che era abituato ad essere consultato con venerazione dal papa Pio XII come se si trattasse di san Bernardino da Siena.

II - Questo mi conforta quando critico un giornale cattolico “on line” - che in questa non felice temperie ha altrimenti molti meriti - quando dice sconsolato “E’ la Madonna che vogliono far tacere!” per silenziare un cattolico che non sia disposto ad accettare “a scatola chiusa” rivelazioni frequenti o sopportare recenti polemiche giornalistiche.
Ma chi è innamorato pazzo per una “rivelazione” esce con altre difese della medesima consistenza. Per esempio: “Sono quelli che non amano la Madonna”; come se a Cana la “Madre del Signore” non avesse fatto capire che lei non aveva un proprio “vangelo” da annunciare: “Fate qualsiasi cosa che Egli vi dirà”. E tacque, seppur interpellata, anche sul Calvario. Non ci rendiamo conto che così diamo adito ai contraddittori per deridere la nostra fede  (ma qui la si confonde con la “devozione”, che è pure necessaria) come fondata sulle sabbie mobili del sentimento (o meglio: sentimentalismo)?
Si dà il caso di un altro che dice “E’ il gesto di una buona mamma che raccomanda (dal 1981 ?) al figlioletto ciò che le sta a cuore” (di solito pratiche marginali e abitudinarie). Non è questo riconoscere che abbiamo presentato ai cristiani (che di solito vivono oltre il raggiungimento dell’uso di ragione….) la totalità del messaggio cristiano come se fosse una religione da bambini, in linea con quel che pensano tutti gli “illuminati” della nostra cultura occidentale che ci accaniamo a definire cristiana? Vogliamo imparare dal maestro di tutti gli evangelizzatori (1Cor 3,2; cfr Eb 5,12-14) che ad età diverse della vita cristiana si distribuiscono sia il latte sia i cibi solidi?
Ma obietterà un pastore convinto della recente “catechesi dal popolo”: “Se porto i fedeli a un frequentato santuario, li farò confessare e tornare a Dio, mentre si annoieranno se commento per loro il Magnificat”. Propongo di chiedergli se pone le basi per gli studi superiori  quella maestra delle prime classi elementari che, di fronte agli alunni insofferenti quando lei insiste sulle operazioni aritmetiche, svicola raccontando i più mirabolanti residui della letteratura per bambini.
E qui chiudo inventando un aneddoto. Quello di un padre, che lavorava in America per mantenere la famiglia, e sapeva non lette le sue molte lettere dall’unica figlia, ormai adolescente, che lo dimenticava in Italia per accarezzare le sue bambole. Che dirà il divino Giudice a noi cristiani cattolici, preti (o più su….) che abbiamo (almeno dal XVI secolo) ignorato le sue 73 missive contenute in quella che chiamiamo Sacra Scrittura?. Ma ci sarebbe ancora da chiederci: per avere il messaggio globale di Cristo dobbiamo leggere solo il giudizio universale (Mt 25), oppure tutto il discorso della montagna (Mt 5-7)?

III - Che dobbiamo pensare allora di alcuni detti tradizionali tendenti al pietismo mariocentrico, come ad esempio “De Maria numquam satis”, “Per Mariam ad Jesum”? Alcuni autorevoli mariologi oggi propongono di intendere il primo (che risale a san Bernardo) come invito ad approfondire gli studi sul tema, ma non a fare di Maria un “assoluto” caricandola di titoli sempre più spettacolari; e propongono di ricalibrare il secondo per esempio così: “Al Padre per Cristo nello Spirito, con e come Maria” (A. Amato). Se vogliamo infatti, superando il noto cristomonismo della teologia latina, inserire Maria nel quadro dell’unico e necessario circuito trinitario, dobbiamo dare rilievo al fatto che la Madre si qualifica nel e coll’ascolto obbediente del’unico “Verbo” di Dio, che è Gesù Cristo (cfr Lc 1,38¸8,21; 10,39.42; 11,28), ed è strumento, per quanto elevato, dell’azione più grande, che è quella dello Spirito (cfr Lc 1,35, At 1,14; 2,4)..

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