lunedì 21 novembre 2011

La chiesa eucaristica

OGNI DOMENICA LO SPIRITO CI FA CORPO DI CRISTO

L’ecclesiologia eucaristica vede la Chiesa realizzarsi eminentemente nella Chiesa parrocchiale che celebra l’Eucaristia, in unione alla Chiesa diocesana e universale.

Tra i Sacramenti:
il Battesimo ci fa entrare nella Chiesa
l’Eucaristia (celebrata) ci fa vivere la Chiesa

La vita cristiana consiste nell’incontro con Cristo, che nello Spirito Santo ci conduce al Padre

L’incontro è un rinnovare l’Alleanza tra Dio e noi, è uno scambio (dono reciproco) di amore, simboleggiato biblicamente col Matrimonio.

Entrano in rapporto strettissimo
l’Eucaristia, che è un atto di vita che inizia in un luogo
la Chiesa, che è la comunità della vita che continua nel tempo

L’Eucaristia è il sacramento di Cristo; la Chiesa è il sacramento dello Spirito Santo.

I - Nell’EUCARISTIA incontriamo Cristo in un luogo (concentrazione in uno spazio sacro) e riceviamo l’amore di Dio
L’Eucaristia si celebra in un luogo sacro: nella chiesa (edificio); dove entriamo non tanto per chiedere, ma per ricevere il dono di Dio

Cristo s’incontra nelle sue tre funzioni: Maestro, Sacerdote, Signore (Verità, Vita, Via)

A – Cristo Maestro ci rivela la Parola di Dio
Alla sua scuola Cristo c’insegna ciò che crediamo: dono della Fede nella mente. “La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” (Rm 10,17)
Dove rimangono secondarie le più luccicanti rivelazioni private

B – Cristo Sacerdote ci dona la Grazia nei Sacramenti
Nel suo sacrificio conviviale di Pane-Vino ci dona ciò di cui viviamo: la Carità nel cuore. Il “Sangue versato” è indicatore della vita della Vittima offerta in sacrificio per amore.
Dove rimangono secondarie le più emotive devozioni parziali

C – Cristo Signore ci guida nelle scelte della vita
Nel suo convito sacro ed escatologico ci fa incamminare nella Speranza per la via del fine ultimo: ci indica ciò che dobbiamo operare come comunità sua testimone, in attesa della sua venuta
Dove rimangono secondari i più escludenti “movimenti”

La celebrazione eucaristica, che è la massima realizzazione e manifestazione della Chiesa, si dipana corrispondentemente in tre luoghi: pulpito, altare, cattedra

II – Nella CHIESA, comunità di uomini che è “corpo” di Cristo animato dallo Spirito Santo, rendiamo presente il Cristo nella storia del mondo (estensione del sacro nel tempo) in vista della quotidiana testimonianza e missione, e diffondiamo l’amore di Dio, che non possiamo trattenere egoisticamente per noi

La Chiesa nelle sue tre funzioni (luce, vita, comunione) rende presente e operante Cristo nella storia

A – Uniti da un’unica Parola, siamo luce agli altri, in una comunità che sovrabbonda di parole degli uomini, ma è sprovvista di valori consistenti e permanenti (pensiero debole, relativismo, agnosticismo)

B – Unificati da un’unica Mensa, coll’esempio e secondo le particolari funzioni di ciascuno, comunichiamo la nostra vita di Grazia agli altri. Mettiamo in opera il sacerdozio comune dei fedeli e viviamo la “comunione dei santi” (muto scambio di doni spirituali). L’uomo, zavorrato dalle debolezze della volontà (il “peccato originale”), non è in grado di vivere la vita divina senza i mezzi che Cristo ha affidato alla sua Chiesa. La Chiesa che in ogni epoca soffre dà testimonianza che “Gesù sarà in agonia sino alla fine del mondo” (Pascal)

C – Uniti con un comunitario “scambio di pace”, siamo concordi nella testimonianza sul retto uso dei rapporti sociali (convivenza), della libertà (scelte per il bene comune), del servizio (per i deboli), dell’economia (per i bisognosi). Una Chiesa locale che non è “città sul monte”, centro diffusivo visibile e attrattivo di luce, viene meno alla sua missione non individualistica ma comunitaria di presenzialità di Cristo nell’oggi e nel luogo concreto

Insomma siamo chiamati a spendere nei sei giorni della settimana (il tempo dei cristiani) quei doni che il Signore ci ha dato di domenica (il giorno del Dominus). Guai se tutto fosse finito con la benedizione del sacerdote. Forse è questo il significato del finale “Ite: missa est”

La vita concreta della Chiesa locale è la massima realizzazione e manifestazione della vita in Cristo

III – La preghiera trinitaria della FAMIGLIA DI DIO

Nella domenicale liturgia di “rendimento di grazie” si realizza la “koinonìa” (comunione).
1) In direzione verticale
1a) Nello Spirito la comunità si apre verso Dio nella preghiera
1b) Attraverso il suo Verbo personale Dio ci dona la sua Parola.
2) In direzione orizzontale
2a) La “Ecclesia mater” trasmette la Parola e i Sacramenti di Cristo alla comunità dei fedeli
2b) Nel cuore della comunità “lo Spirito di Cristo fa pregare il cristiano come un figlio” (Nota de “La Bibbia di Gerusalemme” a Rm 8,27).
Si chiude così verso il 1a) il movimento circolare della preghiera continua.

Per essere concreti
Che possiamo dire dei cristiani che si sentono tali quando vanno in un santuario o partecipano a un pellegrinaggio? Oppure di quelli che “sentono” la devozione nelle grandi solennità? Dobbiamo favorire la quotidianità e continuità del nostro rapporto con Dio: il santuario più utile per noi è la nostra Chiesa parrocchiale, la liturgia essenziale è quella domenicale.
Esempi utili: un Matrimonio riuscito non si misura sulle manifestazioni straordinarie, ma fa centro nella casa comune e nella storia quotidiana; la salute si preserva nella vita di ogni giorno, non tanto nel ricovero all’ospedale o nelle cure intensive.
Cioè dobbiamo essere cristiani dovunque e sempre.
Il percorso cristiano deve transitare dalla Messa domenicale in chiesa, dove comunichiamo al “corpo” eucaristico di Cristo, alla vita concreta nel nostro ambiente solito, dove siamo comunitariamente il “corpo” ecclesiale dello stesso Cristo.

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