PENTECOSTE
Due volte Gesù si allontana dai suoi discepoli:
nella Morte; che è presentata come la sua sconfitta in questo mondo
nell’Ascensione, che è da considerare come la sua intronizzazione nel Cielo di Dio.
La Morte segna la dipartita da noi e la fine di questa esistenza; l’Ascensione invece la continuazione della sua funzione, seppur nella trasformazione del Servo sofferente di Dio in Signore della Chiesa.
Nei discorsi di addio i discepoli sono addolorati per la prossima scomparsa di Gesù.
Ma il gruppo (in maggioranza di galilei), che si era disperso quando Gesù venne arrestato, si raccoglie in una comunità (Popolo) nuova con quel mistero composito che si chiama Resurrezione-Ascensione-Effusione pneumatica (cioè dello Spirito).
Il centro attorno al quale si radunano è il nuovo Assistente o Aiutante (Paraclito) che Dio manda alla Chiesa nascente: lo Spirito Santo.
Lo Spirito ci porta quello che ci aveva promesso Gesù:
Verità
Amore
Come si può concepire la continuità nella vitalità (e quindi: movimento) tra le due persone divine?
Il Gesù terreno ha fatto tre cose: ha insegnato / ha perdonato e fatto comunione di mensa / ha guarito le anime e i corpi;
Lo Spirito di Cristo continua questa triplice azione: assicura la Fede / i Sacramenti / i carismi (= le grazie speciali date per il bene della Chiesa).
Nel “mistero pasqua-pentecostale” la donazione suprema nella Morte di Gesù è diventata il dono supremo della Trinità (lo Spirito) alla Chiesa.
Come avviene che, con la Pasqua, siamo diventati nella Chiesa “figli nel Figlio (Gesù)”?
La Chiesa è un organismo, che ha quindi bisogno di centri vitali:
Cristo assicura come Capo (cioè Testa) la coesione della struttura del suo Corpo che è la Chiesa: coll’autorità (anche dei suoi rappresentanti), cui si deve obbedienza;
Lo Spirito, che abita nella Chiesa come in un Tempio, assicura la sua coesione interiore, come Cuore della Chiesa, coll’Amore che fa germinare la santità.
La vita cristiana
è vita nello Spirito (dobbiamo recuperare la sua importanza trascurata da alcuni secoli)
vita nell’amore
vita nella preghiera.
Nei discorsi di addio abbiamo questi punti di riferimento: Fede, Amore, obbedienza, frutti (“rimanere”), preghiera (nello Spirito)
Il nuovo peccato è opporsi allo Spirito Santo nella sua Chiesa, come si era rifiutato Gesù mettendolo in croce.
TRINITA’
La Trinità (nel suo versante rivolto a noi) significa che Dio, nonostante i nostri rifiuti e tradimenti, rimane presente, vivo e salvante nella storia degli uomini.
Nell’AT si legge spesso che Dio, visto soprattutto come l’Onnipotente, distrugge i peccatori, li elimina dalla storia e dal mondo; nel NT Dio si rivela come l’Amore (questo in continuità coi testi più “di punta” della rivelazione ebraica; ad es. Es 34,6: “Dio misericordioso e pietoso…ricco di amore e di fedeltà”).
Il Dio “Essere supremo” (come purtroppo una volta s’interpretava Es 3,14: “Io sono colui che sono”) sarà il “motore immobile” di Aristotele, non il Dio vivente come persona (anzi comunione di persone) della Bibbia, tanto da poter interpretare quel testo famoso come “Io sono colui che interviene per salvarvi”; è molto utile vedere la rilettura dinamico-storica che ne fa Ap 1,8: “Io sono l’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”).
Il Dio Uni-trino è rivelato (e, per quanto è a noi recepibile, si comprende) solo partendo dal centro della Storia della salvezza, che è la Pasqua.
La quale è il centro della storia religiosa dell’umanità: ne rappresenta il massimo dramma, in due atti:
I - Dio interviene nella storia, perché ci ha creati come soggetti personali che si realizzano liberamente; con la clausola del limite: l’uomo che rifiuta la dipendenza della creaturalità, da solo non è capace di pienamente realizzarsi.
a) Dio Padre ci aveva donato il Figlio per amore
b) Gli uomini l’hanno ucciso per incomprensione.
II - Dio non abbandona il modo peccatore (come Osea: non respinge la moglie prima infedele e ora “ritornata”).
Il Padre ci restituisce Gesù vivo di una vita nuova:
presente nell’Eucaristia, dono dell’amore sacrificale
presente nella Chiesa (la più evidente reliquia di Cristo), fondata e unita insieme nell’amore
presente col suo Spirito, che è l’amore trinitario (tra Padre e Figlio Gesù).
Da quando Padre e Figlio Gesù ci mandano dal Cielo lo Spirito,
Dio è presente più di prima nella comunità dei credenti (la Chiesa)
benchè questa sia odiata (e perciò deve contare solo sulla presenza del nuovo Assistente, Aiutante = il Paraclito)
benché essa sia perseguitata, come lo era stato Gesù (e per questo è chiamata a dare la testimonianza, anche suprema, cioè fino alla “martyria”).
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