giovedì 30 ottobre 2014

De vita aeterna



LA VITA SENZA FINE

Quando da bambini frequentavate la “Dottrina”, avete sentito parlare di vita eterna, di vita dopo la morte dell’uomo. In seguito sono sorte certe difficoltà, che dipendono
-     dall’idea che ci formiamo di Dio
-         dall’idea ci facciamo dell’essere umano: è solo un animale meglio sviluppato fra gli altri?
-         dall’impossibilità di immaginarci i luoghi e tempi dell’Aldilà, come immensi contenitori e periodi di tempo come il nostro
Dio, più che definirsi “Essere perfettissimo”,  è un Dio Amore che, come Padre, si prende cura di noi e ci porta a salvezza in Cristo. Sappiamo che l’uomo ha una componente che lo specifica ed è lo spirito; sappiamo che l’inferno non è uno stanzone con molti corpi che ardono, e che i tempi della purificazione rimangono a noi ignoti

Se vi siete rivolti ai pensatori, molti dei quali accettano quella verità, ne avete potuto ricavare solo che la situazione non è impossibile.
Se leggiamo la Bibbia della prima alleanza, quella scritta in ebraico, vediamo che questa verità si è fatta strada molto lentamente e con poca evidenza

Solo con la vicenda (vita, morte, risurrezione) e l’insegnamento (vangelo) di Gesù Cristo siamo arrivati a determinate certezze, le quali però lasciano adito a ulteriori domande
Come esempio portiamo la promessa che Gesù morente ha fatto al ladrone: “Oggi sarai con me in paradiso”; che significa: vivrai per sempre nella comunione di vita di Dio stesso.
Con san Paolo la Parola di Dio dichiara che la nostra vita eterna si fonda incrollabilmente sulla Risurrezione di Gesù; senza della quale la nostra fede è “vuota”

Volete che i grandi santi siano stati degli illusi? Tra i più recenti accenniamo a Giovanni XXIII, Padre Pio, a Madre Teresa….E i martiri della fede sarebbero senza alcuna risposta da parte del Dio giusto e fedele alle sue promesse? La fede è costituita da questi due elementi paralleli: affidarsi a Dio, fidarsi di D io.
Trovano difficoltà a credere a questo soprattutto coloro che si affidano ciecamente agli oroscopi, ai maghi, ai guru, alle filosofie dell’Oriente… Diceva ironicamente Chesterton: chi non vuol credere in Dio si condanna a credere a tutto.
Ricevere da Dio il dono di questa verità comporta un cambiamento della nostra vita cristiana: vivere da risorti, insieme con Cristo risorto. Noi continueremo nell’Aldilà il rapporto che abbiamo avuto quaggiù con Dio.

Celebriamo ora l’Eucaristia, “medicina d’immortalità”, sulla quale Gesù nel discorso di Cafarnao ci rivela due cose:
-         che comporta già fin da ora la nostra partecipazione alla vita divina (che chiama “eterna”)
-         che alla conclusione della storia saremo risuscitati (cioè la nostra corporeità sarà completamente trasformata, come quella di Gesù nella Trasfigurazione)

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