venerdì 4 giugno 2010

Sul matrimonio

ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO

Il Matrimonio fra uomo e donna è un’alleanza, sul modello di quella fra Dio e l’umanità (o il popolo d’Israele), fra Cristo e la Chiesa,…..

Secondo la Bibbia, che comprende i libri dell’antica (o prima) e della nuova (o definitiva) alleanza, dell’alleanza si è chiamati a “fare memoria” (memoriale).

Nella celebrazione eucaristica si fa memoria dell’alleanza (nuova ed eterna), ci si scambia il segno dell’alleanza (la pace) e si partecipa al banchetto sacrificale di alleanza (sacrificio di comunione).

Per tre motivi è giusto e salutare fare memoria del Matrimonio cristiano.

  1. E’ giusto fare memoria, perché l’alleanza vera dura nel tempo (e la memoria è la facoltà che, nelle vicende umane, ci fa “leggere” la continuità). La donazione nell’amore matrimoniale è una delle realtà fondamentali della vita dell’uomo, sia nella dimensione orizzontale (vedi il Cantico dei cantici), sia in quella verticale in derivazione (produce una nuova vita, se pensiamo che i genitori vengono considerati collaboratori di Dio nella “pro-creazione”). La totalità del dono reciproco di amore coniugale ci dice che questo è il massimo nell’ordine delle relazioni intraumane e comporta di necessità l’unione con una sola persona. La libertà – troppo equivocamente “adorata” nella mentalità corrente – ci è data non per demolire e dividere, ma per costruire in pienezza l’essere umano e la comunità degli uomini.
  2. E’ giusto fare memoria nella chiesa, perché l’alleanza è sacra quando è stipulata davanti a Dio. Il Matrimonio è una realtà che, appartenendo alla natura dell’uomo (creata da Dio), precede l’individuo, ed inoltre è stato elevato alla dignità di Sacramento in Cristo. Questa relazione duplice con Dio, nella dimensione verticale originaria, assicura al Matrimonio una stabilità (indissolubilità) che l’uomo non credente non può conoscere (e, data la fragilità umana, neppure conseguire).
  3. E’ giusto fare memoria coi famigliari, perché un’alleanza è buona quando si allarga ai figli e nipoti. La riduzione dell’amore a puro e semplice sentimento – come ci costringe a pensare una mentalità paganeggiante (“due cuori e una capanna”) - è una diminuzione che scalza alle radici la sacralità della famiglia cristiana, che una lunga tradizione considera “piccola chiesa” (cioè la più piccola comunità di alleanza).

La famiglia è come un albero che ha bisogno di radici ben fissate nel terreno, e che è destinato a produrre qualcosa di buono, sia nel suo utilizzo, come ad esempio per sostenere un peso o nel largire ombra nella calura estiva o nell’assicurare lo scambio con l’atmosfera, sia nella fecondità dei frutti.

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