giovedì 16 dicembre 2010

I dom. dopo Natale

SACRA FAMIGLIA DI GESU’ MARIA E GIUSEPPE

E’ forte il legame tra il Natale e questa festa (in sottofondo sta il richiamo a Gen 1):

  • Nel Natale abbiamo visto il modello supremo dell’uomo a immagine di Dio
  • Oggi vediamo la coppia a immagine di Dio (“A immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò”).

Nella rivelazione biblica troviamo tre tipi di famiglia: modelli positivi, mentre a noi compete di fare le scelte vitali secondo questa positività.

I – Secondo la rivelazione ebraica (Sir)

Guida è il IV comandamento di Mosè (“Onora…”)

Ci vengono proposti in parallelo i buoni rapporti coi genitori e con Dio

L’AT è ancora fermo su un tipo di religione retributiva: se sei buono, sarai anche fortunato.

II – La Famiglia modello di Nazaret (il prototipo)

Ci propone di aderire a Dio in qualsiasi situazione (qui il buono non coincide sempre col fortunato!):

  • Israele passa dall’Egitto alla Terra promessa (in un contesto di trionfo)
  • La Famiglia passa da Betlemme, all’Egitto, a Nazaret (in un contesto di fuga).

La scelta è motivata da una situazione storica (e nel secondo caso motivata da un “sogno”, cioè da una rivelazione).

Si realizza così il piano di Dio (vedi Is 11,1): Nazaret secondo alcuni fa assonanza con “nezer” (germoglio; cfr. Mt 2,23) . E’ il germoglio che spunta da un antico tronco (la dinastia davidica), cioè l’inizio del nuovo Popolo di Dio.

III – San Paolo ci dà in tre quadri una fotografia particolareggiata della famiglia cristiana

1/ Vita di comunità (in comune): mutua comprensione e perdono (questo è parallelo e si configura in duplice direzione: perdono nostro e di Dio); la preminenza della Carità (Agàpe); noi siamo chiamati alla pace di Cristo per formare un solo “corpo” (la Chiesa domestica).

2/ Vita liturgica: Parola, insegnamento, canto; tutto nel nome di Gesù; rendendo grazie (facendo “eucaristia”) al Padre (è facile intravedere la Chiesa parrocchiale).

3/ Vita quotidiana di famiglia: coniugi legati dal rapporto di sottomissione (allora si vedeva così, sul modello cristologico) e di amore; rapporto genitori/figli legato da obbedienza e non da esasperazione.

Quando cessa l’obbedienza (perché i figli non sono più giovani) non deve cessare l’amore. Si può infatti amare:

  • comandando e obbedendo
  • consigliando (mettendo a profitto l’esperienza)
  • aiutando (“sbilanciandoci” verso l’altro)
  • comprendendo (entrando nella mentalità dell’altro).

1 commento:

  1. Nel giorno dopo il Santo Natale, ricorre la celebrazione della “Sacra Famiglia di Maria e Giuseppe che, su indicazione dell’Angelo, fuggono in Egitto per scampare da Erode. Questo giorno è anche la celebrazione del protomartire cristiano, Santo Stefano. Occorre ragionare allora su questi due temi.
    La famiglia viene definita come una “societas Ecclesiae”: il nucleo fondamentale, la cellula prima, della Chiesa dove realizzare il progetto escatologico e salvifico La famiglia rappresenta il legame di Cristo con la sua Chiesa. E’ nella famiglia che deve avvenire quella crescita spirituale e morale che dall’insegnamento di Gesù trova la sua genesi e la sua giustificazione.
    Per riflettere sulla figura di S.Stefano prendo spunto dalle considerazioni fatte dal Cardinal Ravasi, il quale ha parlato (nella trasmissione “Le frontiere dello spirito”) del “Dolore del Natale”: egli ricorda come la nascita di Cristo coincida con la strage degli innocenti voluta da Erode. La figura di Santo Stefano, ricorda poi Ravasi, appare oggi emblematica di una situazione di persecuzione dei cristiani, ricordata anche dal Santo Padre, Benedetto XVI, ai quali non è permesso un pacifico esercizio della fede( ricordo che in Cina, la trasmissione della BBC è stata interrotta quando il Papa faceva accenno alla situazione dei cristiani a Pechino).

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