COME IMPOSTARE L’OMELIA
PREMESSA
Mi sia consentito esporre i criteri che, secondo me, devono ispirare il tono e scegliere i contenuti dell’omelia.
Diamo per scontato
° che l’omelia è lo strumento che più rende possibile il primo dovere del ministro sacro, cioè quello di essere “annunciatore della Parola”, e il momento di massimo ascolto dei nostri fedeli;
° e che essa può prendere l’avvio dai testi biblici o liturgici.
L’omelia deve tener conto che
- cosa si deve credere (Fede – Speranza)
- cosa si deve operare (Carità)
- come si deve pregare (Liturgia)
In una scaletta che ascende dal meno adatto al più adatto cerchiamo di esemplificare alcune “comprensioni” pratiche dell’oggetto dell’omelia:
1/ trattare esclusivamente un argomento estraneo ai temi proposti dalla Scrittura o dalla Liturgia (parlare della giornata del Seminario, o della giornata per la vita, tessere il panegirico del defunto di cui si celebra il funerale, o fulminare la scomunica a chi lo ha assassinato…..)
2/ prendere lo spunto da qualche frase isolata delle letture per invogliare a seguire emotivamente una devozione (es. certi aspetti della devozione al Sacro Cuore di Gesù che oggi non vengono più ripresi nei documenti della Santa Sede…)
3/ parlare di ciò che apparentemente dicono le letture (partire da “dikaiosyne” in San Paolo e trattare della giustizia socio-economica, partire da “Regno di Dio” e fare un discorso apologetico sulla Chiesa, prendere l’espressione “Signore degli eserciti” come giustificazione della guerra o della funzione dei cappellani militari …)
4/ presentare una propria visione teologica prescindendo dai testi ispirati proclamati (è la tentazione del teologo che dice come egli la pensa per es. sulla Grazia, senza basarsi su ciò che dicono San Paolo, San Giovanni…), magari seguendo le ultime “novità” che spesso verranno in breve tempo accantonate
5/ trattare soltanto un argomento morale in qualche modo connesso con i testi (obbedienza, sincerità, pagare le tasse, votare secondo coscienza….)
6/ trattare un argomento teologico-morale connesso con i testi (cristologia, ecclesiologia, teologia e morale della Riconciliazione sacramentale, evitare gli scandali, il nostro rapporto di comunione coi fratelli defunti.…)
7/ esprimere ciò che dice la “lettera” (ciò equivale a fare esegesi, magari semplice….)
8/ comunicare ai fedeli ciò che ha detto al predicatore la pagina biblica (anche in forma di preghiera)
9/ comunicare ciò che, nella pagina, il pastore “sente” adatto al suo popolo (inteso genericamente)
10/ comunicare ciò che serve a quel tipo di assemblea (messa per i malati, per gli adolescenti….) o a quella situazione della celebrazione (matrimonio, ordinazione sacra, funerale….); tenendo conto che l’omelia potrebbe avere sfumature diverse nelle messe domenicali delle ore 7 e delle ore 11.
Si dice spesso che l’omelia non dovrebbe superare gli 8 minuti. Ma penso che
° dopo quattro secoli e mezzo di “digiuno biblico”, dobbiamo recuperare il tempo perduto;
° l’accoglienza dei fedeli si misura su altri parametri (accurata e non breve preparazione dell’oratore, linguaggio adatto alla cultura non eccelsa dell’assemblea, esemplificazioni attualizzanti bene scelte e meglio presentate…).
IN CONCLUSIONE
L’omileta non deve dire i suoi pensieri sulla Scrittura, ma spiegare
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